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Djokovic rilancia per il 2025: "Sono ancora motivato, Murray mi darà qualcosa in più"

Il numero 7 ATP inizierà la sua stagione all'ATP 250 di Brisbane, ed è pronto ad un 2025 da protagonista: "Voglio giocare di più rispetto al 2024, sono grato a Murray per aver accettato di essere al mio fianco"

di | 29 dicembre 2024

Djokovic colpisce un rovescio in allenamento (Getty Images)

Djokovic colpisce un rovescio in allenamento (Getty Images)

Per la prima volta dalla finale persa al Masters 1000 di Shanghai, Novak Djokovic tornerà a giocare sul circuito ATP. Al Brisbane International (di categoria 250), il serbo, oggi numero 7 ATP, è la testa di serie numero 1 di una tabellone che comprende, tra gli altri, anche Matteo Berrettini e Matteo Arnaldi.

Alla vigilia del primo impegno stagionale, in conferenza stampa, è apparso rilassato e con rinnovate ambizioni dopo un 2024 che l’ha visto conquistare la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Parigi oltre ad una comunque prestigiosa finale (la decima in assoluto) a Wimbledon. Anzi, il 24 volte campione Major ha rilanciato la sfida ad una sempre più giovane concorrenza, guidata ovviamente dal numero 1 ATP Jannik Sinner e dal numero 3 Carlos Alcaraz.

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"Voglio iniziare bene e avere più costanza in tutti i tornei. Spero di giocare più tornei rispetto alla scorsa stagione”, ha detto il tennista di Belgrado, che per la prima volta dal 2005 ha chiuso una stagione, la scorsa, senza vincere tornei valevoli per il ranking ATP.

"Spero di vincere altri tornei – ha quindi aggiunto – e che la mia classifica raggiunga il livello che merita”. A Brisbane, infatti, cercherà di iniziare il 2025 regalandosi quello che sarebbe il 100esimo titolo in carriera, avvicinandosi ai 103 di Roger Federer e ai 109 del primatista Jimmy Connors.

"Per come mi sento oggi, penso che potrò continuare a dare il massimo per molti anni a venire, ma non è possibile prevedere per quanto tempo mi sentirò motivato ad andare avanti. Oggi amo ancora questo sport e mi piace ancora competere”.

Tanto lo spazio riservato che alla nuova collaborazione con l’ex numero 1 al mondo Andy Murray, che ha affrontato 36 volte a livello ATP ed in almeno una finale in tutti e quattro i Major tra il 2012 ed il 2016. "Essere dalla stessa parte della rete è in realtà fantastico per un cambiamento perché è stato uno dei miei più grandi rivali", ha detto Djokovic.

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"In un certo senso è stato strano per me condividere tutti questi tipi di sensazioni su come mi sento in campo, condividere alcuni dei segreti di ciò che sto attraversando, come vedo il mio gioco con qualcuno che è sempre stato uno dei miei principali rivali. Ma sono molto grato che abbia accettato di lavorare con me qui in Australia".

Lo scozzese, alla prima avventura da coach dopo il ritiro dello scorso luglio, raggiungerà l’Australia per aiutare il suo assistito a preparare l’Australian Open, dove andrà il campione di Belgrado andrà a caccia dell’undicesima Norman Brookes Challenge Cup (il trofeo dedicato al vincitore).

Djokovic off season: tra calcio, basket e...

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"I 10 giorni che abbiamo trascorso insieme sono stati fantastici – ha proseguito Djokovic - . Mi sono goduto ogni singolo momento. È molto meticoloso, professionale. Non mi sorprende perché lo conosco da così tanti anni come giocatore. Murray ha una prospettiva unica sul mio gioco, essendo uno dei più grandi rivali che abbia mai avuto”.

“Ne conosce i pro e i contro, ed ha anche giocato fino a poco tempo fa nel Tour, quindi conosce tutti gli altri migliori giocatori del mondo, i giovani, le loro debolezze e i loro punti di forza. Penso che potrò solo trarne beneficio, aggiungerà qualcosa al mio gioco, anche considerando la sua mentalità da campione”.

Djokovic si è poi interrogato sulle recenti discussioni relative ai protocolli di gestione dei casi di doping: “Il problema, alle volte, è la trasparenza, perché alcuni aspettano che il loro caso venga risolto da un anno. Sono un po’ frustrato se penso che noi altri giocatori veniamo tenuti all’oscuro di queste vicende”.

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