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Fognini e Pennetta, 10 anni tra presente e futuro (sognando Melbourne)

“L'Australian Open? Se mi danno una wild card per il main draw, volo. Altrimenti Flavia mi dovrà sopportare a casa per un bel po'...”. Fabio Fognini, ospite con Flavia Pennetta per la serata pre-natalizia del Tennis club Città dei Mille (Bergamo), lascia aperto uno spiraglio per il primo Slam del 2024

31 dicembre 2023

Alla fine ci scappa pure una mezza notizia: “L'Australian Open? Se mi danno una wild card per il main draw, volo. Altrimenti Flavia mi dovrà sopportare a casa per un bel po'...”. Ma in realtà Fabio Fognini, ospite con Flavia Pennetta per la serata pre-natalizia del Tennis club Città dei Mille (Bergamo), da raccontare ha tanto altro, che con l'attualità conta fino a un certo punto. In realtà a raccontare sono in due, marito e moglie, oggi anche papà e mamma, con una storia di tanti anni passati insieme. Un'unione che per entrambi è stata una sorpresa e una scoperta.

“Avere Fabio Fognini come marito? Non ci avevo mai pensato – spiega lei – e anzi, era l'ultima persona al mondo che mi sarei aspettata di sposare. Ma la verità è che trovare un compagno di vita così è qualcosa di incredibilmente raro. Siamo insieme da circa 10 anni ed era difficile chiedere di più da questo tempo insieme. Abbiamo tutto e possiamo solo essere felici. Siamo estremamente fortunati e dobbiamo goderci ogni momento”. 

Fabio Fognini (foto Milesi)

Nel 2005, proprio al Città dei Mille, Fabio ha vinto il suo secondo titolo internazionale, il primo in Italia. A distanza di quasi due decadi, ricorda qualcosa di quel torneo, un Itf da 15 mila dollari? “Non ricordo neanche quello che ho fatto ieri... ma mi pare di ricordare della finale, un 6-4 al terzo contro l'austriaco Mirnegg (corretto, ndr). Se penso a quel periodo, quando stavo cominciando, sono contento di quanto ho fatto in carriera. Ero alla soglia dei 18 anni e oggi ho realizzato tutti i sogni che avevo nel cassetto, tranne qualcuno. Sono stato top 10 Atp, ho vinto uno Slam in doppio, non in singolare certo, ma ho beccato anni davvero difficili. Fare quarto turno all’epoca era tanta roba, ora la situazione è cambiata e forse c’è più spazio per arrivare in alto. Un rammarico? Sì, mi sarebbe piaciuto fare di più nei Major”.

Palla a Flavia: motivi di orgoglio e rimpianti? “Sono abbastanza orgogliosa di tutta la mia carriera: ho avuto alti e bassi, sono caduta più volte ma ho sempre avuto la voglia e la forza di rialzarmi. E ho avuto tanta pazienza, per non ottenere risultati immediati. Ognuno ha il proprio tempo, lo dico sempre ai giovani. E non bisogna mettersi a fare paragoni con questo o con l'altro, perché si matura in momenti diversi della vita. L'importante è fare il proprio percorso, fare il meglio che si può”.

Con Flavia ritirata ormai da tempo, il 36enne Fabio pare non avere troppa intenzione di mollare. Anche se... “Non mi sono iscritto alle qualificazioni in Australia perché l'infortunio ha ritardato l'inizio della preparazione. Se non arriverà l'invito come regalo di Natale, resterò a casa e mia moglie mi dovrà sopportare. Il sogno per il 2024 è continuare a fare progressi come ho fatto a fine 2023. Ora sono tranquillo, ma ho passato uno dei periodi più difficili della mia carriera negli ultimi 6-8 mesi. Nel complesso è stato un anno nel quale ho giocato poco: a Roma e Parigi sentivo di aver ripreso un buon livello, ma poi è girata male. Mi aspetto di vivere un buon 2024 e poi spero di poter salutare... con calma”.

“Averlo a casa più tempo – aggiunge Flavia – mi piacerebbe, anche se sarebbe complicato perché non sono abituata... (risata, ndr). Credo possa fare ancora tanto, sono quella che più di ogni altra persona lo sprona a continuare. Io ci credo, ho sempre creduto tanto in Fabio, persino più di lui”.

Intanto però c'è anche una vita da manager già preparata per il post carriera di Fognini. “Posso dire di sì. Non nego – aggiunge il ligure – che ognuno di noi faccia degli errori, io non ho mai nascosto i miei, e ne ho fatti anche alcuni gravi. Ma l'esperienza serve per far capire agli altri. Mi sono messo a disposizione dei ragazzi durante la pandemia, con l'amico Giuseppe Marzo, il mio socio. Oggi in generale i giovani fanno fatica ad ascoltare, vogliono tutto e subito. Ma nella vita le cose vanno prese step by step, voglio trasmettere questo. Senza farsi prendere dall'ansia dei paragoni: io per esempio avevo Djokovic e Murray nel gruppetto dei migliori della mia età, se mi paragono a loro dovrei spararmi... (risata, ndr)”. 

Fabio Fognini (foto Getty Images)

A proposito di consigli. Uno che negli anni ne ha dati tanti (e importanti) a Fabio è Corrado Barazzutti, che dal 2024 tornerà nel circuito a fianco di Lorenzo Musetti, dando una mano a coach Tartarini. “Lorenzo – spiega Fognini – ha tutte le doti per entrare nei top 10. Per me Corrado è stato, è e sempre sarà un mentore, il mio papà tennistico. Con lui c'è un rapporto che va oltre la fiducia. È stato uno dei pochi ad aver tirato fuori il meglio di me nei momenti difficili della mia carriera, quando lo chiamavo e gli chiedevo consigli. Tornando a Musetti, a mio parere è il ragazzo con più talento a livello tennistico dei nostri. Sinner? Ha un altro gioco. Musetti è diverso e spero che questa sua diversità diventi un vantaggio, gli auguro che faccia un altro step per vincere i tornei importanti”.

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