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Bye bye 2023, novembre - Sinner è grande a Torino, l’Italdavis è pazzesca a Malaga

A Parigi-Bercy la programmazione è folle e a farne le spese è Sinner. L’ultimo Masters 1000 dell’anno definisce il parterre di Torino. Ma restituisce anche un Dimitrov d’annata anche se contro Djokovic non basta. A Metz Fognini ritrova una semifinale ma il trofeo è di Humbert. Francia sugli scudi anche con Mannarino che firma Sofia. Al Pala Alpitur Djokovic si prende l’ottavo trofeo delle Nitto ATP Finals e qualche altri record. Nadal annuncia il ritorno in campo. A Jeddah Medjedovic firma la prima edizione in Arabia Saudita nelle Next Gen ATP Finals

di | 28 dicembre 2023

Jannik Sinner (foto Getty Images)

Un’illusione, una scintilla che non diventa fuoco. Lorenzo Musetti non evita la decima sconfitta contro un top 20 nelle ultime undici partite e saluta subito il “Rolex Paris Masters”, ultimo ATP Masters 1000 stagionale (montepremi 5.779.335 euro) sul veloce indoor del Palais Omnisport di Parigi-Bercy. Il 21enne di Carrara, n.22 del ranking, si concede sprazzi di divertimento e spettacolo ma cede 62 67(4) 63 al bulgaro Dimitrov, n.17 ATP.

Gli organizzatori lo fanno debuttare il più tardi possibile nella settimana, ma lui finisce per andare in campo ad un orario improbabile. Jannik Sinner, n.4 del ranking e del seeding, fresco vincitore di Vienna, batte 67(6) 75 61 lo statunitense McDonald, n.42 ATP, in un match di secondo turno (per lui l’esordio) che termina alle 2.36 (!) del mattino. Da qui la decisione di ritirarsi e di no scendere in campo per gli ottavi contro l’australiano De Minaur, n.13 del ranking e del seeding. Avevo meno di 12 ore per riposarmi e preparare il match - posta l’azzurro su Twitter -. Le settimane a venire con le ATP Finals in casa e la Coppa Davis saranno importantissime, ora mi concentro sulla preparazione di questi eventi. Ci vediamo a Torino! Forza!”.

Le polemiche per la programmazione parigina abbastanza folle non si placano: "Rispettiamo la scelta di Sinner: la stanchezza fa parte della vita di un tennista professionista. Poi nel suo caso è anche una stanchezza accumulata, e con grandi obiettivi davanti come le Nitto ATP Finals", dice il direttore del torneo Cedric Pioline al quotidiano francese L'Equipe. Che ammette anche i problemi dei campi secondari e la necessità di ingrandirsi. Ad ogni modo dopo qualche giorno arriva anche la notizia che per la prossima edizione sarà ridotto il numero dei match programmati sul Centrale.

La stretta di mano a fine match tra Daniil Medvedev e Grigor Dimitrov (foto Getty Images)

DIMITROV “ON FIRE” A PARIGI-BERCY
Con buona pace di Musetti, questo Grigor Dimitrov è davvero in forma. Al secondo turno il bulgaro elimina 63 (4)67 76(2), al settimo match-point, il russo Medvedev, n.3 ATP e terza testa di serie. Il 27enne moscovita esce dal campo accompagnato dai fischi del pubblico parigino ai quali risponde con “un dito per la pace”. "Dito medio? - dice con un sorrisetto che la dice lunga - Ma no, mi stavo solo controllando le unghie. Perché mai avrei dovuto farlo ad un pubblico così bello come quello di Parigi?"

Non contento, “Griga” “asfalta” il kazako Bublik, n.33 ATP, e nei quarti elimina anche il polacco Hurkacz, n.11 del ranking e del seeding (61 46 64 lo score), chiudendo di fatto la porta in faccia delle Finals a “Mister 1.000 ace”.

“CARLITOS” NON PERVENUTO
Dura appena 97 minuti la permanenza Alcaraz, n.2 del ranking e del seeding, nell’ultimo Masters 1000 dell’anno: il campione di Wimbledon è all’esordio dal russo Safiullin, n.45 ATP, in grande spolvero in questo finale di stagione, autore di una prestazione maiuscola e vittorioso per 63 64. Lo scambio di break nel terzo e quarto gioco del primo set è un segnale d’allarme dimostra subito che qualcosa non funziona nel tennis dello spagnolo. 

STEFANOS SI PRENDE IL PASS PER TORINO
Mancava solo una vittoria a Tsitsipas, n.6 del ranking e 7 del seeding, per ottenere la qualificazione alle Nitto Atp Finals (torneo che ha vinto nel 2019). Missione compiuta grazie al successo per 76(2) 62 ottenuto negli ottavi sul tedesco Alexander Zverev, n.9 ATP e decima testa di serie, che invece è ancora in bilico.

Novak Djpkovic con il trofeo di Parigi-Bercy (foto Getty Images)

NOLE ARRANCA MA NON MOLLA
A parte il comodo esordio contro l’argentino Etcheverry, n.33 ATP, a Bercy Djokovic (debilitato da un virus intestinale) fa una fatica infernale. Il serbo, n.1 del mondo, lotta più del previsto contro l’olandese Griekspoor, n.23 ATP, imponendosi in rimonta 46 76(2) 64. E gli ci vogliono tre set anche per completare la rivincita contro il danese Rune, n.7 del ranking e 6 del seeding che lo aveva sconfitto a sorpresa nella sfida per il titolo del 2022.

Poi in semifinale batte in rimonta anche il russo Rublev, n.5 del ranking e del seeding - 57 76(3) 75 lo score dopo tre ore di partita - e va a giocarsi il trofeo con Dimitrov, che nella sfida della parte bassa ha la meglio per 63 67(1) 76(3) su Tsitsipas.

E ALLA FINE VINCE SEMPRE LUI
Due break - uno per set - sono sufficienti a Nole per iscrivere per la settima volta il proprio nome nell’albo d’oro di Bercy e per portare a casa il 40esimo trofeo Masters 1000 della carriera (record). Djokovic infatti si impone 63 64 su Dimitrov in poco più di un’ora e mezza di partita. "E' incredibile esser riuscito a vincere in circostanze così critiche come quelle che ho vissuto in questa settimana - dice il 36enne di Belgrado -. Da giovedì a sabato sono riuscito a sopravvivere a tre partite che avrei potuto tranquillamente perdere. Ci è mancato davvero poco, ma in qualche modo sono riuscito a trovare quella marcia in più quando ce n'è stato bisogno".

Un sorridente Fabio Fognini (foto Martegani)

SI RIVEDE FOGNINI, QUELLO VERO
Riannoda il filo interrotto quasi 14 mesi fa, in quel fine settembre che lo vide conquistare il suo terzo trofeo ATP (su tre superfici differenti) Lorenzo Sonego, n.49 del ranking e sesto favorito del seeding.

E con una prestazione tutta grinta e carattere supera in rimonta lo statunitense Giron, n.59 ATP, all’esordio nel “Moselle Open”, (ATP 250 - montepremi 562.815 euro) sul veloce indoor dell’Arenès di Metz, in Francia. Poi si ripete in due set contro il giordano Shelbayh, n.215 del ranking, e arriva puntuale al derby tricolore contro Fognini.

Eh sì, perché questa sembra proprio essere la settimana giusta per Fabio, a caccia di punti preziosi per risalire in classifica e soprattutto per evitare di dover giocare le qualificazioni a Melbourne. Il 36enne di Arma di Taggia, n.147 del ranking, in tabellone grazie ad una wild card, all’esordio con un doppio tie-break si sbarazza del brasiliano Seyboth Wild, n.74 ATP. Poi concede il bis contro il kazako Bublik, n.32 del ranking e 5 del seeding, finalista nel 2022 (stoppato da Sonego) al termine di un match rocambolesco, vinto dal ligure in rimonta per 46 76(7) 76(5). Quindi nei quarti la miglior versione 2023 di Fognini “stende” 61 62 Sonego: una partita esemplare che gli permette di ritornare in una semifinale di un torneo ATP ad oltre 18 mesi di distanza dall’ultima volta (Belgrado 2022).

Un'esultanza di Ugo Humbert (Getty Images)

HUMBERT SORRIDE A METZ
S’interrompe sul più bello il sogno di Fognini, che in “semi” si arrende 60 62, in appena 66 minuti, a Ugo Humbert, n.23 del ranking e quarto favorito del seeding. La testa e le gambe di Fabio non sono le stesse della sfida contro Sonego e la colpa è anche del francese che gioca un tennis asfissiante e privo di debolezze. Nell’altra semifinale il russo Alexander Shevchenko, n.63 ATP, batte 64 64 l’altro “padrone di casa” Pierre Hugues Herbert, n.344 del ranking, in tabellone grazie ad una wild card.

Il trofeo, però, finisce nella bacheca di Humbert che in finale regola 63 63 Shevchenko. Per il 25enne nato proprio a Metz si tratta del quarto titolo in altrettante finali disputate: in precedenza aveva fatto centro ad Auckland e Anversa 2020, ed Halle 2021. Con il successo casalingo firma il “best ranking”, salendo al n.20.

Adrian Mannarino

SOFIA: MANNARINO CHIUDE COL BOTTO
Dura poco l’avventura di Lorenzo Musetti nel “Sofia Open” (ATP 250 - montepremi 562.815 euro) sul veloce indoor della Armeec Arena della capitale della Bulgaria.

Il 21enne di Carrara, n.27 ATP e primo favorito del seeding, semifinalista nel 2022, è eliminato al secondo turno (per lui l’esordio) in due set dal britannico Jack Draper, n.82 del ranking, reduce dal successo nel Challenger di Bergamo: 75 62 lo score in favore del 21enne di Sutton che aveva già battuto l’azzurro nel round robin delle Next Gen Atp Tour Finals del 2022.

Il trofeo finisce nelle mani di Adrian Mannarino: in finale il francese, n.25 ATP e seconda testa di serie del torneo, supera 76(6) 26 63 il britannico Draper. Per il 35enne transalpino è il quinto titolo in carriera, il terzo in stagione, su 15 finali disputate ('s-Hertogenbosch 2019, Winston-Salem 2022, Newport, e Astana i precedenti). Grazie a questo successo Mannarino eguaglia il “best ranking”, n.22, raggiunto per la prima volta a marzo 2018.

La foto ufficiale delle Nitto ATP Finals Torino 2023

I GIRONI DI TORINO
Capita che il “rosso” di Sesto Pusteria finisca nel “Gruppo Verde” del quale fanno parte Djokovic (1), Tsitsipas (6) e Rune (8), non esattamente gli avversari migliori per Sinner (4). Nel “Gruppo Rosso” sono sorteggiati invece Alcaraz (2), Medvedev (3), Rublev (5) e Zverev (8).

L'ingresso in campo di Jannik Sinner per il primo match delle Nitto ATP Finals 2023 (foto Sposito)

SI ALZA IL SIPARIO SULLE FINALS
Inizia con un gratuito di rovescio ma termina con un ace il debutto nell’edizione 2023 di Sinner. Il 22enne di Sesto Pusteria (n.4) sfodera il meglio del suo tennis al Pala Alpitour e batte 64 64 il greco Tsitsipas (n.6), annunciato in condizioni fisiche tutt’altro che ottimali per un problema alla schiena. Jannik prende subito la testa del “Gruppo Verde” e diventa il primo italiano a vincere due partite alle Nitto ATP Finals (aveva debuttato nel 2021 come riserva dopo il ritiro per infortunio di Berrettini). E’ l’ultima versione di Sinner: sicuro, rapido e vincente che migliora il servizio e conquista il cuore dei tifosi. Quel cuore che disegna sull’obiettivo della telecamera insieme alla scritta “Torino”. Simbolo di una passione che Jannik avverte fortissima, dall'ingresso in campo alla fine del match, quando gli applausi e i cori interrompono le risposte a Diego Nargiso nell'intervista.

Novak Djokovic si inginocchia sul Centrale del Pala Alpitour (foto Sposito/FITP)

NOLE SI ASSICURA SUBITO UN PAIO DI RECORD
Rabbia e orgoglio, frustrazione e gioia liberatoria. Djokovic apre le sue Finals 2023 con la terza vittoria su Holger Rune. Come a Parigi-Bercy, è una lotta dura e faticosa, ed è il serbo a vincerla, esattamente come due settimane prima.

Novak si impone sul danese 76(4) 67(1) 63 e si assicura già un paio di record: la sicurezza di chiudere l’ottava stagione da numero uno del mondo e quella di essere il primo - uomo o donna - a toccare le 400 settimane in vetta al ranking.

Alexander Zverev (Getty Images)

ZVEREV IN VERSIONE “MAESTRO”
Una prestazione come non si vedeva da tempo. Anche con il brivido di una caduta sulla caviglia - quella sinistra stavolta - che evoca ricordi brutti. Lo spavento e poi il sorriso, quello della vittoria che riallaccia il filo con il trionfo torinese di due anni fa (ma ce n’è anche un altro datato Londra 2018). Inizia nel migliore dei modi Alexander Zverev: nella sfida che apre i round robin del "Gruppo Rosso" il 26enne di Amburgo (n.7) batte in rimonta 67(3) 63 64  Alcaraz (n.2), che non perdeva tre match di fila da marzo 2021 (stavolta Dimitrov a Shanghai, Safiullin a Bercy ed appunto Zverev a Torino). 

“E’ la superficie più veloce della stagione, non capisco la scelta”, si sfoga lo spagnolo. Nell’altro match Medvedev (n.3) supera per la settima volta in carriera il suo amico e rivale Rublev inaugurando con un successo (64 62) la sua rincorsa al secondo titolo alle Nitto Atp Finals dopo quello conquistato a Londra 2020. Tanti i rimpianti per Andrey, incapace di convertire le sette palle-break avute a sua disposizione.

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JANNIK BATTE UN ALTRO NUMBER ONE
Fa letteralmente venite giù il Pala Alpitour Sinner che supera Djokovic 75 67(5) 76(2). “Il posto più bello dove battere il numero uno del mondo”, commenta. Il messaggio arriva forte e chiaro: Jannik è arrivato dove vuole, e può solo proseguire ad alta velocità verso un futuro luminoso. Il 22enne di Sesto Pusteria (n.4) ottiene la seconda vittoria contro un numero uno in carriera (e in stagione: la prima era stata contro Alcaraz a Miami), la quinta di fila contro un top 5. 

Firma il 15mo successo su 16 partite giocate indoor nel 2023, e il 59esimo complessivo in stagione, rinforzando il record di partite vinte in un singolo anno per un giocatore italiano nell’Era Open.

Nel match pomeridiano, invece, Tsitsipas (n.6) si ritira dopo tre game contro Rune (n.8) per un problema alla schiena: “Devastato per non aver potuto finire il match”, si scusa Stefanos in conferenza stampa (magari pensarci prima…). Al suo posto - per il terzo ed ultimo match del “Gruppo Verde” - subentra Hurkacz (n.9), comunque tagliato fuori dal discorso qualificazione.

Esulta Carlos Alcaraz (foto Sposito FITP)

IL RISCATTO DI CARLITOS
Stavolta non c’è “pista mas rapida” che tenga. Sfodera una prestazione super Alcaraz per vincere il suo primo incontro, lui che alle Nitto ATP Finals è un esordiente assoluto. Nel day 2 del "Gruppo Rosso" lo spagnolo (n.2) batte 75 62 il russo Rublev (n.5), riscattando la sconfitta contro Zverev. Tanto per fare chiarezza sulle sue reali ambizioni.

Stacca già il pass per le semifinali, invece, Medvedev (n.3) grazie al successo per 76(7) 64 su Zverev (n.7).

Jannik Sinner con la mascotte, Matteo Testai, che lo ha acompagnato in campo

SINNER PORTA NOLE IN “SEMI”
A volte anche vincere può non significare nulla. Djokovic firma il secondo successo nei round robin del “Gruppo Verde” ma ci mette un set di troppo e questo potrebbe non bastare al serbo per centrare l’ingresso nelle semifinali ed inseguire il record del settimo trofeo al “Masters”. Nole supera 76(1) 46 61 il polacco Hurkacz (n.9), subentrato come riserva, che tira giù la bellezza di 24 ace.

Ma è Jannik a “regalargli” la semifinale! Eh sì perché dopo la prima vittoria su Djokovic, Sinner completa anche la prima su Rune: chiude 62 57 64, battendo anche il mal di schiena. L’altoatesino, già sicuro di essere il primo italiano in semifinale nella storia del torneo, diventa anche il terzo giocatore a raggiungere le 60 vittorie in stagione dopo il Medvedev (66) ed Alcaraz (64).

Alexander Zverev (foto Sposito/FITP)

“SASCHA”, VINCERE 2 MATCH NON BASTA
Un “Vamos!” enorme sottolinea l’ingresso del più giovane dei protagonisti in semifinale. Nella sfida che apre la terza ed ultima giornata dei round robin del "Gruppo Rosso" il 20enne di El Palmar (n.2) regola 64 64 il russo Medvedev (n.3), rendendo di fatto solo un’esibizione di lusso (soldi e punti per il ranking a parte) quella tra Zverev (n.7) e Rublev (n.5). Il tedesco supera il russo con un periodico 6-4 firmano il 55esimo successo in stagione ma deve comunque salutare Torino.

Definito il quadro delle semifinali: Sinner-Medvedev e Djokovic-Alcaraz. Da applausi il commento di Carlos: “Contento di affrontare Nole, ‘encantado’ dal tennis di Jannik”.

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JANNIK SI PRENDE LA FINALE
E’ compiaciuto, sa di aver già compiuto un’impresa senza precedenti. Ma per lui non è ancora finita. In semifinale Sinner, unico giocatore ancora imbattuto a Torino, supera per la terza volta in due mesi Medvedev: lazzurro chiude 63 67(4) 61, firma la 61ma vittoria in stagione e diventa il primo italiano in finale (in 54 anni di storia del torneo) lì dove si elegge il campione tra i campioni.

Assecondando l’ispirazione di papà Hanspeter, cuoco, Jannik legge il tennis come la cucina e dice: “Il mio piatto di pasta al pomodoro ora è perfetto!”.

L’età non è che un numero: firmato Nole! A 36 anni Djokovic è per la nona volta all’ultimo atto delle Nitto ATP Finals. In semifinale il numero uno del mondo s’impone per 63 62 su Alcaraz, un punteggio forse un po’ troppo severo per quanto si vede in campo. E’ lui a sfidare Sinner per il trofeo: Jannik nel suo percorso non ha perso neanche un match mentre Novak, che punta al settimo trofeo, nel round robin è stato sconfitto proprio dall’azzurro. Sarà la 20esima volta che a giocarsi il titolo saranno due tennisti che già si sono sfidati nella fase a gironi, e per 11 volte ha trionfato chi aveva perso nel round robin….

Novak Djokovic e Jannik Sinner alla cerimonia di premiazione delle Nitto ATP Finals 2023 (Foto Sposito/FITP)

MA DJOKOVIC NON E’ ANCORA PRONTO AD ABDICARE
Nessuno ha mai battuto Djokovic due volte nella stessa edizione delle Nitto ATP Finals. E nemmeno Sinner ci riesce: Jannik cede 63 63 e Novak conquista il settimo trofeo alle Nitto ATP Finals, diventando il campione più titolato nella storia del torneo. Tanto tenero nell'abbracciare i figli dopo il titolo numero 98 di una carriera da leggenda, quanto feroce in campo nel rifiuto della sconfitta, Nole consuma la sua fredda vendetta spingendo il suo tennis a livelli di perfezione contro un avversario capace di scalfirne solo pochi giorni fa le certezze.

Chiude per l’ottava volta la stagione in vetta, e giusto per non farsi mancare nulla anche con il settimo sigillo al “Masters”. “Una delle migliori stagioni della mia carriera coronata con questo successo sull’eroe di casa: non avrei potuto chiedere di più”, commenta a caldo Djokovic in un italiano sempre più fluente e disinvolto. “In semifinale e in finale ho battuto i due giovani più forti del mondo, che mi hanno costretto ad alzare il livello e a migliorarmi ancora se volevo farcela. Gareggiare davanti ai miei bambini (Stefan e Tara; ndr) è favoloso: ho sempre voluto che i miei figli mi vedessero giocare e adesso sono sufficientemente grandi da capire quello che faccio. E questo mi rende immensamente orgoglioso”.

Jannik Sinner con il trofeo del finalista (foto Sposito/FITP)

SINNER GIA’ GUARDA AVANTI
“Sono stato arrabbiato diciamo per mezz’ora - ammette Sinner - poi ho cercato di capire. Sapevo che sarebbe stata l’ultima partita della stagione a livello di ATP Tour, e chiaramente mi avrebbe fatto piacere chiudere con una vittoria. Credo che la differenza sia stata che lui ha giocato davvero bene: io invece ho commesso qualche errore di troppo, anche per mancanza di concentrazione. Lui ha giocato meglio nei momenti importanti”. Saluta dicendo: “Sto già pensando a Malaga”. E non è una frase buttata lì a caso….

Rafael Nadal

NADAL: “SO CHE TORNERO’ A GIOCARE”
Lo aveva promesso: a metà novembre avrebbe preso una decisione. E come sempre è puntuale: durante un evento promozionale, Rafa conferma che tornerà in campo. Dopo i mesi di incertezze seguiti all’intervento all’anca nei quali non aveva voluto dare nulla per scontato in merito al suo rientro, il maiorchino è fiducioso e vede la luce alla fine del tunnel: “Fino ad ora non sapevo se avrei mai più giocato a tennis, ora penso di sì. Ciò che è cambiato rispetto a qualche settimana fa è che ora so che potrò farlo di nuovo - dice -. Prima non lo sapevo, ma ora, onestamente, so che è perché l'evoluzione è positiva. Ultimamente sono stati fatti grandi passi…. Non vincerò più Slam di Djokovic, ma mi darò l'opportunità di godermela di nuovo.... Non sono ancora pronto a dire dove e quando ma spero di poterlo comunicare presto”. E poi la notizia arriva: sarà in gara a Brisbane.

Coppa Davis, Lorenzo Sonego e Jannik Sinner abbracciano Filippo Volandri (Foto Sposito/FITP)

FAVOLA DAVIS
Ma il cielo è sempre più blu, canta Rino Gaetano dagli altoparlanti del Palacio de Deportes José Maria Martin Carpena di Malaga dopo la vittoria dell’Italia per 2-1 sull’Olanda nei quarti delle Davis Cup Finals. Il primo step di una corsa pazzesca. Nel singolare d’apertura Arnaldi cede 67(3) 63 76(9) a Van de Zandschulp dopo aver mancato tre match-point ma poi Sinner raddrizza la sfida senza perdere un set: vince il suo singolare contro il numero uno olandese Griekspoor 76(3) 61 e poi trascina Sonego nel doppio decisivo, firmato 63 64 su Griekspoor/Koolhof. Ed in panchina come supporter d’eccezione c’è di nuovo Matteo Berrettini.

Ma il vero capolavoro è il successo sulla Serbia in semifinale (la 19esima per l’Italia), di nuovo in rimonta. Kekmanovic recupera un set a Musetti imponendosi 67(7) 62 61, poi Sinner annulla tre match-point consecutivi (con il servizio a disposizione) nel decimo gioco del terzo set prima di chiudere 62 26 75 (primo italiano a battere per tre volte un numero uno del mondo): quindi in doppio Sinner/Sonego completano l’opera superando 63 64 Djokovic/Kecmanovic regalando l’ottava finale in Coppa all’Italdavis, la prima dopo 25 anni (Milanno 1998, stoppata dalla Svezia).

L'Italia festeggia il trofeo conquistato alle Davis Cup Finals di Malaga 2023 (foto Sposito)

ITALIA SUL TETTO DEL MONDO
L’ultimo ostacolo per l’Italia di capitan Filippo Volandri è l’Australia, la seconda nazione più titolata nella storia dell’”Insalatiera d’Argento”, che in semifinale elimina la sorprendente Finlandia. Il team “aussie”, che gioca la 49esima finale, punta al 29esimo titolo, il primo dal 2003. L’Italdavis punta invece a diventare l’undicesima nazione con almeno due trofei nella storia della Coppa dopo Stati Uniti (32), Australia (28), Gran Bretagna e Francia (10), Svezia (7), Spagna (6), Russia, Repubblica Ceca e Germania (3), Croazia (2). 

Ed il secondo trofeo arriva, con l’Australia sconfitta 2-0. E’ la Coppa Davis della squadra, dell’unità nella molteplicità. Ma è soprattutto la Coppa Davis di Jannik: a Malaga il numero uno azzurro vince tutti e tre singolari ed anche i due doppi giocati. Dopo il successo di Arnaldi per 75 26 64 su Popyrin è proprio Sinner a siglare la vittoria tricolore alla sua maniera, con la sesta vittoria in sei confronti con De Minaur, dominato 63 60. Dopo 47 anni l’Italia vince la sua seconda Coppa Davis e torna sul tetto del mondo salendo al primo posto nel ranking per nazioni. 

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I protagonisti delle Next Gen ATP Finals a Jeddah (foto ATP web site)

LA PRIMA VOLTA DI JEDDAH
Dopo le cinque milanesi, la sesta edizione delle Next Gen ATP Finals (due milioni di dollari di montepremi) va in scena sul veloce indoor della King Abdullah Sports City di Jeddah, in Arabia Saudita. E ci sono due azzurri in gara Flavio Cobolli e Luca Nardi, entrambi sorteggiati nel “Gruppo Verde” insieme al francese Fils, prima testa di serie del torneo, e all’elvetico Stricker.

Nel “Gruppo Rosso” sono inseriti invece l’altro francese Van Assche, lo statunitense Michelsen, il serbo Medjedovic ed il giordano Shelbayh.

Andrea Gaudenzi premia Hamad Medjedovic (foto Getty Images)

Qualche altra novità regolamentare alla ricerca di una sempre maggiore rapidità e spettacolarità, che qualche volta lascia sorpresi gli stessi giocatori, e si parte. Cobolli batte Stricker ma poi perde sia con Fils che con Nardi: entrambi chiudono la loro avventura nella fase round robin (il pesarese è battuto da Fils e Stricker nei primi due match).

A giocarsi il trofeo sono Fils, che in semifinale vince il derby francese con Van Assche, e Medjedovic, che supera Stricker costretto al ritiro per un problema fisico a metà del secondo set.

Il trofeo se lo porta a casa Hamad Medjedovic, n.110 del ranking, “pupillo” di Novak Djokovic, che in finale si impone 3-4(6) 4-1 4-2 3-4(9) 4-1, dopo quasi due ore e un quarto di lotta, sul francese Arthur Fils, n.36 ATP, il grande favorito della vigilia. APPUNTAMENTO AL PROSSIMO ANNO.

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