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Dalla risposta di Rune alle carote: 5 ricordi delle Finals più belle

La terza edizione delle Nitto ATP Finals in quel di Torino è stata - fin qui - la più bella di tutte. Grazie alla finale raggiunta da Jannik Sinner, ma non soltanto. Ecco 5 motivi per cui non dimenticheremo facilmente l'evento del Pala Alpitour...

di | 20 novembre 2023

Holger Rune saluta il pubblico (foto Sposito/FITP)

Holger Rune saluta il pubblico (foto Sposito/FITP)

1 – La risposta di rovescio messa fuori da Rune

Partiamo da qui, perché – col senno di poi – è il momento che ha cambiato il torneo. La situazione, per i due o tre che non lo dovessero ricordare, era la seguente: Sinner già qualificato per le semifinali, Holger a caccia di un posto, che avrebbe ottenuto solo vincendo, lasciando dunque fuori Novak Djokovic dalla competizione. L'altoatesino e il danese (avanti 2-0 nei precedenti) se le danno di santa ragione, fino a che Rune si porta avanti per 4-3 nel terzo, con una palla break a disposizione. L'allievo di Boris Becker si avventa sulla palla per colpire una risposta di rovescio vincente, ma la palla finisce larga di circa un centimetro, con Sinner rimasto a qualche metro a guardare. Ecco: non lo sapevamo ancora (anche se qualcuno lo aveva intuito), ma le Nitto ATP Finals 2023 si sono decise in quel momento lì.

La stretta di mano a fine match tra Hurkacz e Djokovic (foto Getty Images)

2 – Il set vinto da Hurkacz contro Djokovic

Nel momento in cui si è fatta la storia del tennis italiano, Jannik Sinner non era in campo. Erano in campo invece Novak Djokovic (sempre lui) e Hubert Hurkacz, con il polacco entrato per un solo match per sostituire l'infortunato Stefanos Tsitsipas, ritiratosi dopo appena tre giochi contro Rune. Ebbene, Djokovic avrebbe dovuto vincere in due, per poter puntare al primato nel girone e per mettere in dubbio la qualificazione di Sinner alle semifinali. Invece il secondo set è finito nelle mani del polacco, peraltro molto amico di Jannik. Il quale poi (leggi sopra) si è ampiamente meritato il regalo prendendosi la terza vittoria su tre partite.

Tutta la grinta di Jannik Sinner (foto Sposito/FITP)

3 – La vittoria di Sinner contro Medvedev

Andiamo oltre. Dopo il girone, ecco la semifinale contro Daniil Medvedev, sconfitto il giorno prima (in maniera piuttosto netta) da Carlos Alcaraz. Daniil aveva vinto i primi sei precedenti, Sinner si era preso gli ultimi due, in questa rivalità dall'andamento così anomalo. Erano in tanti (con una certa ragione) a temere il russo, e invece Jannik ha completato l'ennesimo capolavoro della sua settimana, riuscendo addirittura a dominare il terzo set, dopo aver perso il secondo. È stata una vittoria importante sotto tanti punti di vista. Non ultimo, per ricordare a 'Meddy' (simpaticissimo fuori dal campo, meno quando gioca) che non bisognerebbe mai sbadigliare in faccia agli avversari, nemmeno quando si vince.

Novak Djokovic e Jannik Sinner alla cerimonia di premiazione delle Nitto ATP Finals 2023 (Foto Sposito/FITP)

4 – Il discorso di Nole dopo la finale

Novak Djokovic è un campione assoluto. Secondo i risultati, il migliore di sempre. Ma di lui si ricorderanno anche tante prese di posizione fuori dal rettangolo di gioco, non sempre – peraltro – condivisibili e non sempre guardate con favore da vertici istituzionali e governi (vedi faccenda vaccini). Ma c'è una cosa che bisogna riconoscergli: la capacità di rendere merito ai suoi avversari, in ogni momento. Senza recriminare quando perde, senza perdere di vista la realtà quando vince. Parlando direttamente a Sinner, gli ha detto che il suo futuro prevede l'approdo al numero 1 del mondo e alcune vittorie Slam. A noi non resta che sperare che abbia ragione.

5 – I selfie coi Carota Boys

Oltre a Sinner, i protagonisti della settimana sotto il profilo mediatico sono stati loro, i Carota Boys. Ossia i fan (con i vestiti da carota) che seguono Jannik da qualche tempo nei grandi tornei. A un certo punto si è persino scatenata la caccia al selfie con uno dei 'Carota', mentre giorno dopo giorno aumentavano esponenzialmente i tifosi che esibivano chi una maglietta arancione, chi una parrucca a riccioli folti, sempre rigorosamente arancione. Ora, è tutto bellissimo. Se non fosse per il fatto che nei quarti di Davis affrontiamo l'Olanda. E forse non tutti sanno che le carote che mangiamo oggi sono arancioni dopo che i contadini olandesi del sedicesimo secolo le 'vestirono' in questo modo (grazie a degli incroci di sementi) per rendere omaggio a Guglielmo d’Orange. Insomma, a Malaga sarà meglio tornare all'azzurro.

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