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Dal 2020 a oggi, Felix ha vinto per la precisione 19956 punti, dunque parliamo di circa 400 mila dollari donati alla causa, che sono serviti per aiutare oltre 2500 bambini del Togo, il Paese di origine del padre. “A causa della pandemia – ha spiegato Felix – non ho potuto visitare prima il Togo. Ma ce l'ho fatta finalmente lo scorso dicembre, quando ho passato lì due settimane”
23 dicembre 2023
“Quando ho saputo che avrei vinto il premio, mi sono sentito felice. Ma non aiuti gli altri per vincere premi, sono sicuro che Arthur pensava lo stesso”. 'Arthur' è Ashe, il premio è l'Humanitarian Award dell'Atp. E chi parla è Felix Auger-Aliassime, che quel riconoscimento lo ha vinto in questo 2023 grazie all'aiuto fornito costantemente, negli ultimi anni, al suo Paese di origine, il Togo.
“Sento forte l'eredità di Ashe – ha continuato Felix – e ho letto molto in merito al suo impatto sulla società. Anche se i problemi che doveva affrontare lui oggi sono parzialmente risolti, c'è ancora tanto da fare”. Il mondo, insomma, continua a essere un posto dove c'è bisogno di aiuto. E chi può dare una mano non deve tirarsi indietro. “Se c'è un modo per garantire agli altri un futuro migliore, di speranza – ha chiosato il canadese – io ci sono”.
Ma perché Felix è riuscito a conquistare questo premio? La risposta sta in quel progetto che si chiama FAA Points for change. Venti euro messi da parte per ogni punto vinto in ogni partita del Tour. Con un obiettivo nobile e ambizioso: aiutare i bambini del Togo, il Paese di origine del padre, ad avere un'istruzione adeguata e dunque un futuro sereno. “Ho dato vita al progetto 'FAA Points For Change' – spiega il canadese – nel 2020, per aiutare Edu Change, programma messo in pista dall'associazione Ngo Care".
"Ma l'idea era nata già nel 2019, perché avevo bisogno di dare un senso più profondo a ciò che facevo, quindi non limitandomi solo a me stesso, al mio tennis e ai miei risultati. Ho sempre avuto dentro di me questo desiderio di aiutare i giovani, le nuove generazioni, dunque in primo luogo i bambini. Ho voluto cominciare proprio dal Togo, che è il Paese di origine di mio padre, nell'Ovest dell'Africa, dove evidentemente c'era particolarmente bisogno di un sostegno alla popolazione più giovane”.
“Sono stato lì tempo fa per un periodo e mi sono resto conto che c'era tanto da fare coi ragazzi, per dare loro un'educazione, un'istruzione, un accesso sereno alla scuola. Per ogni punto dono 5 dollari, mentre 15 dollari li dona BNP Paribas: stiamo procedendo molto bene, anche se passare attraverso i due anni di Covid non è stato facile. Adesso, tuttavia, abbiamo già raccolto abbastanza per poter rinnovare delle scuole, dei campi da calcio, così come per comprare materiali scolastici e utili agli insegnanti”.
Dal 2020 a oggi, Felix ha vinto per la precisione 19956 punti, dunque parliamo di circa 400 mila dollari donati alla causa, che sono serviti per aiutare oltre 2500 bambini. “Sempre a causa della pandemia – ha spiegato Felix – non sono potuto tornare prima in Togo. Ma ce l'ho fatta finalmente lo scorso dicembre, quando ho passato lì due settimane. Sono rimasto molto impressionato dallo spirito della gente: con il poco che hanno, li vedi sempre con il sorriso sul volto”.
Felix Auger-Aliassime alle Davis Cup Finals a Malaga (Getty Images)
Se non fosse diventato un tennista, Felix avrebbe fatto l’artista. Magari suonando il pianoforte, una delle sue passioni, oppure seguendo la strada canora di Yannick Noah, avversario nel suo match dei sogni. Per sua fortuna, Felix Auger-Aliassime ha scelto il tennis e a 23 anni (è nato l’8 di agosto, come Roger Federer) è uno dei giovani più in vista del Tour, con un best ranking al numero 6 e un attuale numero 29 figlio di un periodo di scarsa fiducia.
Figlio di Sam Aliassime, emigrato dal Togo a Montreal, e di Marie Auger, Felix è cresciuto spalla a spalla con Denis Shapovalov e ha bruciato vari record di precocità, diventando – a soli 14 anni – il primo giocatore nato nel nuovo millennio a entrare nella classifica Atp. Da allora il suo fisico ha guadagnato centimetri e muscoli, che si sono tradotti in potenza (e servizio) per un tennis che lascia spesso e volentieri a bocca aperta, per solidità e soluzioni brillanti. Ma la soluzione più brillante è stata un'altra: quella di pensare a fare qualcosa di utile per chi tutte quelle chance, nella vita, non se le è potute costruire.
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