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Holger ha imparato la lezione: “Ora sono un giocatore migliore”

La sua classifica ATP dice il contrario, ma Holger Rune non ha dubbi: “rispetto ai tempi del best ranking è diventato ancora più forte”. Intanto, a Indian Wells va a caccia della terza semifinale negli ultimi quattro Masters 1000. Svitolina: “dall’incontro Trump-Zelensky sento grande affetto da parte degli americani”

12 marzo 2025

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Per il momento, Holger Rune non è diventato il gigante che pareva dovesse diventare. Ma ha ancora tempo, e se negli Slam sta un po’ latitando, si consola coi Masters 1000. Ha raggiunto la semifinale in due degli ultimi tre disputati e prova a fare tris a Indian Wells, dove ha agguantato i quarti di finale vincendo un bel match contro Stefanos Tsitsipas, suo primo top-10 sconfitto sul cemento all’aperto. “Non avevo idea di questa statistica – ha detto –  ma non bado molto a certe cose. Di sicuro è un ottimo risultato. Il cemento all’aperto è probabilmente la superficie alla quale ho fatto più fatica ad adattarmi, perché in Danimarca si gioca sulla terra d’estate o sul veloce indoor d’inverno, quindi nella fase di crescita non ci ho giocato spesso. Ma oggi è una superficie sulla quale è molto importante essere competitivi, perché la maggioranza dei tornei sono sul cemento all’aperto”.

“Io e Stefanos ci siamo allenati insieme spesso e affrontati molte volte, quindi conosciamo a memoria l’uno il gioco dell’altro. Sapevo esattamente come impostare la partita a livello tattico, ci ho provato e ci sono riuscito particolarmente bene. Sicuramente ho servito meglio rispetto ai miei match precedenti e anche di diritto ho colpito in maniera migliore. Va detto che nei primi due turni avevo affrontato due avversari mancini, dunque è stato complicato trovare il ritmo. Oggi invece mi sono sentito molto meglio da tutti i punti di vista, il mio livello è cresciuto. Alla vigilia della partita mi sono allenato con attenzione su alcuni dettagli e direi che è stato molto importante per l’incontro odierno”.

“La mia classifica è peggiore rispetto al 2023? Ho imparato la lezione. Nulla succede per caso e credo che ogni giocatore abbia il ranking che merita, quindi anche io. Per salire è necessario ottenere risultati, ma anche migliorare costantemente il proprio gioco e trovare continuità. In questo torneo, per esempio, a livello di mentalità ho già fatto grandi cose e questo si riflette in migliori risultati e in un tennis più continuo. Non credo di essere un giocatore peggiore rispetto a due anni fa, anzi credo proprio sia il contrario: sono migliorato a tutto campo e dal punto di vista mentale mi sento al top”.

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IGA SWIATEK

“A volte il tennis è strano: basta che una giocatrice non si senta alla perfezione, e l’altra invece sì, e la distanza diventa molta più di quanta dovrebbe essere (contro Karolina Muchova è finita 6-1 6-1, ndr). Io e Karolina ci siamo allenate insieme la scorsa settimana e il nostro livello era pressoché simile. Questo è il tennis, sono cose che possono succedere. Sono stata brava a sfruttare a dovere le mie opportunità, a rimanere calma e concentrata. Ma è stato molto meno facile di quanto possa trasparire dal punteggio”.

“Devo ammettere che nell’ultimo periodo non ci siamo concentrati particolarmente sulla risposta, perché ha sempre funzionato bene. Abbiamo dato maggiore attenzione al servizio. Di certo posso dire che sto rispondendo bene, mettendo subito pressione alle mie avversarie. Ma non è cambiato nulla. Credo che il campo aiuti: la palla rimbalza molto e questo dà una mano a chi utilizza le rotazioni”.

“In questo periodo dell’anno mi sentito sempre bene, e i risultati delle scorse stagioni mi danno fiducia. Ma non posso prevedere cosa succederà in futuro. Indian Wells e Miami sono due tornei molto difficili, perché i tabelloni hanno tutte le migliori. Qui può vincere anche una giocatrice fuori dalle prime 20. Bisogna essere sempre sul pezzo. Non do per certo che, siccome gli scorsi anni qui è andata bene, andrà bene anche quest’anno. Non c’è nulla di garantito”.

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ELINA SVITOLINA

“Sapevo che dopo l’infortunio al piede il rientro sarebbe stato complicato. È stato uno stop duro e doloroso, perché il piede è una parte del corpo che utilizziamo costantemente ogni giorno. Ho avuto difficoltà per mesi, a lungo non ho avuto la possibilità di caricare peso sul piede, dunque è stato faticoso. Prima di rientrare ho cercato di impegnarmi al massimo in palestra e col mio team abbiamo fatto un grande lavoro, che mi ha permesso di rientrare in buone condizioni”.

“Sin dall’incontro nello Studio Ovale (fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, ndr) ho ricevuto un sacco di messaggi di appoggio da parte di americani, anche da parte di tanti spettatori qui a Indian Wells. Fanno sentire affetto a me e alla gente a casa. Ho ricevuto davvero grande supporto, anche considerando il fatto che nei miei ultimi tre incontri ho affrontato altrettante giocatrici statunitensi. È fantastico, speciale, considerando ciò che i miei connazionali stanno passando ormai da tempo”.

“Sono ormai più di tre anni che la guerra va avanti, dunque ho imparato a separare certi pensieri dal tennis. Esiste un tempo per guardare le notizie e focalizzarsi su certe cose, e continuo a farlo spesso specialmente in questo periodo nel quale ci sono costantemente delle novità, e poi esiste un tempo per dedicarmi al mio lavoro. E anche uno per staccare da tutto, con la mia famiglia. Dividere le cose mi aiuta a scendere in campo con le giuste energie: sento il dovere di giocare bene, per il mio paese”.

Svitolina (e Monfils) all'assalto di Indian Wells

Svitolina (e Monfils) all'assalto di Indian Wells


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