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"Non mi interessa più di tanto il ranking - spiega Alcaraz - ma so che la gente vorrebbe vedere una finale di Parigi fra me e Jannik. Vedremo... Musetti? Grande talento, che entrerà in top 10 e farà grandi cose"
13 aprile 2025
Pare strano che un ex numero 1 del mondo, vincitore di 4 Slam, debba ancora dimostrare qualcosa. Per qualcuno forse è così, certamente Carlos Alcaraz la vede in modo diverso. Dopo aver battuto Lorenzo Musetti ed essersi preso il primo titolo a Monte-Carlo, l'iberico spiega la sua visione del momento che sta attraversando.
"Non penso - spiega Carlos - di aver dimostrato qualcosa in particolare a qualcuno. Il fatto è che la gente - se si aspetta molto da te - ritiene di poter parlare molto quando invece cominci a perdere. Io a un certo punto mi sono detto che era meglio concentrarmi su me stesso, invece che sui pensieri degli altri. Magari ascoltando solo i pareri di chi mi sta attorno ogni giorno, mi conosce e mi vuole bene. Sarà lo stesso approccio che manterrò nei mesi che verranno".
"All'inizio della finale - prosegue - la questione era chi di noi due avrebbe gestito meglio la tensione nervosa. Per lui era un match delicato perché era la prima finale in un Masters 1000, ma anche per me si trattava di una partita importante, visto che arrivavo da un mese complicato, dentro e fuori dal campo. Nel primo set, Lorenzo ha gestito le emozioni meglio di me e lo ha dimostrato giocando a un livello molto alto. Poi si è infortunato e ho capito che non sarebbe più riuscito a reggere il ritmo che aveva mostrato in precedenza. Un peccato, finire così".
L'elogio a Musetti prosegue: "Sono sicuro che Lorenzo si rivedrà molto spesso in partite come questa. Sta facendo un grande lavoro col suo team e ha fatto grandi progressi. Ci conosciamo da tanto tempo ed è bello vederlo esprimere questo suo grande potenziale".
"Non mi sorprende che sia lì vicino ai top 10. Il suo livello è quello, ha già battuto tanti top players e ha le armi per competere coi migliori. Ha le qualità tecniche per ottenere grandi successi, ma sta ancora imparando, per esempio - come lui stesso ha detto - questa settimana ha imparato a vincere soffrendo. Penso che lo vedremo in top 10 e che farà grandi cose nel nostro sport, ha un grande talento".
Un'analisi di se stesso, invece, parte dal confronto col team. "Per tutta la settimana il mio coach (Samuel Lopez, ndr) mi continuava a ripetere di rimanere positivo e forte. Era questa la chiave. Solo così potevo ritrovare il mio tennis e la mia voglia di lottare. Non dovevo schivare le difficoltà bensì affrontarle, guardarle in faccia. Grazie a questo approccio, è stata una splendida settimana".
Ora è tempo di festa. E di qualche inevitabile paragone col passato. "Le 11 vittorie di Nadal? Onestamente credo siano qualcosa di impossibile da ripetere. Ma spero comunque di tornare e di rivincere a Monte-Carlo nei prossimi anni. Spesso abbiamo parlato col mio team di tutti i traguardi incredibili che ha raccolto Nadal. Le 11 vittorie qui, le 14 al Roland Garros... sono cose eccezionali e impossibili da ripetere. Per quanto mi riguarda, se tutto andrà bene, spero di poter giocare questo torneo per altri 10, 15 anni, dunque avrò altre chance per fare bene".
"Io numero 2 del mondo? Non mi interessa più di tanto il ranking, mi concentro maggiormente sul gioco e su come posso fare per godermi il percorso. So che la gente aspetta una finale tra me e Jannik al Roland Garros, vedremo cosa accadrà...".
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