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Fritz per battere Sinner chiede aiuto ai nuovi progressi

Come cancellare l’incubo della prima finale Slam? Tre mesi dopo gli US Open, l’americano dal potente uno-due rilancia la sfida ai più forti ma soprattutto si affida ai suoi progressi. Che hanno stroncato un Medvedev già in crisi

di | 12 novembre 2024

Il diritto di Taylor Fritz (foto Sposito/FITP)

Il diritto di Taylor Fritz (foto Sposito/FITP)

L’8 settembre, la batosta è stata grande, e sicuramente l’ha avvertita nel cuore, nella testa, nelle gambe, nel tennis, nel morale. Taylor Fritz aveva superato alla grande una serie di esami, soprattutto di forza, contro Sascha Zverev e di nervi, nel derby con Frances Tiafoe, ma il 6-3 6-4 7-5 che aveva subito contro Jannik Sinner in finale, la prima Slam, davanti al suo pubblico degli US Open, gli è rimasto sul gozzo, lasciandogli comunque la bocca amara.

A quel punto, il californiano, che malgrado le grandi possibilità, economiche e atletiche, non ha mantenuto le promesse junior (campione a New York e finalista al Roland Garros) e non è mai riuscito ad avvicinarsi al concittadino e idolo Pete Sampras, avrebbe potuto vedere il bicchiere soltanto mezzo pieno, e disperdersi come altri talenti della generazione di mezzo, tipo Tsitsipas e Rublev. Avrebbe potuto ripensare alle altre grandi delusioni di una carriera da top 10, con 8 titoli ATP, qualche scalpo doc, ma nessun grande acuto, a dispetto di un servizio da 240 all’ora, ottimo dritto e buon repertorio. E magari lagnarsi per il matrimonio precoce con l’ex pro Raquel Pedraza, dalla quale ha avuto un figlio, ma ha lasciato nel 2019 per legarsi all’infuencer Morgan Riddle. 

Del resto la sua espressione afflitta alla premiazione fotografa perfettamente la delusione di chi sognava di vivere il giorno più bello della sua vita, primo statunitense promosso a una finale Slam da Andy Roddick nel 2009.

“Sono tornato a casa, a Miami, e ho giocato a video games per 12 ore al giorno mangiando in modo piuttosto malsano e, onestamente, con abitudini davvero distruttive, come stare da solo dopo un torneo quando ho un po’ di tempo libero”. 

Lo statunitese Taylor Fritz, vincitore contro Daniil Medvedev nel match d'esordio alle Nitto ATP Finals 2024

Lo statunitese Taylor Fritz, vincitore contro Daniil Medvedev nel match d'esordio alle Nitto ATP Finals 2024

REAZIONE
Da allora, s’è forzato molto, s’è fatto coraggio più che altro verbalmente, si è auto-incitato, ha cercato di trovare motivo di soddisfazione nel ruolo di numero 1 del tennis Usa, coi nuovi progressi sulla terra rossa (a Roma aveva firmato la telecamera “Claylor”), con l’amicizia con gli altri della nazionale di Davis. Anche se i risultati non sono stati più eccelsi, con due ko d’acchito, contro Fils a Shanghai e Draper a Bercy, inframmezzati dalla semifinale di Shanghai, persa però ancora in modo deludente, - 6-4 7-6 - contro la bestia nera di 10 ko su 10 confronti, Novak Djokovic. Come reagirà nel ritrovarsi davanti il Profeta ai capelli rossi? Per evitarsi lo choc direttamente in partita ci ha palleggiato in allenamento in questi giorni di vigilia delle Finals, saggiandone servizio e risposta e misurandosi con quel cocente choc.

Chissà se è stato lo psicologo a suggerirgli di “non guardare il match di Sinner”, chissà se gli ha dato anche la scusa: “Non guardo molto tennis alla tv”. E chissà, soprattutto, se davvero ha resistito. Freud ne trarrebbe chissà che storia. Partendo magari da quel suo motto: “Una delle mie qualità maggiori è l’abilità nel restare calmo  sotto pressione. E’ una delle ragioni per cui sono al top”. Anche se, ogni volta che lo dice, si guarda attorno per ottenere l’assenso degli altri, forse per paura di scoprire qualche faccina perplessa. Perché, forse, al di là della rigidezza e nella scarsa qualità e varietà tecnica, il ragazzone di quasi due metri che si esalta nel servizio-dritto, manca proprio di autostima, di coraggio, di “cazzimma”, come direbbero a Napoli.

Lo statunitense Taylor Fritz ha battuto Medvedev nel match d'esordio alle Nitto ATP Finals 2024 (Foto Sposito)

Lo statunitense Taylor Fritz ha battuto Medvedev nel match d'esordio alle Nitto ATP Finals 2024 (Foto Sposito)

CONTROCORRENTE
Curiosamente, poi, fuori dal campo, Taylor si schiera contro la programmazione dell’ATP Tour e anche contro il coaching del prossim’anno (“Sarà come se qualcuno servisse al posto tuo”), in nome dell’individualità e anche della solitudine del tennista. E quasi nasconde le nuove qualità che sta tirando fuori: dalla maggior tenuta da fondo e in difesa, alla varietà con cui confondere un po’ l’avversario, uscendo dai tradizionali canoni del suo gioco bim-bum-bam. La riposta, poi, è forse il colpo che il californiano di 27 anni ha migliorato di più, creandosi più occasioni di entrare nello scambio e tirare subito il primo colpo per conquistare il comando delle operazioni.

Come risposta ci mettiamo anche quella figurata, con cui prepara la nuova sfida contro Sinner: “Sono eccitato, perché dopo averlo affrontato agli US Open, ho giocato con Carlos la settimana successiva alla Laver Cup e poi con Novak subito dopo a Shanghai. Mi sento che in quelle tre partite ho imparato molto su ciò di cui avevo bisogno per migliorare se voglio stare con loro. E penso di aver fatto un buon lavoro in questa direzione. Perciò non vedo l’ora di verificare sul campo se quello che ho imparato mi può aiutare. Già contro Medvedev sono rimasto a lungo negli scambi e gli ho dimostrato che non ero disposto a regalargli punti facili, cosa molto incoraggiante. Anche se il servizio resta fondamentale: non ricordo una partita persa in cui ho servito alla perfezione”. 
Sono passati tre mesi da quel famoso 8 settembre a New York e lo sguardo di Fritz, però, è sempre mogio.

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