-
Atp

Grigor ci crede: "Il lavoro non è ancora finito"

"Mi sono dato piccoli obiettivi settimanali - spiega Dimitrov - e per me è una vittoria ogni volta che mi sveglio e posso allenarmi senza provare dolore. Ricostruirsi e saper giocare alla pari contro i grandi campioni: è questa la cosa di cui sono orgoglioso”

30 marzo 2024

Una seconda giovinezza e un altro risultato inatteso. Dopo aver dato una lezione di tennis a Carlitos Alcaraz, Grigor Dimitrov ha voluto esagerare, eliminando anche Alexander Zverev. Sarà lui l’avversario di Jannik Sinner nella finale del Masters 1000 di Miami. “La partita? Ho giocato con molta autorità gli ultimi 3 game, venendo avanti e sfruttando la volée, come ho fatto sul 3-3 e 15-40, in un momento decisivo. Non ho pensato troppo al contesto, dovevo solo fare un passo in avanti per vincere la partita”.

E con Zverev il bulgaro era sotto 1-7 nei precedenti. Non batteva il tedesco da 10 anni (all’epoca Sascha era un ragazzino). C’è chi gli ricorda che stava per uscire subito da Miami: al secondo turno contro il cileno Tabilo era sotto per 5-2 al tie-break del secondo set dopo aver perso il primo. “Non è stato divertente: sicuramente da quella partita in poi ho sentito il bisogno di crescere e migliorare il mio tennis. Lui ha giocato una delle migliori partite in carriera e io da quel momento mi sono abituato anche alle condizioni climatiche, con vento, pioggia, partite notturne e rinvii”.

Dimitrov story, bellezza da copertina

E’ la terza finale in un 1000 per Dimitrov, che vinse a Cincinnati 2017 (contro Kyrgios). Con Sinner i precedenti dicono 2-1 in favore dell’azzurro, che lo ha battuto a Pechino e proprio a Miami, lo scorso anno (unica vittoria di Grigor a Roma 2020, quando Jannik era giovanissimo).

“Il lavoro non è finito, la cosa migliore è la costanza che ho ritrovato nel saper battere i giocatori più forti. Negli ultimi 8-12 mesi ho cambiato marcia, ma sono ancora arrabbiato per alcune partite perse: non ho mollato e ho continuato a lavorare. Mi sono dato piccoli obiettivi settimanali e per me è una vittoria ogni volta che mi sveglio e posso allenarmi senza provare dolore. Ricostruirsi e saper giocare alla pari contro i grandi campioni: è questa la cosa di cui sono orgoglioso”.

A differenza di molti altri giocatori, il bulgaro ha un bagaglio tecnico infinito, a cui può attingere nei vari momenti della partita. “Giocare di fino con lo slice, essere più aggressivo col serve&volley, entrare dentro al campo. Sono tutte cose che ho utilizzato contro Zverev, ma bisogna tirarle fuori al momento giusto. Questo sport è fisico: devi essere in grado di stare in campo 3 ore e poi puoi variare le soluzioni di gioco”.

Un successo, quello contro Zverev, ottenuto sotto gli occhi di Serena Williams, presente sul centrale di Miami. “E’ un’amica, ci sentiamo sempre. Mi aveva anticipato che sarebbe venuta a vedermi. Lei c’era anche quando vinsi per la prima volta contro un top 10. Il tennis è il nostro sport, ma la vera vita inizia dopo. Noi, dopo tutti questi anni, siamo ancora legatissimi”. E a chi sottolinea che Dimitrov abbia vinto poco, proprio per aver vissuto il suo prime nell’epoca dei Fab 4, Grigor risponde subito.

“E’ stata una fortuna enorme giocare insieme a loro. Ho battuto tutti i migliori giocatori dell’epoca e ogni volta che li ho affrontati ho imparato qualcosa. Molte volte sono uscito al terzo turno ai quarti di finale contro di loro, portandomi a casa sempre qualcosa. Novak e Andy giocano ancora, ma vedere tutti questi campioni insieme sarà difficile in futuro”.

C’è un pensiero anche per Jamie Delgado, l’allenatore che gli ha allungato la carriera, riportandolo in top 10. “Ha saputo far capire a tutto il team l’importanza dell’etica lavorativa, lui è uno che non si risparmia mai. Ogni volta che ho una giornata storta sa quali tasti toccare per farmi esprimere al meglio nella partita successiva. Ci stiamo divertendo molto, sono felice”.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti