Chiudi
Andrea Arnaboldi, dopo aver detto addio al professionismo a fine 2023, è rimasto nel mondo del tennis accompagnando Federico Arnaboldi – il cugino – nella sua avventura agonistica. Un legame forte, per due ragazzi che sono quasi fratelli
24 giugno 2024
Che sarebbe andata a finire così, in fondo, lo credevano un po' tutti. E ci si sperava pure. Andrea Arnaboldi, dopo aver detto addio al professionismo, resta nel mondo del tennis accompagnando Federico Arnaboldi – il cugino – nella sua avventura agonistica. 36 anni, l'ultimo torneo giocato a Como, casa sua, lo scorso anno, Andrea è stato al massimo numero 153 Atp e rischia di essere ricordato come il giocatore più forte (o uno dei più forti) a non aver mai vinto un torneo Challenger.
Per contro, si è tolto parecchie soddisfazioni, per esempio un secondo turno al Roland Garros (nel 2015, battendo nelle qualificazioni Herbert per 27-25 al terzo) e un'altra presenza a Wimbledon, sempre passando dalle quali. Un ragazzo mite, il canturino, che ha fatto dell'umiltà e del lavoro due pilastri, sia durante il lungo periodo passato in Spagna, sia al ritorno nel nostro Paese.
Andrea Arnaboldi col cugino Federico: il testimone passa a lui
Quella dedizione ora è al servizio del cugino Federico, 24 anni, che nel 2016 vinceva l'Avvenire sui campi dove era tesserato, prima volta nella storia di un trionfo casalingo per il torneo che scopre i campioni. Il percorso del talento lombardo non è stato semplice, nel passaggio al professionismo. Molti dubbi, qualche delusione, un infortunio serio (agli addominali, nel 2021) e poca fiducia stavano creando un circolo vizioso dal quale pareva difficile uscire. Aveva cominciato con qualche titubanza anche questo 2024, Fede, che però da maggio ha cambiato marcia, paradossalmente nel momento in cui ha deciso di cambiare dimensione, buttandosi a capofitto nel circuito Challenger. A Francavilla, ha centrato qualificazione e ottavi, ripetendosi poi con lo stesso percorso a Vicenza e a Perugia (quest'ultimo, un 125). Nel cammino, ha piegato avversari come Bonadio, Cecchinato e Mager, non proprio tre sprovveduti sul rosso. Ed ecco che di punto in bianco quella posizione numero 500 nel ranking sembra qualcosa di totalmente non rispondente alle sue qualità.
Del resto Arnaboldi junior a tennis gioca bene, un repertorio talmente completo che forse ha impedito al ragazzo di costruirsi schemi fissi sui cui basare il proprio gioco e dunque acquisire sicurezza. Sembra un paradosso, in realtà capita a molti, fra i più dotati. 24 anni non sono pochissimi ma oggi non sono nemmeno tanti: in fondo sarà nei prossimi 10 (o più) che si deciderà la sua carriera. “Il mio modello è Andrea – diceva Federico quando ancora era una promessa del tennis giovanile tricolore – ma non voglio mettermi fretta, devo crescere curando ogni aspetto”. Mentre fin dal principio, il cugino più grande diceva di voler trovare nuove sfide: “Fare il professionista – scriveva – è stata una grande opportunità nella mia vita. Ma sono pronto a buttarmi in una nuova avventura con lo stesso entusiasmo”. Le due esigenze si sono incontrate adesso, quando i tempi – per entrambi – sono maturi. E chissà che non sia proprio questa collaborazione a diventare le chiave del successo del giocatore Federico e del neo coach Andrea.
Il rovescio di Andrea Arnaboldi
Curiosità: prima di appendere la racchetta al chiodo, Andrea ha trovato modo di affrontare Federico in un match ufficiale, lo scorso anno a Rovereto. Vinse il più esperto, 6-3 6-4, e il più giovane non potrà avere – salvo ripensamenti del cugino o 'quasi fratello', come dicono loro – una chance per rimettersi in pari. “Essendo iscritti allo stesso torneo – disse Andrea – sapevamo che ci sarebbero state buone possibilità di affrontarci. Ma in fondo non è stata una novità assoluta: ci alleniamo spesso insieme e abbiamo preso il match come una partita in più, sia pure con la consapevolezza che c'era qualcosa in palio. La routine inoltre è stata la stessa: ci siamo allenati insieme, abbiamo pranzato insieme, ci siamo riscaldati insieme. Ma è stato un po' strano trovarmelo davanti, considerando che l'ho visto nascere e per me è quasi un fratello”.
Un dettaglio simpatico, nel momento in cui la carriera del più giovane, come tutti si augurano, dovesse sbocciare. "Ora - chiude Federico - mi sento pronto per un salto di qualità. E Andrea, che ho sempre seguito tenendo gli score di tutte le sue partite, è la persona ideale per accompagnarmi. Non mancheranno discussioni, punti di vista diversi, ma il nostro rapporto supera ogni problema".
Federico Arnaboldi (foto Milesi)
Non ci sono commenti