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Atp

Tabilo, lacrime di gioia: "Ho pensato solo a me stesso, sono felice"

"Con Novak oggi - dice il cileno - ho vissuto un sogno, ma devo continuare a lavorare, mantenendo questa fiducia più a lungo possibile”. Tabilo è l'erede di una tradizione importante, che ha due campioni come Massu e Gonzalez come riferimenti recenti

12 maggio 2024

Alejandro Tabilo è – di gran lunga – il protagonista di giornata al Foro Italico. Forse, tra i protagonisti dell'intero torneo. Dopo la vittoria su Novak Djokovic, il cileno nato in Canada è stato scoperto anche dal pubblico che non lo conosceva. Ed erano tanti, in fondo, perché la posizione numero 32 del sudamericano è qualcosa che si è costruito negli ultimi mesi, dopo anni di gavetta nel circuito minore.

“Ho appena parlato – spiega Tabilo – con la mia famiglia, la mia ragazza, i miei amici: ancora non ci credo, abbiamo pianto persino. Ma ora dovremo resettare e tornare martedì per il resto del torneo. Sto scalando il ranking e sto incontrando i migliori, ma con un top 10 o un top 20 è sempre dura. Con Novak oggi ho vissuto un sogno, ma devo continuare a lavorare, mantenendo questa fiducia più a lungo possibile”.

Tabilo è l'erede di una tradizione importante. “Gli ex pro cileni? Sono tanti quelli importanti, ricordo soprattutto Massu e Gonzalez, ma mio papà mi mostrava spesso anche gli altri. Da quando ho iniziato a vivere in Cile ho conosciuto meglio proprio Gonzalez e Massu, e quest'ultimo anche come capitano di Davis. Vede come si sviluppa la mia carriera, si tiene aggiornato. Ci scambiamo messaggi e ho grande supporto da tutti. Certamente è difficile competere con loro, ma allo stesso tempo è un onore avere la chance di giocare in Nazionale, la Davis e quest'anno le Olimpiadi”. 

Il cileno è nato a Toronto, poi è tornato (dopo anni) alla patria di origine dei suoi genitori. “Sono nato in Canada, poi ci siamo trasferiti negli Usa e infine a 18 anni siamo finiti a Santiago, costruendo un nuovo team. Mi pareva incredibile due anni fa ritrovarmi in top 100, dopo tanti infortuni che mi hanno tenuto fermo a lungo, non ho giocato anche per due mesi di fila. Così è difficile trovare consistenza, ho lavorato molto sul fisico e sul lato mentale”.

Battere Djokovic, ancora di più a Roma e ancora di più in questo modo, è qualcosa di difficile da spiegare a parole. “Anche dal mio team mi hanno chiesto quando ho realizzato di poter vincere. La verità è questa: in nessuno momento. Dopo il primo set ero felice, stavo giocando bene e volevo mantenere quel livello. Ma potevamo andare al terzo in ogni momento, anche se punto dopo punto ci ho creduto sempre di più. Non ho pensato al punteggio, sono sempre rimasto rilassato. Djokovic diverso dal solito? Ma io stavo cercando di concentrarmi su me stesso, all'inizio sono partito bene e poi ho cercato di non lasciare punti gratuiti”.

Al prossimo turno, per Tabilo, c'è una partita molto dura, ma tutto sommato non impossibile, contro Karen Khachanov, il russo che sulla terra rappresenta un pericolo per tanti. Anche questo Tabilo, tuttavia, è da tenere d'occhio: colpi equilibrati ed efficaci, palla corta millimetrica e ben nascosta, servizio che raggiunge velocità ragguardevoli. 

Il suo primo ingresso nei top 100 è datato febbraio 2022, ma fu una presenza nelle zone più basse, con una capatina nei 70 e poi di nuovo un'uscita oltre la soglia del tennis dei big, dei grandi tornei. L'ultimo approdo, invece, è del novembre 2023. Da quel momento, Tabilo è cresciuto costantemente, al punto da prendersi pure il primo titolo Atp. E non sul rosso, come forse qualcuno si attendeva, bensì sul cemento di Auckland, battendo in finale Taro Daniel dopo essere partito dalle qualificazioni. Oggi è numero 32, ma virtualmente 29. Dunque testa di serie al Roland Garros. Djokovic, fosse meno preso dai suoi problemi, direbbe 'Not too bad'.

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