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"Cerco di imparare sempre qualcosa da lui - spiega il russo - come da Carlos Alcaraz, da Medvedev, da Zverev e da tutti gli altri top players di oggi. Senza citare i Big 3 e Andy Murray, che sono stati di un'altra categoria e si potevano solo ammirare”
17 agosto 2024
Come a Montreal, sarà Andrey Rublev l'avversario di Jannik Sinner a Cincinnati. L'azzurro e il russo si troveranno di fronte nel match dei quarti, con Jannik in cerca della rivincita dopo la partita persa in Canada. Alla vigilia, da Andrey, arriva un attestato di stima per l'azzurro, numero 1 del mondo.
ANDREY RUBLEV
“Non è stato un match facile, contro Nakashima, perché le condizioni di gioco a Cincinnati sono molto diverse rispetto a Montreal, adattarsi non è semplice. In comune c'è stata la pioggia, così come il vento, che hanno fatto ritardare la nostra entrata in campo. Non c'è stato molto tempo per prepararsi, ma è andata bene così. Brandon stava giocando bene e io non trovavo il ritmo, ho commesso tanti errori all'inizio. Come quando sei in auto, non puoi entrare e portarla subito a 200 all'ora. Serve tempo per scaldare il motore e in seguito puoi andare più veloce”.
“Sinner? È un grande giocatore, anche se l'ho appena battuto. Spero di giocare un'altra buona partita, cercando di dare il meglio come ho fatto in Canada. Cerco di imparare sempre qualcosa da lui, come da Carlos Alcaraz, da Medvedev, da Zverev e da tutti gli altri top players di oggi. Senza citare i Big 3 e Andy Murray, che sono stati di un'altra categoria e si potevano solo ammirare”.
“Non sono a mio agio con la popolarità, nel senso che mi chiedo come mai la gente si affezioni proprio a me, con tanti giocatori in giro. Ma certo sono contento di questo, mi fa piacere ci siano miei tifosi in tanti tornei del circuito, significa che qualcosa di buono l'ho lasciato”.
ALEXANDER ZVEREV
“Era molto ventoso, su campi molto veloci: non una combinazione semplice da gestire. Merito anche di Pablo Carreno Busta che mi ha reso le cose ulteriormente complicate. Mi sono sentito bene anche giocando da fondo, ho trovato un buon ritmo. Anche perché gioco con una racchetta vecchio stile, più pesante del normale.Vengo da una generazione precedente, quando ancora giocava Roger Federer e i campi erano un po' più veloci”.
“Giocare un match solo al giorno, senza pioggia, è senza dubbio più comodo. Tornare in un luogo dove hai già giocato bene ti rende consapevole di poterlo rifare. Ma poi bisogna comunque fare i conti con nuove sfide”.
HUBERT HURKACZ
“Il ginocchio? Probabilmente adesso è la parte del corpo che sento meglio. Sono contento di essere tornato al mio livello. Durante la stagione c'è poco tempo per prendere fiato e la mia pausa per l'infortunio mi è anche servita per questo”.
BEN SHELTON
“Sto provando ad andare avanti, anche se ho bisogno di far riposare il mio fisico. Contro Marozsan ho cambiato il mio modo di giocare durante l'incontro, perché lui stava servendo bene e non mi permetteva di trovare il ritmo. Ho provato a bloccare la risposta e prendermi più tempo. È importante adattarsi a situazioni diverse, questa è la chiave. In una giornata molto ventosa come quella che abbiamo appena vissuto bisogna cercare di darsi più margini, senza rischiare troppo”.