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Bole e Wave, parole da doppio: "Equilibrio ed energia"

Bolelli e Vavassori, i due eroi nazionali del doppio, a Torino giocheranno le Nitto ATP Finals dedicate alle migliori otto coppie del pianeta. Un esordio assoluto per Andrea, mentre per Bolelli sarà la seconda presenza. Ecco il doppio e la loro coppia, per come appaiono dalle loro parole

25 ottobre 2024

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“Per perdere le finali, bisogna prima arrivarci”. Eccola qui, la frase manifesto del 2024 di Simone Bolelli e Andrea Vavassori, i due eroi nazionali del doppio, che a Torino giocheranno le Nitto ATP Finals dedicate alle migliori otto coppie del pianeta. Non la prima della vita, per Simone, ma un esordio assoluto per Andrea, che peraltro quest'anno si è pure preso il primo Slam, lo Us Open di misto insieme a Sara Errani.

Quella frase fu pronunciata a Parigi, al termine dell'ultimo atto del Roland Garros, secondo Major di fila mancato proprio al match decisivo: in Australia, a fermarli erano stati Bopanna ed Ebden, mentre a Parigi arrivarono Arevalo e Pavic a prendersi il trofeo. Due finali straordinarie, ad ogni modo, per una coppia relativamente recente eppure fin da subito perfettamente amalgamata. Una coppia che si trova alla perfezione in campo, ma pure fuori, grazie al carattere di due ragazzi che dell'umiltà e del lavoro hanno fatto due pilastri fondamentali. Un progetto che si legge pure attraverso le loro parole, pronunciate nel corso di questo magico 2024.

Simone Bolelli e Andrea Vavassori festeggiano (foto Getty Images)

Simone Bolelli e Andrea Vavassori festeggiano (foto Getty Images)

SIMONE BOLELLI

“Lui – spiega Simone riferendosi al compagno – è giovane e frizzante, ha molta energia e questo aiuta molto anche me, mi trasmette energia. Io sono più calmo e riflessivo, ma mi fa piacere avere accanto qualcuno che sappia caricarmi così. Da inizio anno abbiamo trovato tutti i meccanismi corretti e la crescita si è vista immediatamente”.

“Giocando solamente il singolare ho più tempo da dedicare a me stesso, questo mi fornisce equilibrio. Il doppio, per farlo funzionare, ha bisogno di feeling col proprio compagno. Un feeling che con Andrea ho trovato fin da subito. Questo ha fatto la differenza. Il doppio è strategia, con il compagno ci devi poter parlare serenamente”.

“Andrea serve benissimo, ha una grandissima copertura della rete e una precisa visione del gioco del doppio. Per lui è tutto naturale. Da parte mia, invece, mi sono dovuto allenare tanto e ho dovuto giocare tante partite per arrivare agli stessi suoi risultati. Oggi vedo la nostra coppia completa: io più solido da fondo, lui che copre la rete come pochi. Ma in realtà entrambi siamo cresciuti sotto ogni aspetto, da quando abbiamo iniziato a giocare insieme”.

“Sinner è un ragazzo d'oro, lo adoriamo tutti. Vederlo anche doppista? Jannik potrebbe giocare tutto e sarebbe comunque un fenomeno, lo abbiamo visto in Coppa Davis. Ma credo avrà altri obiettivi di carriera... A maggior ragione ora che è numero 1, si concentrerà sul singolare”.

Simone Bolelli e Andrea Vavassori (Getty Images)

Simone Bolelli e Andrea Vavassori (Getty Images)

ANDREA VAVASSORI

“Penso che giocare il doppio aiuti tantissimo anche per il singolare. Nel mio percorso non ho trovato tante persone che hanno creduto in me: per questo voglio ringraziare mio padre e il mio team, grazie a loro ho trovato la chiave per emergere. Poi ho trovato il compagno giusto, Simone, e cercherò di tenermelo stretto per i prossimi anni”.

“Io e Simone ci conosciamo bene ormai, ma non per questo smettiamo di approfondire i dettagli. Continuiamo a lavorare senza sosta anche sulla strategia e sui piani di gioco: questo rende l’allenamento ogni volta più interessante, perché scopriamo sempre qualcosa di nuovo. La chiave? Per entrambi, servizio e risposta, ma anche stare attaccati alla rete più che possiamo”.

“Entrambi siamo molto disponibili a provare cose nuove, siamo aperti mentalmente e questo ha fatto la differenza fin dal principio. Abbiamo stabilito subito di giocare un tennis molto aggressivo, supportati anche dalle idee di mio padre".

“A fine carriera mi piacerebbe diventare ambasciatore del doppio nel mondo. Mi piacerebbe far capire come questa disciplina così bella sia ancora troppo sottovalutata. Invece sa essere spettacolare ed è utile sotto tanti punti di vista. Mi sto già impegnando in questo senso, seguendo un corso di business, management e marketing organizzato dall’Atp. E mi impegnerò ancora di più nel post-carriera”.

Simone Bolelli e Andrea Vavassori si scambiano il

Simone Bolelli e Andrea Vavassori si scambiano il "cinque" (foto USTA)

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