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Nato a Cernusco sul Naviglio e poi cresciuto con Laura Golarsa come coach, Bega non era esattamente il tipico professionista italiano che metteva la terra prima di tutto. Dei 17 titoli vinti, sul mattone tritato ce n'è soltanto uno, in Turchia nel 2017. Oggi Alessandro affianca Roig nella gestione del romano, ex finalista di Wimbledon
21 marzo 2024
Partiamo da un dato. Alessandro Bega, oggi 33 anni, ha interrotto la sua carriera da professionista nel 2021 – ultimo match giocato contro Jacopo Berrettini nella bella Lisbona – dopo aver viaggiato per circa 15 anni come un forsennato: oltre 350 tornei disputati in 60 Paesi diversi, ovviamente toccando tutti i continenti. Con un best ranking finale a quota 259, con qualche rammarico perché da Juniores era giunto vicino ai top 50 (54 per la precisione), ma pure con tanta esperienza sulle spalle e con l'orgoglio di 17 successi in singolare nel circuito Itf. Mica pochi.
Tanto più che Bega, nato a Cernusco sul Naviglio e poi cresciuto con Laura Golarsa come coach, non era esattamente il tipico professionista italiano che metteva la terra battuta prima di tutto. Al contrario, per Alessandro la terra era, possibilmente, qualcosa da evitare. Dei 17 titoli vinti, sul mattone tritato ce n'è soltanto uno, in Turchia nel 2017. Per il resto, una vita sul cemento, una vita per uomini duri, con successi presi un po' ovunque: dal Kuwait (primo centro, nel 2012) alla Tunisia, dall'Egitto a Israele, passando per il Messico.
Chilometri e chilometri messi in fila (tra aerei e strade incerte, evitando gli alberghi di lusso) inseguendo un sogno che forse, in fondo, si è realizzato comunque, a prescindere dal fatto che Bega non sia mai arrivato a sfondare quel fatidico muro dei top 100, barriera ideale per ogni professionista alle prese con ambizioni di grandezza. Ebbene sì, quel sogno si è realizzato per almeno due motivi.
Il primo: Alessandro da Cernusco non può avere rimpianti, nel senso che ci ha provato con tutto se stesso e senza lasciare nulla di intentato. Ci ha provato fino a che era logico provarci, senza alcun accanimento terapeutico ma con la consapevolezza di aver fatto del tennis il proprio lavoro, anche nel lungo periodo. Il secondo: oggi Alessandro si sta costruendo la sua seconda vita sportiva. Da coach. Con esperienze che altri allenatori più esperti si sognano.
Tutta la gioia di Matteo Berrettini
Lo scorso anno il primo step, sul campo per seguire Ajla Tomljanovic, l'australiana che da noi è diventata particolarmente popolare per la sua relazione (poi terminata) con Matteo Berrettini. Quest'anno nel circuito maschile, a fianco proprio di Matteo, in un curioso passaggio di consegne. Bega lavora quotidianamente insieme al coach spagnolo Francisco Roig, che segue il 27enne romano dopo l'addio di Matteo a Vincenzo Santopadre. Ma con una postilla: rispetto ad altri tecnici che in campo ci vanno per osservare e dare consigli 'a secco', Alessandro - che di Matteo è ottimo amico - può ancora essere perfettamente in grado di sostenere lo scambio con un (per adesso ex) top 10. Un dettaglio mica da poco, che in un rapporto nato da solamente qualche mese può rivelarsi una carta vincente.
Tecnicamente, Bega è (parliamo al presente, nonostante il ritiro) un giocatore che fa del ritmo la propria forza. E proprio il ritmo, nell'allenamento, è qualcosa che serve a tutti i professionisti per riuscire a scaldare i colpi provando pure nuove soluzioni. Per paradosso, quel tennis eccessivamente pulito che non ha certo favorito il lombardo nell'approccio con il vertice del circuito, adesso può decisamente tornargli utile per una carriera tutta nuova, iniziata col piede giusto.
Se l'umiltà del personaggio non si discute (e questa è una dote naturale, difficilmente allenabile), Bega potrà diventare un ottimo coach anche perché, avendo appena 33 anni ed essendo uscito da poco dal circuito, sa perfettamente quali sono le esigenze dei colleghi. E sa come metterli in condizione di trovare fiducia. Con Francisco Roig che, storicamente, ha sempre spinto forte sulla parte atletica dei suoi assistiti, e con Alessandro Bega che può aiutarlo ad acquisire ritmo e morale, Matteo Berrettini ha costruito un team tutto nuovo che promette decisamente bene. All'ex finalista di Wimbledon, adesso, il compito di tradurre tutto questo in risultati.
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