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Fondazione Alcaraz, atto primo: "Prima la persona, poi lo sportivo"

Il primo evento della Fondazione è l'apertura di una sorta di museo degli oggetti usati dal campione iberico in questa primissima parte di carriera. In particolare, delle scarpe. Non a caso si intitola 'Los pies en la tierra'

17 dicembre 2024

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Pare che Carlos Alcaraz non abbia preso da Rafa Nadal solamente certe qualità tennistiche, la capacità di vincere in giovane età e di replicare in qualche modo sul campo la straordinaria parabola del fenomeno di Manacor. C'è un'altra dote che il giocatore di Murcia ha ereditato dal vincitore di 22 Slam, ed è quella legata all'attenzione nei confronti degli altri. Forse non tutti lo sanno ma esiste una 'Fondazione Carlos Alcaraz', che in questi giorni ha mandato in scena la sua prima esposizione a scopo benefico.

Di cosa si tratta? È una sorta di museo degli oggetti usati dal campione iberico in questa primissima parte di carriera. In particolare, delle scarpe. Non a caso si intitola 'Los pies en la tierra'. In altrettante teche, sono protette le calzature indossate da Alcaraz durante gli Slam di New York 2022, Wimbledon 2023 e Roland Garros 2024. Ma non solo: ci sono anche i suoi trofei e persino una rete che proviene dai Championships. Tutto donato dal campione di Murcia, città dove ha sede l'esposizione.

“Da piccolo – ha spiegato Carlitos – ero proprio come qualsiasi altro bambino della mia età. Sono cresciuto a El Palmar in una famiglia normale, avevamo tutto il necessario anche se non eravamo benestanti. A me piaceva correre nel parco con i miei amici, frequentare la scuola, di certo senza godersi alcun lusso”. E ancora: “Avevo la passione per lo sport e per il tennis in particolare, ma è stata un’infanzia molto normale. Oggi siamo qui dove siamo, mi sento molto fortunato e grato alla vita e vorrei fare la mia parte agendo a favore dei bambini che hanno meno possibilità”.

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“L’obiettivo di questa mostra – spiega invece Beatriz Garfia, zia di Carlos e direttrice della Fondazione – è quello di mostrare una realtà diversa, quella di un’infanzia molto impegnativa. È una realtà che per noi può essere invisibile o lontana, ma in realtà è molto vicina. Si tratta di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo, sull’importanza di questa fase della vita di una persona. Poiché, individualmente o collettivamente, abbiamo molto da dire, abbiamo la capacità di influenzare gli altri. Ogni piccolo gesto conta e può fare la differenza nella vita dei bambini di oggi e di domani”.

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Il taglio del nastro, ovviamente, è stato affidato proprio ad Alcaraz, che poi si è scoperto sorpreso di fronte a quei cimeli che dovrebbe conoscere ormai molto bene. La Fondazione, che in qualche modo ricalca gli obiettivi di quella messa in pista da Nadal, si occupa dunque dei bambini: 'per dare a tutti – si legge sul sito – le stesse opportunità durante la crescita'. Perché – è spiegato in vari approfondimenti – lo sport può essere un motore decisivo nell'educazione, non solo all'interno delle varie discipline scelte dai ragazzi ma anche in ogni altro ambito dell'esistenza.

Uno strumento ludico ed educativo che diventi uno stimolo a organizzare un lavoro di squadra produttivo. Qualcosa che poi potrà restare come pilastro di quella persona nel resto della sua vita. In tutto questo, Carlos Alcaraz è ovviamente il presidente, con una frase a simboleggiare il suo pensiero, ben in vista in fase di presentazione: “Ho sempre detto che, prima di essere uno sportivo di alto livello, è necessario essere una persona di valore”. Lo diceva anche Mario Belardinelli, tanti anni fa. Dunque Carlos è sulla buona strada.


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