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Sasha ha vinto due titoli Atp quest'anno, il 500 di Halle e il 250 di Anversa, qualcosa di assolutamente anomalo per uno che fino al 2022 aveva in tasca soltanto il titolo di Montpellier. Ancora più anomalo, tuttavia, è vedere la sua classifica, numero 30 Atp con un bottino di 1369 punti. Oltre la metà dei quali conquistati in due settimane. E gli altri 351 giorni dell'anno?
23 ottobre 2023
Nella città dei diamanti, dove un tempo davano in premio una racchetta di diamanti, ha vinto un campione che è una specie di diamante. Anche se decisamente atipico, decisamente poco adatto all'accostamento col termine 'professionista'. Sì, Alexander Bublik è qualcosa di diverso da un normale professionista, qualcosa di più o qualcosa di meno, dipende dai punti di vista. Se guardiamo ai risultati, non c'è dubbio che gli manchi qualcosa, in rapporto al talento di cui dispone. Se invece guardiamo all'affetto della gente, allora in pochi possono vantare il suo seguito. E allora chi ha ragione? Chi vince trofei su trofei, guadagna milioni su milioni, oppure lui che di trofei ne vince uno ogni tanto (sembra quasi per sbaglio) e che per il resto si accontenta di piacere?
Bublik il giocoliere nei suoi momenti migliori
Quest'anno è un anno particolare, per il russo nato a Gatchina e poi 'acquistato' dal Kazakistan per farne un proprio ambasciatore, insieme a Elena Rybakina e a qualche altro giocatore che in Russia – parlando di nazionale – all'epoca non avrebbe trovato spazio. Sasha ha vinto due titoli Atp, il 500 di Halle e il 250 di Anversa appunto, qualcosa di assolutamente anomalo per uno che fino al 2022 aveva in tasca soltanto il titolo di Montpellier. Ancora più anomalo, tuttavia, è vedere la sua classifica, numero 30 Atp con un bottino di 1369 punti. Oltre la metà dei quali conquistati in due settimane. E gli altri 351 giorni dell'anno? Gli altri giorni bisogna prenderlo com'è, bisogna prendere quello che arriva. Quando va bene e il ragazzo si esalta, arrivano notizie importanti come gli ottavi di Wimbledon. Quando va male e il ragazzo non si diverte, arrivano primi o secondi turni a ripetizione. Magari accompagnati dalle critiche per lo scarso impegno.
Dove stia il vero Bublik, non si sa. E tutto sommato è una domanda malposta. Perché il vero Bublik è esattamente così, un giorno (potenziale) numero 1 del mondo e il giorno successivo numero 1000. Un giorno leone e l'altro agnellino. Se le anomalie di Bublik finissero qui, cioè si fermassero ai risultati altalenanti, saremmo nell'ambito di qualcosa di già visto. Invece andiamo oltre. Per esempio, andiamo a scovare una sua frase che fece scalpore qualche tempo fa, quando Sasha disse in sostanza di non vedere nulla di particolarmente positivo nell’essere un giocatore di tennis. “Gioco solo per i soldi. Se non ci fossero dei soldi in gioco, mi ritirerei subito”. Salvo poi aggiungere: “Amo lo sport, adoro colpire la palla e sono sicuro che anche dopo il ritiro continuerò a colpire migliaia di palline gialle. Magari morirò giocando a tennis”. Vallo a capire.
A proposito di soldi: presi quelli del Kazakistan (cifra mai rivelata, ma con la quale presumibilmente si è sistemato per buona parte della propria vita), Bublik ha sì guadagnato circa 6 milioni di dollari di montepremi, ma non è una cifra sulla quale ci si debba soffermare – o far impressionare – più di tanto. Perché tolte le spese e le tasse, e considerando pure il personaggio in questione e il suo stile di vita, probabilmente non è rimasto poi molto. Ma allora perché Sasha non si impegna appena un po' di più, già che c'è, e per qualche stagione porta a casa quel tesoretto agognato di cui tanto parla? Perché in fondo i soldi – buttati lì in un'intervista forse per impressionare l'interlocutore – saranno pure importanti ma non servono a comprare la gioia di giocare. Bublik è il ribelle che si contrappone al sistema, che dice no al calendario troppo intasato e ai tornei ogni settimana. È il tipo che vorresti sempre incontrare al bar, per offrirgli una birra, perché saresti sicuro di ascoltare qualche aneddoto interessante di una vita passata costantemente fuori dagli schemi.
Da quel numero 30 attuale (31 nella Race), in teoria Bublik dovrebbe solo salire ulteriormente. Ma tutti sappiamo che di scritto, per lui, c'è poco o niente. Al contrario: il fatto di aver avuto ampie certezze – durante questa stagione – di potersela giocare con molti dei migliori e di poter vincere tornei, potrebbe pure togliergli quelle deboli motivazioni che ancora lo spingono a cercare la migliore versione di se stesso. Nessun 'buon padre di famiglia' direbbe a un figlio di prendere Sasha come esempio nella vita sportiva, ma intanto lui continua a riempire gli stadi e continua ad avere un seguito – ben evidenziato sui social – di fan pronti a sostenerlo anche nelle cause perse. Chissà se poi è solo questa, la ricetta: condividere la felicità.
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