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Australian Open: 25 anni dal trionfo di Kafelnikov

L'ultima edizione del vecchio millennio, quella del 1999, finisce nelle mani del russo Evgeny Kafelnikov vittorioso in finale sullo svedese Thomas Envqist. Per il russo è il secondo titolo Slam dopo Parigi 1996.

di | 27 dicembre 2023

Yevgeny Kafelnikov

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Venticinque anni fa, nell'ultima edizione del vecchio millennio, l'Open d'Australia finì nelle mani del russo Evgeny Kafelnikov che trionfò battendo al primo turno Jonas Bjorkman per 63 62 64, al secondo turno Jason Stoltenberg per 75 36 76 76, al terzo Jim Courier per 57 64 62 30 e ritiro, negli ottavi Andrei Pavel per 63 76 67 36 64, ai quarti Todd Martin per 62 76 62, in semifinale Tommy Haas per 63 64 75 e in finale Thomas Enqvist per 46 60 63 76.
Il concetto spesso veritiero che unisce il talento puro alla poca regolarità trova nel caso di Evgeny Kafelnikov la massima corrispondennza possibile. Veniva da Soci, sul Mar Nero, ed è passato alla storia per essere stato il primo Zar del tennis mondiale, primo vincitore Slam e primo numero 1 Atp della Russia che aveva nel suo presidente Boris Eltsin un tifoso a dir poco sfegatato. Ma si ricorda anche con il soprannome di Principe, per quella sua arietta sdegnosa e spesso indisponente tipica dei nobili o con il nome di Kalashnikov perchè sparava bombe letali con una freddezza disarmante.
Di principesco aveva soprattutto il rovescio bimane che sapeva usare in tutti i modi possibili per mettere la pallina dove voleva; per eseguire passanti lungolinea, pallacorte o cross stretti dalle angolazioni impossibili. Sulla ribaltà internazionale ci arrivò all'improvviso, nel 1994, con un mese d'anticipo sul suo ventesimo compleanno. Il bollente cemento di Adelaide gli offrì il primo titolo della carriera, poi il sintetico indoor di Copenaghen (a marzo) il secondo. In estate tronfò anche a Long Island e a fine anno passò dal numero 102 a numero 11 del mondo. Ma il torneo che lo mise definitivamente sulla mappa del tennis mondiale fu quello di Milano del 1995, giocato in quello che all'epoca si chiamava Palatrussardi; vinse 6-0 al terzo contro Stich nei quarti e poi battè di misura Ivanisevic. In finale lottò per 3 ore contro Boris Becker che arrivò al match point ma commise un doppio fallo. Kafelnikov resse all'urto con il tedesco e poi chiuse in gloria al tie-break.

Al Roland Garros del 1995 sbattè fuori ai quarti il numero 1 del mondo Andre Agassi in tre set, ma perse la prova del 9 contro Thomas Muster. L'anno dopo però diventò il campione di Parigi. In tutto il torneo perse un solo set contro Krajicek nei quarti, poi in semifinale ridusse in un colabrodo il povero Pete Sampras e in finale prevalse nel lungo braccio di ferro con Michael Stich. Vinse anche il torneo di doppio e da allora mai più nessuno è riuscito a vincere uno Slam sia in singolare che in doppio.
Non fu un mostro di continuità, non fu mai un protagonista assoluto del circuito che viveva la lunga e preziosa rivalità fra Pete Sampras e Andre Agassi, ma nel gennaio del 1999 tornò a vincere una prova del Grande Slam conquistando Melbourne. Fu un torneo sofferto, ma con molte defezioni e battute d'arresto dei campioni più attesi. Kalashninov ebbe un tabellone fortunato: superò Todd Martin nei quarti, Tommy Haas in semifinale e Thomas Enqvist in finale.
A giugno diventò numero 1 del mondo, ma solo per poche settimane. E iniziò il nuovo millennio con un'altra finale in Australia, questa volta persa in quattro set contro Andre Agassi. Ma il 2000 segnò anche un'altro grande successo che per i russi, tradizionalmente poco tennistici, vale il traguardo più grande. E ciò l'oro ai Giochi Olimpici di Sydney 2000 che Kafelnikov conquistò battendo in finale il tedesco Tommy Haas. Sarebbe potuto diventare un grande, ma gli mancò forse un filo di testa e un fisico più adeguatamente preparato a lottare per 52 settimane all'anno. 
L'ultimo squillo nel 2002 per fare grande, ancora una volta, la Russia. Se aveva pianto dopo le finali perse nel 1994 contro la Svezia e nel 1995 contro gli Stati Uniti, il Principe trascinò la sua squadra alla conquista della Coppa Davis grazie a una incredibile rimonta contro la Francia, culminata con il successo di Mikhail Youzhny su Paul Henri Mathieu.
Non aveva ancora 30 anni Kafelnikov quando allentò la presa: il tennis passò in secondo piano rispetto al rugby e ai tornei di poker.


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