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Il nuovo principe di Monte-Carlo è il favorito numero uno sulla terra catalana ma nella conferenza stampa pre-torneo ha affermato: “Ci sono almeno 6 o 7 giocatori che possono vincere”
di Tiziana Tricarico | 15 aprile 2025
Con il trofeo di Monte-Carlo alzato al cielo ancora negli occhi, Carlos Alcaraz è arrivato nella capitale della Catalogna per affrontare una nuova sfida, conquistare quello del Conde de Godó 2025 (il “Barcelona Open Banc Sabadell” -ATP 500, montepremi 2.889.200 euro) che si sta disputando sulla terra rossa del Real Club de Tenis Barcelona-1899, il più antico circolo della città. Ci è già riuscito nel 2022 e nel 2023 mentre lo scorso anno ha dovuto all’ultimo momento rinunciare a partecipare. Col sorriso stampato in faccia ed appena ritrovata la seconda posizione nel ranking, il 21enne di El Palmar (Murcia) ha affrontato la consueta conferenza stampa pre-torneo.
“Vincere ogni partita due set a zero o comunque non perdere mai - ha risposto ridendo Alcaraz a proposito delle aspettative dei fan -. Il livello delle richieste è alto, anche se riconosco che ci sono stati dei risultati che per alcune persone... anche per me stesso a dire la verità, non sono stati quelli che mi aspettavo. Sono passati quattro anni e ho imparato molte cose, ora do importanza a ciò che lo merita. Ci sono alcune sconfitte che per molti non sono state spiegabili, ma per me non ci sono sconfitte che non lo siano perché sono tutti insegnamenti, quindi è ora di guardare avanti. Parlare è facile e gratuito, soprattutto quando qualcuno ha delle aspettative e non le mantiene”.
“Anche a me piacerebbe vincere sempre in due set ogni volta che si cambia superficie il primo torneo è sempre un po’ più complicato. Così a Monte-Carlo sono passata dal meno al più - ha raccontato lo spagnolo, che domenica per la prima volta ha conquistato il “1000” del Principato -: in finale ero più nervoso del solito, ma sentivo che stavo migliorando. Alcuni giorni sono partito un po' più teso, ma a poco a poco ho aumentato il mio livello fino a finire per giocare bene in ogni partita. Per il fisico non è la cosa migliore, certo, non è l'ideale giocare sempre tre set o partite così tirate, ma ti aiuta anche ad abituarti a questa superficie”.
Pur essendo comunque terra rossa, quella di Barcellona è ovviamente diversa da quella di Monte-Carlo: “Proverò subito a giocare per vedere le condizioni - ha detto “Carlitos” -. Fisicamente non ho nessun fastidio, forse sono un po' stanco per la settimana scorsa, oltre a non aver avuto giorni di riposo prima di Barcellona. Ma non vedo l'ora di giocare, sono motivato: spero di essere subito pronto per il match d’esordio (contro il qualificato statunitense Ethan Quinn, n.126 ATP, mai affrontato in carriera). Vincere aiuta sempre e ovviamente la fiducia aumenta quando si arriva a un torneo dopo aver vinto quello precedente. Sulla terra battuta, per sentirmi il più possibile a mio agio, ho bisogno di questo tipo di rodaggio. A Monte Carlo non ho mostrato un livello di tennis molto alto, ma credo che in termini di atteggiamento e di voglia di fare abbia lasciato il segno, quando si è trattato di affrontare i problemi. Ho visto che, anche senza giocare un tennis eccellente, posso superare alcune partite piuttosto difficili. Questo mi dà sicurezza”.
Per modestia (o scaramanzia?) lo spagnolo afferma di non avere aspettative particolari per Barcellona: “Non mi aspettavo di vincere a Monte-Carlo, volevo solo continuare a prendere ritmo e ore sulla terra, ma conquistare il trofeo ha cambiato un po’ le cose - ha aggiunto Alcaraz -. Io il favorito sulla terra battuta? Beh, ci sono molti giocatori che possono fare la differenza in ogni torneo, in questo momento ci sono 6 o 7 giocatori che possono vincere. Non voglio considerarmi favorito: parto con le aspettative più basse possibili. Voglio solo concentrarmi su ciò che è importante per me: scendere in campo e divertirmi. Se perdo, perdo, e se vinco, vinco, ma al di là di questo non voglio riporre altre aspettative su di me”.
L’obiettivo resta sempre lo stesso per Carlos: giocare il meglio possibile. “Non credo di essere ancora al mio miglior livello - ha sottolineato -. Quest'anno ho giocato partite migliori rispetto a Monte-Carlo, perché una cosa è vincere e un’altra è giocare bene: Come ho già detto al Country Club il livello del mio tennis non è stato molto alto, ma lo è stato invece il livello mentale e come ho affrontato le avversità. Penso di stare vivendo un buon anno, forse nell'ultimo mese ho giocato un po' peggio, ma credo di aver fatto abbastanza bene in quasi tutti i tornei che ho giocato. Ora sulla terra battuta non è facile prendere rapidamente il ritmo e la fiducia, ma ci sto provando”.