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Nel corso degli ultimi 50-60 anni, il tennis a stelle e strisce ha goduto delle performance dei figli degli immigrati facendone uno straordinario privilegio, e le ultime belle performance di Nishesh Basavareddy, indiano di origine e nato a Newport Beach, sono lì per dimostrare che la questione è ancora attualissima
di Cristian Sonzogni | 19 dicembre 2024
In fondo lo dicevano anche i nostri nonni e i nostri bisnonni, quando raccontavano che ai tempi loro si andava 'in cerca dell'America', dove America stava per fortuna, di là dall'Oceano. Un fenomeno di emigrazione che era italiano e mondiale, e che oggi riguarda ancora tanti Paesi con meno risorse e (in teoria) meno futuro degli States.
Nel corso degli ultimi 50-60 anni – anno più anno meno – il tennis a stelle e strisce ha goduto di questi ingressi facendone uno straordinario privilegio, e le ultime belle performance di Nishesh Basavareddy, indiano di origine e nato a Newport Beach, sono lì per dimostrare che la questione è ancora attualissima. Nishesh è statunitense a tutti gli effetti, ma entrambi i genitori sono nati e cresciuti nella regione di Hyderabad, prima di spostarsi in California sul finire del secolo. Una caratteristica comune a tanti, tra coloro che hanno reso grandi le racchette di laggiù.
Esempi? Ce ne sono mille, e tutto sommato è pure scontato sia così, visto che parliamo di un Paese che sull'immigrazione ha costruito le proprie radici. Ma ci sono alcuni casi che più di altri sono emblematici, e che rappresentano i classici modelli di sogno americano realizzato. Anche se spesso a costo di sacrifici durissimi. Non si può allora non ricordare Andre Agassi, la cui storia è arcinota da sempre, ma in modo particolare dalla pubblicazione di Open, la sua autobiografia. Libro nel quale il Kid di Las Vegas non ha fatto sconti al padre Emmanuel Aghassian (nome poi modificato in Agassi), boxeur iraniano che del figlio volevo a tutti i costi fare un campione. Nella stessa epoca di Andre, era meno nota l'origine europea di Pete Sampras, di madre e nonni greci (il padre era nato invece negli Usa). Entrambi arrivarono al numero 1, vincendo Slam in serie e dando vita a una delle rivalità più importanti della storia del tennis. Rivalità che senza l'idea di 'sogno americano' delle rispettive famiglie non avremmo mai potuto vedere.
Avanti. O meglio, indietro nel tempo: parliamo di Jimmy Arias, altro grande talento americano dell'epoca appena precedente a quella dei fenomeni Sampras e Agassi. Talento (numero 5 Atp nel 1984) figlio di Antonio Arias, rifugiato cubano che aveva trovato la sua base a Buffalo, stato di New York. Della stessa epoca di Pete e Andre è invece Michael Chang, figlio di due immigrati da Taiwan e nato nella contea di Hudson.
Ancora più indietro, eccoci all'indimenticato Vitas Gerulaitis, figlio di emigrati lituani, volati in America in cerca – ovviamente – di fortuna. Scomparso a soli 40 anni, Gerulaitis fu capace di arrivare al numero 3 del mondo vincendo gli Australian Open del 1977. Radici messicane, invece, per la famiglia di un altro grande, addirittura un ex numero 1. Parliamo di Pancho Gonzalez, uno dei migliori prima dell'avvento del professionismo che divise il mondo del tennis in due parti ben separate.
Ci sono poi coloro che gli Stati Uniti li hanno scelti in corso d'opera, cambiando bandiera per trovare maggiore libertà, soprattutto in termini di diritti e di movimento. È il caso di Ivan Lendl, ceco di Ostrava poi naturalizzato americano negli anni Novanta, anche se i successi più grandi erano già arrivati sotto la bandiera della ormai defunta Cecoslovacchia.
Sono note anche le origini irlandesi (per parte di padre) di John McEnroe, che pur essendo nato (casualmente) in Germania, è sempre stato americano al cento per cento. Come del resto la sua famiglia. Fra tutti questi campioni c'è anche una traccia italiana: è quella di Derrick Rostagno (ex numero 13 Atp), che fin dal cognome tradisce le origini del padre, cresciuto in realtà a Buenos Aires e sposato poi con Helga, tedesca, conosciuta a Parigi.
Ivan Lendl è stato numero 1 al mondo per 270 settimane
Venendo ai giorni nostri, sono quattro in particolare gli americani – tra quelli più in vista – che hanno origini fuori dagli States. Sebastian Korda è figlio di Petr, ex numero 2 al mondo che prima di volare Oltreoceano ha rappresentato la Repubblica Ceca. Frances Tiafoe, invece, ha raccontato più volte la storia dei suoi genitori, provenienti dalla Sierra Leone. E di come tutta la famiglia abbia dovuto fare grandi sacrifici per permettergli di continuare nel suo sogno di diventare professionista.
Brandon Nakashima, altra figura importante per il movimento yankee, ha origini tra Giappone (papà) e Vietnam (mamma). E per finire Marcos Giron è figlio di immigrati di Argentina ed Ecuador. L'ennesimo mix di culture che ha trovato l'America, per poter vivere di tennis.