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Kyrgios rinuncia ai “The Championships”. Sui prati di Church Road Musetti arriva al terzo turno, un Berrettini (finalmente) ritrovato agli ottavi. Terza maratona fatale per Tsitsipas. Prima semifinale sull’erba per Medvedev. Djokovic ferma Jannik ma non Carlos. A Gstaad Cachin “rompe il ghiaccio”: Bastad è di Rublev. A Newport si parla francese con Mannarino. Ad Umago Popyrin gela Wawrinka: ad Amburgo Zvererv ritrova il sorriso. Fritz si prende Atlanta
di Tiziana Tricarico | 24 dicembre 2023
Nick Kyrgios, finalista un anno nel 2022, rende noto il suo forfait a Wimbledon: "Ho provato di tutto per essere pronto dopo l'intervento - dice-. Ma a Mallorca ho sentito un dolore al polso, e come precauzione mi sono sottoposto a degli esami dai quali è emersa una lesione al legamento". L’australiano si è già operato al ginocchio sinistro a inizio stagione ed ha saltato una serie di tornei per un taglio al piede dopo la rapina a casa della madre da parte di un aggressore armato. Rientrato a Stoccarda, e battuto al primo turno dal cinese Wu Yibing, Kyrgios ha poi saltato i tornei di Halle e Mallorca.
WIMBLEDON: SONO 6 GLI AZZURRI AL VIA
Matteo Arnaldi e Marco Cecchinato subito fuori a Wimbledon, terzo Slam stagionale di scena sull’erba dell’All England Club di Londra, che quest’anno - di nuovo aperto a tutti e con punti validi per il ranking mondiale dopo il pasticcio del 2022 - distribuisce un montepremi record: 44.700.000 sterline. In un match giocato in due giorni Arnaldi, n.80 ATP, promosso dalle qualificazioni (al momento della chiusura dell’entry-list dello Slam londinese aveva una classifica insufficiente per entrare direttamente in tabellone) al suo primo main draw ai “The Championships”, cede 67(0) 63 64 64 allo spagnolo Carballes Baena, n.57 del ranking, che nelle quattro precedenti partecipazioni non aveva mai superato un turno. Cecchinato, n.89 ATP, perde 46 62 64 61 con il cileno Nicolas Jarry, n.28 ATP e 25esima testa di serie, e deve attendere ancora per vincere un match sui prati londinesi.
Con due quarti di fila sull’erba (Stoccarda e Queen’s), i primi in carriera sull’erba, Lorenzo Musetti si presenta a Church Road molto più convinto dei propri mezzi. Il 21enne di Carrara, n.16 ATP e 14esima testa di serie, batte all’esordio il peruviano Varillas, n.63 del ranking, vincendo il suo primo match a Wimbledon: quindi si ripete superando in tre set lo spagnolo Munar, n.109 ATP.
Al terzo turno ritrova dall’altra parte della rete il polacco Hubert Hurkacz, n.18 del ranking e 17 del seeding: un ottimo primo set, poi i dubbi, le ombre, le emozioni negative ed è “Hubi” - semifinalista nel 2021 e terzo polacco almeno due volte negli ottavi a Wimbledon dopo Fibak (1977, 1978, 1980 e 1981) e Kubot (2011, 2013) - a prevalere 76(4) 64 64.
THE HAMMER IS BACK (MA CONTRO ‘CARLITOS’ NON BASTA)
Dura un set il sogno dell’azzurro contro la miglior versione dello spagnolo mai vista sui prati. Il ragazzo di El Palmar impara alla svelta e dimostra una maturità nella gestione della partita inversamente proporzionale al numero dei suoi anni. Ma Matteo può essere comunque molto orgoglioso, soprattutto considerando che un paio di settimane prima di Wimbledon nemmeno era poi così sicuro che avrebbe giocato il torneo che “gli ha cambiato la vita”.
Esce di scena a testa altissima Matteo Berrettini negli ottavi: il 27enne romano, n.38 ATP, finalista nell’edizione del 2021, cede 36 63 63 63 allo spagnolo Alcaraz, numero uno del mondo, che per la prima volta centra i quarti (nel 2022 fu stoppato negli ottavi proprio da un azzurro: Sinner). Pubblico tutto in piedi, insieme ad Alcaraz, ad applaudire Matteo che saluta uscendo dal Centrale.
Stagione a dir poco travagliata per il tennista allenato da coach Vincenzo Santopadre, segnata pesantemente dagli infortuni: un bilancio per lui nel tour maggiore di 10 vittorie ed 8 sconfitte, compresi i tre successi sui prati londinesi, all’esordio contro Lorenzo Sonego, n.42 ATP (rivincita in tre atti - e quattro set - del match di Stoccarda), poi contro l’australiano De Minaur, n.17 del ranking e 15 del seeding, e quindi contro il tedesco Zverev, n.21 ATP e 19esima testa di serie.
CAPITOLO JANNIK (PARTE 1)
Proprio su questi campi dove 12 mesi prima aveva vinto i suoi primi match sull’erba, Sinner riparte battendo nettamente prima l’argentino Juan Manuel Cerundolo, n.111 del ranking, e poi l’altro argentino Schwartzman, n.98 ATP. Al terzo turno contro il francese Halys, n.79 del ranking, non brilla più di tanto - cedendo un set - ma non serve. Ed anche negli ottavi contro il colombiano Galan, n.85 ATP, per la prima volta così avanti a Wimbledon, sembra un po’ “trattenuto”, ma nonostante tutto chiude in tre set.
E ci riesce pur non giocando al massimo e senza distrarsi nonostante le litigate con il giudice di sedia e qualche scivolata di troppo. Il che vuol dire che ormai è tanto (ma tanto) forte di testa, e che ha tutta l’intenzione di sfruttare un tabellone che si apre in modo clamoroso senza proporre fino ad un eventuale semifinale contro Nole nemmeno un top 70. Così per il secondo anno di fila Jannik centra l’ingresso nei quarti. Per l’altoatesino è la quinta volta in un Major: meglio di lui in casa Italia solo Pietrangeli (10), Panatta e Berrettini (6). Ma Sinner è l’unico ad essere arrivato per due volte tra i migliori otto ai “The Championships” nell’Era Open.
CONTRO DOMINIC SI RIVEDE IL VERO STEFANOS
Thiem ci prova, ci va molto vicino, ma non basta: Tsitsipas, n.5 del ranking e del seeding, finisce per imporsi per 36 76(1) 62 67(5) 76(8) in un primo turno di lusso a Wimbledon (match spalmato su due giorni). L’austriaco, campione allo US Open 2020, continua a cercare la prima vittoria in uno Slam dall’ottavo di finale dell’Australian Open 2021. Ma nonostante la quindicesima sconfitta stagionale lascia Londra con fiducia perché ha comunque giocato la sua miglior partita del 2023.
Il premio per Stefanos? Un secondo turno altrettanto di lusso contro l’ex numero uno del mondo e due volte campione di Wimbledon (2013 e 2016) Andy Murray. "Non mi aspetto che qualcuno faccia il tifo per me - dice il greco -. Vi confesso una cosa: da bambino ho assistito al suo primo titolo a Wimbledon e a ripensarci adesso mi vengono i brividi perché sento di capire cosa ha passato durante quella partita. E' stato difficilissimo per lui chiudere l'ultimo game".
TSITSIPAS SUPERA ANCHE L’OSTACOLO MURRAY
La sfida infinita di secondo turno tra Stefanos e sir Andy, sospesa la sera precedente prima del coprifuoco delle 23 su una situazione di due set a uno per lo scozzese, se l’aggiudica il greco che rimonta e chiude per 76(3) 67(2) 46 76(3) 64 in 4 ore e 40 minuti. Murray subisce il primo break dell’incontro solo nel terzo game del quinto set. La risposta del greco funziona a meraviglia, mentre lo scozzese sembra accusare un calo. Il livello del tennis di Tsitsipas è altissimo e Murray non ha più dalla sua la freschezza atletica d’inizio match. Stefanos è pericoloso anche con il rovescio tagliato ed Andy fatica a restare in scia. Sotto lo striscione il 24enne di Atene non perde la calma e chiude qualificandosi con pieno merito per il terzo turno.
BROADY, CHE EXPLOIT!
A Wimbledon, sul Centrale, Liam Broady, mancino, n.142 del ranking, in tabellone grazie ad una wild card, gioca il match della vita. Elimina al secondo turno Casper Ruud, n.4 del ranking e del seeding, per 64 36 46 63 60 chiudendo il match con un rovescio lungolinea vincente perfetto. Il 29enne di Stockport festeggia così la prima vittoria in carriera su un top five.
Certo, il norvegese non è proprio un fan dell’erba e dopo la finale al Roland Garros si è dedicato a golf e concerti senza giocare tornei di preparazione sui prati: ma è pur sempre arrivato in fondo tre degli ultimi cinque Major disputati. Al terzo turno, con già 131mila sterline in tasca, Brody viene risvegliato bruscamente dal canadese Shapovalov, n.29 ATP e 26esima testa di serie.
NOLE DISINNESCA HURKACZ
Djokovic completa l’opera, e con una giornata supplementare ottiene contro Hurkacz la 32ma vittoria di fila nella sua centesima partita in carriera a Wimbledon. Non è facile l’ottavo contro il polacco, n.18 del ranking e 17 del seeding, battuto 76(6) 76(6) 57 64. Hubert, infatti, è avanti 6 a 3 nel tie-break del secondo set che segna anche la fine del primo tempo dell'incontro, interrotto per oscurità proprio al termine del parziale.
Nei quarti, Djokovic incontrerà il russo Andrey Rublev, n.7 ATP e settima testa di serie. Il 23 volte campione Slam ha vinto tre dei quattro confronti diretti con il russo, capace di imporsi solo una volta, nella finale sulla terra rossa di Belgrado 2022.
LA TERZA MARATONA E’ FATALE A STEFANOS
Christopher Eubanks, statunitense n.43 ATP, firma l’impresa degli ottavi eliminando in cinque set il greco Tsitsipas: 26 76(4) 36 64 64 lo score. Vincitore del suo primo titolo in carriera a Maiorca alla vigilia dei “The Championships”, il 27enne di Atlanta, Georgia, ottiene così la sua nona vittoria consecutiva sull’erba.
La partita è a lungo scandita dai rispettivi turni di servizio, tanto efficaci nella percentuale di prime messe in campo quanto nella resa di punti che i due contendenti riescono a ricavarne. Tuttavia Eubanks riesce a leggere sempre meglio le traiettorie del greco concretizzando quasi il 50% delle palle-break che riesce a procurarsi. Di contro, Tsitspas si dimostra altrettanto cinico sciupandone ben 8 delle 13 complessive in suo favore.
CARLOS SI AGGIUDICA IL “QUARTO BABY” CON HOLGER
Un tie-break giocato meglio per chiudere il primo set, un break in ciascuno degli altri due parziali. L’efficienza premia Alcaraz, n.1 del ranking e del seeding, contro l’energico disordine di Rune, n.6 ATP e sesta testa di serie. Il murciano chiude 76(3) 64 64 il primo quarto nell’Era Open tra due Under 21 a Wimbledon. E centra la prima semifinale.
Grazie alla prima vittoria contro un top ten a Wimbledon, Carlos è il settimo spagnolo in semifinale dopo Nadal (che ne ha giocate otto), Santana (2), Alonso-Areyzaga, Bautista Agut, Gimeno e Orantes (una ciascuno). Ed è l’ottavo giocatore nell’Era Open a raggiungere tre semifinali nei Major prima di compiere 21 anni. “Carlitos”, semifinalista più giovane a Wimbledon dal 2007 quando ci arrivò Djokovic per la prima volta, affronterà Daniil Medvedev, n.3 del ranking e del seeding, per un posto in finale.
Il russo fatica cinque set contro la sorpresa Eubanks per arrivare alla sua prima semifinale sui prati di Church Road. E’ dall’Australian Open 2022 che il 27enne moscovita non va così avanti in uno Slam. Arrivato a Londra dopo aver raccolto un’eliminazione all’esordio (s'Hertogenbosch) ed un quarto (Halle) nei due tornei di preparazione, Medvedev riesce a bissare la sua unica vittoria al quinto set ottenuta a Wimbledon nel 2021 (contro Cilic al 3°turno) a fronte di ben cinque sconfitte.
"Dopo aver vinto il primo set non volevo chiudere al quinto, ma dopo aver perso il secondo ed il terzo ho capito che non avevo altra scelta, scherza Daniil nel post-match. Un problema, quello di arrivare al quinto set, che proprio non si pone per Medvedev nella semifinale contro Alcaraz. Lo spagnolo, n.1 del mondo, s’impone 63 63 63, in un match mai in discussione, sul russo.
CAPITOLO JANNIK (PARTE 2)
Vincere quando sei stra-favorito non è mai una roba semplice. E nemmeno sapere che hai avuto un tabellone senza nemmeno un top 70 che meglio di così è difficile. Poi però le partite si devono vincere sul campo e lui lo fa regalandosi, al quinto tentativo, la prima semifinale Major della carriera. Che questo accada poi nel tempio del tennis è solo un valore aggiunto. Sinner è in “semi” Wimbledon: l’altoatesino diventa il terzo azzurro nella storia al penultimo atto dopo Pietrangeli (1960) e Berrettini (2021), ed è il più giovane ad essere riuscito nell'impresa.
Nei quarti il 21enne di Sesto Pusteria, n.8 ATP ed ottavo favorito del seeding, batte 64 36 62 62 il russo Safiullin, n.92 ATP, all’esordio assoluto ai “The Campionships”, diventando il decimo azzurro ad arrivare tra i migliori quattro in uno Slam. “Questa semifinale vuol dire tanto per me: tante ore sul campo, tanti sacrifici per vivere questo momento, anche insieme a voi”, dice.
Sinner si gioca l’ingresso nella sua prima finale Major con il serbo Djokovic, sette volte vincitore su questi prati, che elimina 46 61 64 63 il russo Andrey Rublev. Il 36enne fuoriclasse di Belgrado ha battuto Jannik in entrambe le sfide precedenti, disputate al primo turno del Masters 1000 sulla terra di Monte-Carlo nel 2021 e proprio a Wimbledon nei quarti 2022 recuperando due set di svantagglo.
LA LEGGE DI NOLE NON PERDONA
Un Djokovic in versione Mary Poppins, ovvero praticamente perfetto sotto ogni punto di vista. Almeno per i primi due set. Nel terzo lui cala un filino e l’altro - “Uno dei leader nella new generation” (definizione proprio di Novak nell’intervista sul campo) - tira fuori il suo tennis migliore, anche se non basta per allungare la partita, nonostante due set-point. Per battere questo Nole che dice che “i 36 anni sono i nuovi 26” ci vuole un po’ di collaborazione da parte sua. E notoriamente lui non è un tipo collaborativo.
Così termina in semifinale la corsa di Sinner: il 21enne di Sesto Pusteria cede 63 64 76(4). Per il serbo è la 35esima vittoria del 2023 a fronte di sole 4 sconfitte ma è imbattuto nei Major: a Wimbledon è pronto per giocare la nona finale, la 35esima in uno Slam. Per il fuoriclasse di Belgrado 33 vincenti a fronte di 21 gratuiti: resta il rammarico per l’altoatesino che pure chiude con ben 44 vincenti ma anche con 35 errori non forzati.
Mai nella storia di Wimbledon c’era stata una “semi” con una differenza d’età tanto marcata (14 e 86 giorni). “Alla fine - dice Jannik - sono stati solo 10 punti di differenza…. e se ne faccio 5 siamo pari. Ho solamente 21 anni e a questa età non puoi essere completo, sarebbe strano il contrario, e onestamente sarebbe anche un peccato”. Il tennista allenato da Simone Vagnozzi e Darren Cahill, alla terza partecipazione al main draw dei “The Championships”, migliora i quarti del 2022 quando si è arreso sempre a Nole dopo essere stato però avanti due set a zero.
LA FINALE CHE TUTTI VOLEVANO…
Se c’è un posto dove scrivere la storia, quello è il Centrale di Wimbledon. In tanti sono entrati sul campo-tempio leggendo i versi di Rudyard Kipling per cui puoi essere chiamato uomo se sai trattare trionfo e sconfitta nello stesso modo. Alcaraz, n.1 del ranking, che lo fa già da prima di conoscere quelle parole, celebra un trionfo emblematico: batte 16 76(7) 61 36 64 Djokovic, n.2 ATP, campione nelle ultime quattro edizioni, diventando il terzo spagnolo a trionfare sui prati di Church Road dopo Santana (1966) e Nadal (2008 e 2010).
Il 20enne di El Palmar (Murcia) afferma alla distanza la sua presenza scenica da campione contro il 36enne di Belgrado, nella terza finale con la più alta differenza di età a Wimbledon nell’Era Open. E resta n.1 del mondo.
…E IL SORRISO DI “CARLITOS”
Alcaraz naviga attraverso quattro ore e mezza di partita in un pomeriggio di vento con mano ferma da skipper. Chiude con il 70% di punti vinti al servizio con la prima, 66 vincenti a 32 e 45 gratuiti contro 40. In percentuale ottiene più punti in risposta di Djokovic, e contro il miglior interprete moderno di questo colpo nel tennis maschile non è un dettaglio da poco. Il set decisivo si apre con una piccola rivelazione: anche Nole è umano! Sulla palla-break del possibile 2-0 chiude in un angolo “Carlitos” ma stecca e affossa lo schiaffo al volo sul lob corto del murciano. E nel terzo game il primo break è di Alcaraz, che vince uno scambio esaltante in cui cade, si rialza e poi va 2-1. Nole lancia la racchetta, la spacca e ammacca il paletto della rete del Centrale tra i fischi del pubblico: un secondo warning, ma non il punto di penalità….
Lo spagnolo sale 5-3 con un ace di seconda, il nono dell’incontro. L’ultimo game è un manifesto, sintesi di personalità e qualità: serve per il match avanti 5-4, sbaglia una prima palla corta in uscita dal servizio ma ne gioca subito una seconda a cui segue un geometrico pallonetto. Mette solo prime Carlos, togliendo a Djokovic ogni speranza. Scrive il suo destino in una domenica in cui si inizia a sentire il vento del cambiamento e poi confessa: “Ora sono innamorato del tennis sull’erba”.
A 20 anni e 2 mesi diventa anche il sesto giocatore della storia ad avere in bacheca già 2 trofei Slam: più precoci dello spagnolo soltanto Rosewall (secondo titolo a 18 anni e 6 mesi), Becker (secondo titolo a 18 anni e 7 mesi), Borg (secondo titolo a 19 anni e 9 giorni), Wilander (secondo titolo a 19 anni e 3 mesi) e Nadal (secondo titolo a 20 anni e 8 giorni). Solo Rosewall, Borg e Wilander, però, sono stati più rapidi nel conquistare due Slam differenti. Grazie al successo sui prati di Church Road, “Carlitos” è il primo qualificato alle Nitto ATP Finals di Torino.
A GSTAAD CACHIN “ROMPE IL GHIACCIO”
Lotta e ci prova fino all’ultimo ma non basta. Fabio Fognini esce di scena al primo turno nello “Swiss Open Gstaad” (ATP 250 - montepremi 562.815 euro) sulla terra rossa della Roy Emerson Arena della città elvetica. Il 36enne di Arma di Taggia, n.128 ATP, in tabellone grazie ad una wild card (il ligure non giocava un match ufficiale dal terzo turno di Parigi contro Ofner a causa di uno stiramento ai muscoli pettorali), cede 61 26 61 al mancino spagnolo Ramos Vinolas, n.79 del ranking, pagando un po’ l’assenza dalle competizioni.
Esordio amaro anche per Lorenzo Sonego: il 28enne di Torino, n.42 ATP e terzo favorito de seeding, entrato in gara direttamente al secondo turno, perde 63 36 64 con Ramos Vinolas. Nel set decisivo, a causa del gran caldo, il piemontese accusa un problema di crampi prima alla mano destra e poi alla coscia sinistra.
A giocarsi il titolo sono proprio Albert Ramos Vinolas, campione già nel 2019, e Pedro Cachin, alla prima finale ATP in carriera. Lo spagnolo domina infatti in semifinale (62 63) il serbo Kecmanovic, n.44 ATP e seconda testa di serie, mentre l’argentino, n.90 ATP, protagonista al secondo turno dell’eliminazione dell’altro spagnolo Bautista Agut, n.25 ATP e prima testa di serie, si impone 63 61 sul qualificato serbo Medjedovic, n.183 del ranking. Il trofeo finisce proprio nelle mani del 28enne di Bell Ville che batte in rimonta 36 60 75 lo spagnolo.
BASTAD E’ DI RUBLEV
Prima vittoria nel circuito ATP per Leo Borg, 20enne figlio del leggendario Bjorn. Lo svedese, n. 437 del ranking, vincitore di due tornei ITF in carriera, si aggiudica il derby con il connazionale Elias Ymer, n.166 ATP al primo turno del “Nordea Open” (ATP 250 - montepremi 526.815 euro) sulla terra rossa di Bastad, in Svezia. Matteo Arnaldi, n.75 ATP, batte 64 26 76(0) il finlandese Ruusuvuori, n.48 ATP, ma poi cede 63 46 76(6) a Lorenzo Musetti, numero 16 ATP e terza testa di serie negli ottavi.
Il 21enne di Carrara supera 46 61 62 anche l’austriaco Misolic, n.139 del ranking, promosso dalle qualificazioni, centrando la nona semifinale in carriera, la seconda nel 2023 dopo quella raggiunta sempre sulla terra del “500” di Barcellona. A fermare l’azzurro è il norvegese Ruud, n.4 del ranking e primo favorito del seeding, vincitore di questo torneo nel 2021, che chiude 63 75 approdando in finale senza perdere nemmeno un set.
Nell’altra semifinale successo del russo Rublev, n.7 del ranking e secondo favorito del seeding, che si impone 76(6) 67(7) 63 sull’argentino Francisco Cerundolo, n.20 ATP e quarta testa di serie, nonché campione in carica. Ed il 25enne moscovita completa l’opera battendo in finale 76(3) 60 Ruud, sfoderando una prestazione maiuscola per determinazione e potenza. Per il moscovita è il secondo titolo del 2023 dopo il successo a Monte-Carlo e il 14esimo della carriera.
NEWPORT PARLA FRANCESE
All’”Ifosys Hall of Fame Open” (ATP 250 - montepremi 642.735 dollari) il sudafricano Kevin Anderson, senza ranking e in tabellone grazie ad una wild card, gioca e vince il suo primo match in singolare dopo aver annunciato il ritiro a maggio 2022: lascia solo cinque giochi al canadese Diallo,141 ATP, si conferma contro l’olandese Brouwer, n.145 ATP, ma poi cede nei quarti al francese Humbert, n.40 del ranking e 3 del seeding.
Il trofeo finisce nelle mani di un altro francese Adrian Mannarino, n.38 ATP e seconda testa di serie, che supera in finale 62 64 il teenager statunitense Alex Michelsen, n.190 del ranking, che non aveva mai vinto una partita ATP prima di questo torneo. Ed invece a Newport il 19enne californiano di Laguna Hill mette in riga il campione in carica Cressy, Duckworth, McDonald ed Isner ma non può impedire al 35enne di Soisy-Sous-Montmorency di conquistare il terzo titolo. Dodici mesi fa Michalsen era n.1.081 del mondo e ora invece è già al n.139, pronto all'assalto della top 100.
SEMIFINALE CROATA PER ARNALDI
Due derby tricolore tengono banco al secondo turno del “Plava Laguna Croatia Open” (ATP 250 - montepremi 562.815 euro) sui campi in terra rossa del Teniski Centar Stella Maris di Umago, in Croazia: Cobolli-Arnaldi e Cecchinato-Sonego. Battere un ex campione Slam ed un ex top 3 è comunque una bella soddisfazione, anche se l’avversario è al rientro dopo un lungo stop. E Flavio Cobolli non si è lasciato sfuggire l’occasione: il 21enne romano, n.148 del ranking, promosso dalle qualificazioni, supera 64 63 il croato Cilic, n.100 del ranking, al rientro nel tour dopo oltre sei mesi per recuperare dall’operazione al ginocchio destro e piuttosto a corto di preparazione. In quella che è la loro prima sfida c’è un terzo protagonista: da un lato del campo, quello alla destra del giudice di sedia, se si colpisce al centro, vicino alla linea di fondo, la pallina rimbalza in maniera imprevedibile, a riprova di un terreno di gioco tutt’altro che perfetto.
Matteo Arnaldi, n.76 ATP e settima testa di serie, batte il qualificato olandese de Jong, n.180 del ranking. Il 22enne sanremese supera anche Cobolli - 63 76(5) lo score - e centra i suoi primi quarti ATP. Non contento elimina anche il ceco Lehecka, primo favorito del seeding. Questo successo lo proietta nella sua prima semifinale in carriera a livello ATP e al virtuale n.61 del ranking.
Dall’altra parte del tabellone, Marco Cecchinato, n.95 ATP, supera in tre set il russo Shevchenko, n.93 ATP, ed è lui l’avversario d’esordio di Lorenzo Sonego. Il 28enne torinese, n.43 del ranking e secondo favorito del seeding, entrato in gara direttamente al secondo turno, si impone 61 76(7) sul 30enne palermitano. Poi il piemontese supera in rimonta anche lo spagnolo Munar, n.104 ATP, conquistando 15 degli ultimi 19 game del match.
UMAGO: POPYRIN GELA WAWRINKA
Arnaldi sfiora la prima finale ATP in carriera giocando una grandissima partita ma arrendendosi 6-3 al terzo al più esperto australiano Popyrin, n.90 del rankig. Nella seconda “semi”, che finisce ben oltre la mezzanotte, uno splendido Wawrinka, n.72 ATP, supera 63 64 Sonego. Per il 38enne svizzero di Losanna è la seconda finale a Umago: la prima risale al 2006 quando conquistò il primo titolo della carriera battendo in finale Djokovic, il quale fu costretto al ritiro all'inizio del tie-break del primo set.
A Wawrinka però non riesce l'impresa di vincere di nuovo il torneo 17 anni dopo. Con un finale a sorpresa l'australiano Popyrin ribalta il pronostico chiudendo 67(5) 63 64. Per il 24enne di Sydney è il secondo titolo in carriera dopo la vittoria di Singapore del 2021: grazie a questo successo l’australiano guadagna 33 posti ottenendo il “best ranking”, n.57 ATP.
AMBURGO: ZVEREV RITROVA IL SORRISO
E’ il campione in carica Lorenzo Musetti all’”Hamburg European Open” (ATP 500 - montepremi 1.831.515) sulla terra rossa tedesca. Il 21enne di Carrara, n.18 del ranking e terzo favorito del seeding, dopo aver lasciato appena cinque giochi all’esordio al qualificato svedese Elias Ymer, n.186 ATP, impiega due giorni soffrendo più del previsto per battere in tre set lo slovacco Kovalik, n.172 del ranking, ripescato in tabellone come lucky loser. La corsa del Next Gen toscano si ferma nei quarti contro il serbo Djere, n.57 ATP, che vince 75 63 firmando la sesta vittoria in otto confronti (la quinta sui cinque disputati sul “rosso”) con il carrarino.
La finale la giocano Djere, che in semifinale si sbarazza del cinese Zhang, n.79 del ranking, e l’idolo di casa Alexander Zverev, n.19 del ranking e quarto favorito del seeding, che stoppa il sorprendente francese Fils, n.71 ATP, tra i migliori della Next Gen, protagonista nei quarti di un’autentica lezione (60 64) rifilata al norvegese Ruud, n.4 ATP e prima testa di serie de torneo. Ed il trofeo finisce nella bacheca di “Sascha” Zverev (75 63 lo score), tornato a disputare una sfida per il titolo ad oltre 14 mesi di distanza dall’ultima volta (Madrid 2022). "Questa è casa mia, è dove sono cresciuto e dove ho iniziato a giocare a tennis – commenta commosso il 26enne di Amburgo -. E' un'emozione incredibile, davvero difficile da descrivere a parole”. Per Zverev è il 20esimo trofeo della carriera: "Ma è come se fosse il primo perché venti mesi di digiuno sono davvero tanti ed è per questo che sono davvero molto felice". L’ultimo successo del tedesco, che nelle semifinali del Roland Garros 2022 contro Nadal si era gravemente infortunato alla caviglia destra saltando poi tutto il resto della stagione, risaliva alle Nitto ATP Finals di Torino a novembre del 2021.
FRITZ SI PRENDE ATLANTA
Kei Nishikori vince il suo primo match nel circuito ATP da ottobre 2021. Al primo turno dell’“Atlanta Open” (ATP 250 - montepremi 737.170) sul cemento della Georgia il giapponese, ex n.4 ATP ed attuale n.439, in tabellone grazie al ranking protetto, supera l’australiano Thompson, n.63 ATP: batte in due set anche il qualificato cinese Shang Juncheng, n.156 ATP, di 15 anni più giovane, ma poi nei quarti cede 64 62 a Taylor Fritz.
Proprio lo statunitense, n.9 del ranking, conferma il suo ruolo di primo favorito del seeding battendo in finale 75 67(5) 64 il sorprendente australiano Aleksandar Vukic, 27enne di Sydney, n.82 del ranking, mai arrivato così avanti in un torneo del circuito maggiore. Per Fritz, che potrebbe chiudere in due set visto che manca due match-point in risposta sul 6-5 del secondo set, si tratta del secondo titolo stagionale dopo quello vinto a Delray Beach in febbraio, del sesto in carriera.