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I Re dell'Atp: Ilie Nastase (1973)

Ripercorriamo tutti i leggendari tennisti che sono stati numero 1 del mondo nei ranking di fine anno dell'Atp. Il primo, nel 1973, è il rumeno Ilie Nastase o più semplicemente "Nasty il ragazzaccio".

di | 08 ottobre 2024

ilie nastase

ilie nastase

Il primo numero 1 del mondo dell'era Atp è il rumeno Ilie Nastase, leader delle classifiche mondiali nel 1973. Con gli australiani al crepuscolo, a rivaleggiare con Arthur Ashe e Stan Smith si presentò un rumeno pittoresco, di nome Ilie Nastase, guidato da una specie di Mangiafuoco, Ion Tiriac.

Erano sbarcati sulla coste dell'Adriatico con le valigie di cartone per giocare i primi tornei professionistici in Italia, Spagna e Francia. Tiriac, modesto giocatore, avrebbe guidato per mano non solo la carriera di Nastase, ma anche quella di Guillermo Vilas, Henri Leconte e poi Boris Becker; Nastase invece sarebbe diventato un sublime artista della racchetta, un giocoliere inarrivabile, dal carattere ribelle in perenne guerra con l'establishment tennistico, fino a meritarsi, insieme a multe e squalifiche, l'ingombrante soprannome di "Nasty", ovvero osceno, indecente, sgradevole, perfino disgustoso.
Istintivo, sensibile, Nastase è sì ricordato per il suo sconfinato talento e per le sue vittorie, ma anche per quelle gettate al vento per colpa di un carattere instabile e sempre in bilico.
Così sulla sua racchetta sono finiti, si fa per dire, solo due titoli del Grande Slam (US Open 1972 e Roland Garros 1973), quattro edizioni del Masters e due edizioni degli Internazionali d'Italia.
Sull'erba di Forest Hills gli servì il tie break del quinto set per avere ragione al secondo turno dell'inglese Roger Taylor; trovò la forma migliore strada facendo e fu implacabile in semifinale contro Tom Gorman e bravo in finale a rimontare lo scatenato Arthur Ashe.
Nessuno dopo Tony Trabert (era il 1954) era riuscito a vincere i campionati Usa e l'anno dopo il Roland Garros. Nastase ci riuscì nel 1973 e senza perdere set: Roger Taylor nei quarti raccolse appena 8 game, come Tom Gorman in semifinale. Andò peggio a Niki Pilic in finale: 6-3 6-4 6-0 e Nastase diventò il giocatore più forte del mondo, tanto forte che quando il 23 agosto l'Atp pubblicò la prima classifica computerizzata della storia, Nasty era lì in cima a guardare tutti dall'alto in basso.
Ma furono tante anche le sconfitte che non trovarono spiegazione in rapporto al suo incredibile bagaglio tecnico: come la finale di Parigi del 1971 persa in quattro set contro Jan Kodes o la finale di Wimbledon del 1972 lasciata sul filo del traguardo a Stan Smith: si narra che Ilie avesse passato due set abbondanti a imprecare contro la racchetta troppo tesa. Avrebbe meritato il titolo ai Championships, ma gli sfuggì anche quattro anni dopo quando trovò sulla sua strada la stella nascente di Bjorn Borg. Il rumeno e lo svedese arrivarono alla finale del 1976 senza perdere set e alla fine furono i nervi e la compostezza di Borg a prevalere sul confusionario Nastase.

Quando fu cacciato dal Masters del 1975 per aver fatto perdere la testa a uno pacato come Arthur Ashe, raccontò la sua triste verità: "E' più forte di me. Qualcosa mi scatta dentro e devo parlare, scherzare, protestare. Lo so che fa imbestialire i miei avversari, ma la faccenda finisce per danneggiare soprattutto me. Sono così, sono un balordo". Lo stesso comportamento che avrebbe poi caratterizzato la carriera del ribelle John McEnroe, ma con ben altri risultati.  

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