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Ci sono 11 giocatori fra i top 100 Atp che non superano il metro e 80 di altezza. Il migliore è l'argentino, che dopo il suo trionfo nel 500 di Rio si è messo in una posizione – per lui – che profuma di fantascienza: numero 7 della Race, con Novak Djokovic a portata di mano e pure il numero 4 di De Minaur non lontano...
di Cristian Sonzogni | 01 marzo 2024
La coincidenza è curiosa ma racconta bene i nostri tempi. Come ci sono 11 giocatori fra i top 100 Atp che giocano il rovescio a una mano, ci sono ugualmente 11 giocatori fra i top 100 che non superano il metro e 80 di altezza. Solo uno entra in entrambe le classifiche, il britannico Daniel Evans. Difficile definirli davvero bassi, in senso assoluto. Facile definirli bassi per il tennis moderno, quello che fonda gran parte del successo sui colpi di inizio gioco e sulla pesantezza di palla.
Il migliore è il 23enne Sebastian Baez, l'argentino che dopo il suo trionfo nel 500 di Rio si è messo in una posizione – per lui – che profuma di fantascienza: numero 7 della Race, con Novak Djokovic a portata di mano e pure il numero 4 di De Minaur non lontano: se 'Demon' non dovesse andare oltre le semi di Acapulco e 'Seba' dovesse vincere a Santiago (dove è il secondo favorito, dietro a Jarry), sarebbe proprio Baez a volare ai piedi del podio. Chiariamo: una sua promozione alle Nitto ATP Finals resta comunque utopia, poiché tutto ciò che non è terra battuta è ancora – per il piccolo Sebastian – qualcosa di semisconosciuto ad altissimo livello (unica eccezione, il titolo sul cemento di Winston-Salem nel 2023). Però resta il fatto che sul rosso di punti se ne possono fare tanti e l'inizio di stagione alimenta sogni mostruosamente proibiti.
Baez è anche il più basso fra i top 100 attuali, con i suoi 170 centimetri, al pari del giapponese Yoshihito Nishioka (82 al mondo). Dietro di loro, troviamo il funambolo francese Hugo Gaston (1 e 73) e Dan Evans (1 e 75), seguiti da una schiera di giocatori a quota 1 e 78: Mariano Navone, Mackenzie McDonald, Rinky Hijikata, Sumit Nagal e il francesino Luca Van Assche, che da poche settimane ha al suo fianco il nuovo coach Vincenzo Santopadre. Chiudono la lista dei 'piccoli' del circuito il tedesco Dominik Koepfer e Guillermo Coria, che con una certa generosità il media guide dell'Atp colloca a quota 1 e 80.
Cosa hanno in comune, questi 11 piccoli fenomeni che cercano ogni giorno di fermare i giganti? La prima caratteristica che li rende speciali è certamente una straordinaria preparazione fisica, unita alla velocità di gambe. Che in definitiva permette grande stabilità nella difesa, dote fondamentale nel tennis attuale e più o meno unica chance per loro di coltivare ambizioni di vertice. Poi c'è la fantasia, evidente soprattutto in alcuni: Gaston, Koepfer e Coria cercano costantemente soluzioni imprevedibili (drop shot incluso) per spezzare un ritmo che altrimenti non potrebbero mantenere a lungo.
Altri, invece, del ritmo fanno la propria forza: sono McDonald e Van Assche, in particolare, che non si intimoriscono di fronte agli scambi più duri e anzi, spesso, trovano a loro volta il vincente. Mentre un (lungo) capitolo a parte meriterebbe Daniel Evans, panda se ce n'è uno, all'interno del Tour. Con quella sua propensione costante all'attacco che è rimasta merce rarissima e che pure l'inglese si ostina a portare avanti come unico antidoto alle bordate altrui.
Rod Laver mostra il trofeo della competizione a lui intitolata, la Laver Cup, al Longwood Cricket Club di Boston, Massachusetts (Getty Images)
La tendenza di un circuito in mano ai giganti non è certo nuova. Anzi, a voler ben guardare è sempre stato così, anche se poi l'innalzamento della statura media ha portato a nuovi estremi, in particolare al vertice. I casi di top players sotto il metro e 80, ad ogni modo, esistono e sono pure pesanti, nella storia della racchetta. L'esempio più clamoroso è quello di Rod Laver, 1 metro e 73 di talento immenso, ultimo uomo capace di completare il Grande Slam in una sola annata. Uno dei candidati – al di là dei risultati – a quel titolo impossibile di 'giocatore più forte di sempre'. Ma c'è stato anche un altro numero 1 del mondo (senza Slam) che rientra nel club dei bassi: il cileno Marcelo Rios, in vetta nel 1998 dall'alto dei suoi 175 centimetri.
Altri top 10 famosi? Come non citare Michael Chang (numero 2 Atp e vittorioso al Roland Garros 1989), con il suo metro e 75. Oppure ancora David Ferrer (stessa statura) o i francesi Arnaud Clement (1 e 73) e Sebastien Grosjean (1 e 75). Oppure, più di recente, Kei Nishikori (1 e 78) e Diego Schwartzman (1 e 70), di cui non a caso Baez viene considerato un degno erede. In casa Italia, c'è stato il caso del romano Flavio Cipolla, oggi coach di Daria Kasatkina (1 e 73), mentre il più basso di sempre, se parliamo di top 100, risulta essere il belga Olivier Rochus (1 e 68, da alcuni considerati generosi), con il fratello Christophe che lo superava di appena due centimetri. Infine, il titolo di più simpatico va a Dudi Sela (1 e 75), l'israeliano che al termine di un match contro Ivo Karlovic (2 metri e 11) prese una sedia per abbracciarlo e sentirsi – per una volta – alla sua altezza. Perché anche i bassi possono avere intuizioni (oltre che tennis) di una certa statura.
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