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Dopo aver sconfitto Alcaraz in tre set, il mancino britannico sfiderà Rune nella sua prima finale in carriera in un Masters 1000. Da lunedì sarà almeno numero otto del ranking Atp
16 marzo 2025
Con il successo in tre set su Carlos Alcaraz a Indian Wells, Jack Draper si è garantito l’accesso alla prima finale in carriera in un Masters 1000 (affronterà Holger Rune) e l’ingresso, da lunedì, tra i primi dieci giocatori del ranking Atp. Il britannico, a caccia della terza affermazione nel circuito maggiore dopo i successi ottenuti lo scorso anno a Stoccarda e Vienna, si è detto molto soddisfatto del match risolto con il punteggio di 6-1 0-6 6-4 ai danni del numero tre del mondo: “Battere Alcaraz in una semifinale di un torneo così importante è qualcosa di incredibile. Per anni ho visto giocare i big su questi campi, ora toccherà a me disputare una finale: indipendentemente da come andrà a finire, posso già ritenermi soddisfatto del risultato”, ha ammesso il 23enne di Sutton.
“Ogni volta che scendo in campo ho sempre paura di perdere e questo, per certi versi, è anche un vantaggio perché mi porta a stare sempre concentrato. Ho seguito il percorso di Alcaraz a Indian Wells, ha giocato un tennis incredibile sin dal match d’esordio ma sapevo di potergli creare qualche problema. Ha commesso qualche errore di troppo in avvio, poi è cresciuto ed è venuta fuori una partita pazzesca”, ha dichiarato Draper.
Bravo a non abbattersi dopo il secondo parziale ceduto per 6-0, l’attuale numero 14 Atp ha spiegato il segreto di quel terzo set giocato a un livello altissimo: “All’improvviso le mie gambe hanno smesso di funzionare ma a volte può capitare, soprattutto quando ti stai giocando qualcosa di così importante e sai di entrare in Top-10 in caso di vittoria. Durante la pausa tra secondo e terzo set mi sono guardato allo specchio e ho rimesso a posto le mie idee: mi sono rimboccato le maniche e assicurato di dare tutto me stesso nel parziale decisivo per provare a portarla a casa: fortunatamente, ci sono riuscito”.
Jack Draper, che colpo a Indian Wells
La svolta della partita è giunta a partire dal settimo game del terzo set, quando si sono susseguiti break e controbreak: “Sul 4-2 ho fatto di tutto per strappare il servizio ad Alcaraz, ma quel game mi ha tolto un sacco di energie e poi ne ho pagato le conseguenze perdendo la battuta a mia volta. Arrivati sul 5-4, sapevo che sarei stato in grado di chiuderla: dopo il match point ho provato delle sensazioni incredibili, di gioia e di sollievo. Negli anni ho lavorato duramente per riprendermi dagli infortuni ed essere competitivo ad alti livelli: ora l’obiettivo è archiviare in fretta questo risultato per concentrarmi sulla finale contro Rune”, ha raccontato Draper, sconfitto in due set nell’unico precedente nel circuito maggiore con il danese, andato in scena lo scorso anno ai quarti di finale del torneo di Cincinnati.
L’approdo in finale consentirà a Draper, come detto, di entrare nella Top-10 del ranking Atp: dopo la presenza costante di Rafael Nadal nell’ultimo decennio, tornerà dunque a esserci un giocatore mancino nell’élite del tennis maschile. “Al momento sarò l’unico mancino tra i primi dieci, ma sono sicuro che presto arriverà anche Shelton. Occhio anche a Shapovalov e Humbert: il primo è tornato molto competitivo, mentre il secondo gioca un gran tennis. Nel tennis di oggi, giocare con la sinistra è un vantaggio: chi spinge sul mio rovescio mi fa un favore perché lo considero il mio punto di forza. Sono destro naturale, fino a quindici anni non sapevo fare nulla con la sinistra: so che può sembrare strano, anche vedendo il mio servizio, ma è così. Il mio dritto migliora di continuo, ma continuo a non sentirmi del tutto a mio agio da quella parte”.
La finale a Indian Wells arriva dopo gli ottavi di finale raggiunti agli Australian Open e la finale persa a Doha, un avvio di stagione all’insegna della continuità per Draper, dopo la semifinale dello scorso anno agli Us Open e il successivo titolo vinto nell’Atp 500 di Vienna. Negli ultimi mesi, la sua carriera è notevolmente cambiata, ma qual è stato il vero punto di svolta? Secondo il britannico, è stato molto importante il trionfo sull’erba di Stoccarda, quando in finale si impose in rimonta su Matteo Berrettini: “Quel torneo mi ha dato maggiori certezze. Inizialmente ti senti spaesato a condividere spazi e ambienti con giocatori che prima guardavi soltanto in televisione, penso che per un ragazzo giovane sia fondamentale fare tante esperienze e acquisire insegnamenti da ogni torneo. Con la semifinale agli Us Open ho capito che sarei potuto arrivare in alto e le prime partite giocate in questo 2025 non hanno fatto altro che confermare le mie sensazioni positive”.
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