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Da parte mia - spiega il numero 3 del seeding dopo aver battuto il serbo Lajovic - mi aspettavo una prestazione peggiore rispetto a quanto poi sono riuscito a mostrare"
09 maggio 2025
Carlos Alcaraz risponde presente. Lo spagnolo, reduce da alterne fortune nei primi grandi tornei sul rosso della stagione, si presenta a Roma facendo il proprio compitino. Nel 6-3 6-3 inflitto a Dusan Lajovic non ci sono particolari indicazioni sul suo stato di forma, perché l'avversario non era tra quelli che - almeno in questo momento - lo possono impensierire. Eppure, le parole del 22enne di Murcia sono improntate all'ottimismo.
"Bello tornare in Italia - spiega Carlitos con un sorriso sul volto - e bello sentire la gente che mi acclama, che urla il mio nome. Venire a Roma è sempre una piacevole sensazione".
"L'incontro con Lajovic - continua - lo considero un ottimo esordio. Promettente per il resto del torneo. Da parte mia mi aspettavo una prestazione peggiore rispetto a quanto poi sono riuscito a mostrare".
Ma in realtà non era tanto l'aspetto tecnico, a preoccupare Alcaraz per il suo esordio, quanto il suo stato fisico, dopo l'infortunio che lo aveva costretto a rinunciare al 1000 di Madrid. "L'importante - continua Carlos - era capire come stavo, quali erano le sensazioni fisiche in campo. E anche sotto questo aspetto sono molto contento, perché mi sono sentito bene dall'inizio alla fine".
"Mi sono mosso con la consuetà rapidità, non ho sentito alcun dolore, questo è promettente. Dopo aver rinunciato a Madrid, mi sono concesso qualche giorno di riposo totale. A parte qualche seduta col fisioterapista, non ho lavorato. Ho preferito lasciare al mio fisico il tempo di recuperare. Il lunedì successivo sono tornato a casa e ho voluto fare un test, per capire come stavo e come colpivo. Ho visto che era tutto ok e a quel punto sono ripartito con gli allenamenti".
"In sostanza - chiude Alcaraz - è stato un mix tra riposo e allenamento, per arrivare a Roma nelle migliori condizioni possibili". L'infortunio - erano coinvolti bicipite femorale e inguine - pare dunque risolto. O almeno in via di risoluzione. Così si può ricominciare a parlare di tennis. Magari facendosi spiegare direttamente dal re delle smorzate quale sia il segreto per un drop shot perfetto.
"Prima di tutto - spiega il 'docente' Alcaraz - devi picchiare forte per spingere il tuo avversario qualche passo dietro la riga di fondo campo. Poi è una questione di tecnica, che va affinata. Ma è anche un colpo che a me viene piuttosto naturale. Il segreto è trovare il momento giusto per farlo. Perché è più importante non giocare una palla corta perfetta ma eseguirla nel momento opportuno, piuttosto che fare il contrario".
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