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"Se da fondo - dice Fritz - me lo aspettavo così, ciò che mi ha stupito è stato il suo servizio. Ha sempre servito vicino alle righe, con percentuali altissime. Mi sono sentito frustrato"
17 novembre 2024
Cerca di vedere il lato positivo, Taylor Fritz. Del resto, hai appena perso la terza partita di fila contro il numero 1 del mondo senza vincere un set, cosa altro puoi fare? "Sono contento comunque della mia stagione - esordisce l'americano in conferenza stampa - e credo che questa settimana mi darà ulteriore fiducia in vista del prossimo anno. Giocare alla pari con tutti i migliori e centrare questi risultati è una motivazione importante".
"Cosa devo migliorare ancora? Tante cose - prosegue l'americano - come per esempio l'aspetto della preparazione fisica. Devo essere più esplosivo per farmi trovare sempre pronto. E poi altre cose più tecniche. Contro Sinner, quando le palline erano nuove sentivo di avere più chance di fare male col rovescio, ma quando diventavano più grandi col passare degli scambi, cercare di generare potenza mi risultava complicato. Così lui prendeva il controllo del punto".
L'elogio di Jannik, dopo aver esplorato i propri difetti, non si fa attendere: "Se da fondo me lo aspettavo così, ciò che mi ha stupito è stato il suo servizio. Ha sempre servito vicino alle righe, con percentuali altissime e con seconde molto aggressive e rischiose: probabilmente era il suo piano preciso, non darmi modo di attaccare in risposta. Se potevo avere una chance stavolta, sarebbe passata dal tie-break".
"Nel primo match, nel girone - continua Fritz - avevo avuto maggiori chance reali di fare il break, mentre stavolta mi sono sentito lontano da questa eventualità. Mi sono sentito frustrato".
Eppure, nonostante la sconfitta e nonostante la delusione, Fritz in Davis con gli Stati Uniti ci andrà. "Anche se mi hanno detto che dovrei allenarmi domani (lunedì, ndr) e non credo questo accadrà. Ma raggiungerò i miei compagni perché, anche se tutti noi a fine stagione vogliamo riposare, non voglio lasciarli da soli. Vincere la Davis è uno degli obiettivi".
Infine, l'ultimo pensiero è per il ritiro ormai imminente - proprio in Davis - di Rafael Nadal: "Ho visto molti mancini, negli anni, giocare o provare a giocare con lo stile di Rafa. In fondo è un bene che io non sia mancino, altrimenti avrei fatto lo stesso (ride, ndr). Ma persino io ho tratto spunto da lui, da come si comportava in campo. La mia generazione deve molto a lui e a Roger".
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