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Atmane, il nuovo Magicien: dalla depressione al sogno top 100

Il 21enne francese ha toccato da poco il suo best ranking, numero 149 Atp (e 12 nella Race dei Next Gen), ma non si vuole certo fermare qui, con due titoli Challenger in poche settimane a dargli fiducia e coraggio. Ispirazioni? Due connazionali: Santoro e Leconte

22 settembre 2023

Sarà che entrambi sono mancini, entrambi si definiscono istintivi, entrambi provengono dalla stessa area geografica, l'estremo nord della Francia. Ma l'accostamento fra il 21enne Terence Atmane e il suo illustre connazionale Henri Leconte, con tutti i dovuti distinguo del caso (a partire dal rovescio), appare quasi inevitabile. Tanto più oggi, con Terence che sta finalmente vivendo un momento felice, dopo un'attesa più lunga del previsto per arrivare al tennis che conta.

Il transalpino, spilungone di un metro e 93 per 80 chili, diritto fulminante e rovescio bimane, ha toccato da poco il suo best ranking, numero 149 Atp (e 12 nella Race dei Next Gen), ma non si vuole certo fermare qui, con due titoli Challenger in poche settimane a dargli fiducia e coraggio. Si tratta dell'ennesimo prodotto di una scuola – quella dei cugini d'Oltralpe – che magari non brilla come in passato ma dimostra di essere viva: nel ranking degli Under 21, prima di lui ci sono Arthur Fils, Luca Van Assche e Arthur Cazaux; dopo di lui Harold Mayot. 

E pensare che Terence, fino a poco tempo fa, stava vivendo un periodo nero, al punto da sprofondare nell'ombra della depressione. È stato lui stesso a raccontarlo al blog 'Behind the racquet': “Tutto è cominciato – spiega – con alcuni problemi personali, che poi hanno trovato un riflesso anche nel mio tennis. Ho spinto lontano amici e famiglia, mi sono chiuso in me stesso e non sapevo come uscire da un'ansia perenne. Una notte, erano più o meno le 3, ho sperimentato una sorta di paralisi, non riuscivo a muovere il mio corpo e pensavo che fosse arrivato il mio momento. Ho controllato il polso e il mio cuore era impazzito, 215 battiti al minuto. Quando passò quel momento cercai di rilassarmi, il giorno dopo scesi in campo ma mi strappai due legamenti. Furono tre mesi di stop, di attesa ma anche di cambiamenti: decisi di combattere una volta per tutte ansia e depressione, con ogni forza che avevo. Penso di esserci riuscito”.

Dichiarazioni forti, anche se non isolate, per un giovane di belle speranze che stava per essere travolto dalle sue stesse aspettative. “Quando ero piccolo – racconta – dicevo sempre ai miei genitori di voler diventare il miglior tennista del mondo. Volevo dedicare la mia vita a questo sport ed è una scelta che non rimpiango di aver fatto. Tuttavia, la paura è sempre con me in qualche modo, anche se sto imparando a gestirla”. Atmane è un misto di intelligenza e istinto. Un QI di 158 (stando alle sue stesse dichiarazioni) lo colloca tra coloro che il cervello lo dovrebbero usare – anche in campo – per fare la differenza. Il problema è che a volte il ragazzo comincia a pensare troppo. E allora viene in mente proprio Leconte, con le sue giocate d'istinto che gli sono valse un affetto trasversale, in ogni parte del mondo. Perché va bene pensare, ma come diceva Goran Ivanisevic, a volte bisogna spegnere la mente per trovare le soluzioni migliori.

“Non so cosa riuscirò a diventare – raccontava il francese qualche tempo fa – e non saprei definire degli obiettivi a lungo termine. Se penso a cosa sarà di me tra 4 o 5 anni, credo che ci siano le stesse probabilità di essere numero 300, 100, 10 o 1. Adesso cerco semplicemente di dare sempre il meglio sul campo da tennis, poi i risultati arriveranno di conseguenza. Diventerò quello che dovrò diventare”. Un po' di sano fatalismo, dentro a un'esistenza vissuta sin qui con troppa tensione verso quei risultati che si sono fatti desiderare. Nessuno, nemmeno in Francia, stava più mettendo troppa attenzione su quel ragazzo che da junior arrivò a essere numero 20 al mondo. Un traguardo per cui, se parliamo di professionismo, forse non metterebbe la firma. Intanto 'The Magicien', come si fa chiamare sui social ricordando un altro grande connazionale del recente passato, il fenomeno Fabrice Santoro, comincia a scalare il ranking. 'Brick by brick', mattone su mattone, per raggiungere i suoi sogni e scacciare i suoi demoni.

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