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Atp

Draper: "Ho grandi ambizioni, battere Alcaraz mi ha dato fiducia"

"Contro Rune - spiega l'inglese - sono entrato in campo deciso e sapevo perfettamente cosa fare. Ho provato subito delle sensazioni positive che non mi hanno più abbandonato"

17 marzo 2025

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Cosa si prova a vincere il primo Masters 1000 della carriera, entrando allo stesso tempo - sempre per la prima volta - fra i top 10 Atp? Jack Draper ha ancora sul volto le emozioni della finale, quando arriva in sala stampa per parlare con i giornalisti.

"Questo torneo - spiega il britannico - lo guardavo da piccolo, ammirando tutti i campioni che passavano su questi campi. E vincere qui, adesso, significa tutto per me. Prima del match avevo tanti dubbi, mi ero immaginato ogni tipo di scenario. Ma alla fine sono riuscito ad andare oltre questi dubbi e sono molto orgoglioso di quello che ho ottenuto".

E ancora: "La vittoria contro Alcaraz ha avuto una grande rilevanza, su quello che è accaduto in finale. Contro Rune sono entrato in campo deciso e sapevo perfettamente cosa fare. Ho provato subito delle sensazioni positive che non mi hanno più abbandonato".

"In allenamento potevo già esprimere un tennis così importante, ma trasformare quelle prestazioni in grandi partite non è mai scontato. Per di più, farlo su un grande palcoscenico come questo è qualcosa di davvero enorme, per me".

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Ma come si recupera, dopo una vittoria così importante come quella contro Alcaraz in semifinale? "Mi sono svegliato ancora stanco - ammette Draper - e non ho dormito bene. Ma ho cercato di rilassarmi, fin dal bagno freddo dopo il match. Ho cercato di non pensarci troppo e di capire che mi mancava ancora una partita per completare l'opera. Un po' come quando ti alleni: devi farlo con la stessa intensità dal lunedì alla domenica, ogni giorno. E così in un torneo: non ci si può permettere di rimanere troppo su un singolo incontro, altrimenti quello dopo andrà male. Ho semplicemente messo giù la testa pensando a lavorare duramente, questo è ciò che ho fatto".

Obiettivi futuri? "Non è questione di obiettivi. Voglio dire, è importante metterseli in testa e lavorare, ma poi bisogna far seguire azioni concrete. E quello che mi è accaduto nell'ultimo anno non ha nulla a che vedere con gli obiettivi prefissati, bensì con il lavoro quotidiano. Non mi sono messo un ranking ideale in testa o un torneo particolare. Sono molto ambizioso, ma qualsiasi cosa mi attenda in questo sport, so di dover migliorare e di dover continuare a essere solido, a lavorare duramente. In modo che anche le mie cattive giornate diventino superabili".

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Travolto, Holger Rune ha poco da raccontare, al termine di una prestazione deludente. "Mi pare abbastanza evidente - dice il danese - che non ho espresso un livello nemmeno vicino al mio miglior tennis. Di certo ho tanto da imparare, dopo questa partita, anche se per me è stato un torneo positivo".

"Onore a Jack, che ha giocato in modo eccellente. Ma io non sono mai riuscito a prendermi i punti che potevano darmi un po' di spinta per restare in partita. Anche quando lui mi ha lasciato qualche chance, io non me la sono presa, ed ecco perché è finita in questo modo".

Il futuro? "Sono molto motivato, credo di aver cambiato direzione e di aver ritrovato la fiducia. Voglio far bene a Miami, poi arriverà la terra, il periodo della stagione che prediligo, con Monte-Carlo, Roma, Parigi. Ho sempre la convinzione di poter vincere tutti i tornei a cui prendo parte".


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