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I Re dell'Atp: John McEnroe (1981-1984)

Il quarto tennista a chiudere una stagione da numero 1 del mondo è John McEnroe, re Atp nel 1981, 1982, 1983 e 1984. E' il quarto della storia dopo Nastase, Connors e Borg.

di | 14 ottobre 2024

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Il quarto tennista a chiudere una stagione Atp da numero 1 del mondo è John McEnroe. Lo statunitense succede a Ilie Nastase, Jimmy Connors e Bjorn Borg. e rimane leader per quattro anni consecuviti, dal 1981 al 1984.

McEnroe portava sempre il suo tennis all'eccesso, un tennis che si basava tutto su un movimento del servizio mai visto prima; una rotazione di 90 gradi di schiena e racchetta che gli permetteva di imprimere angoli terribili e volare a rete come un fulmine per chiudere volée imprendibili, talvolta dalla violenza inaudita e altre con tocchi di una dolcezza raffinata. Sempre in quel 1979 vinse l'Open di casa, nella vicina Flushing Meadows, ridicolizzando il concittadino e amico Vitas Gerulaitis.
The Genius e Bjorn Borg, a Wimbledon 1980, diedero vita alla finale dei sogni. Un capolavoro assoluto che prese corpo con il tie break del quarto set in cui il moccioso americano salvò 7 match point trascinando lo svedese al quinto set. Un Borg incredulo patì nel primo game del quinto set, poi tornò di ghiaccio e vinse 8-6 al quinto il suo quinto titolo.

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Quella però si rivelò tutt'altro che una battuta d'arresto e fu l'inizio del dominio di SuperMac che successe a Borg sul più alto gradino del ranking mondiale resistendo per 4 anni filati. Nel 1980 rivinse l'Open degli Stati Uniti, nel 1981 centrò l'accoppiata Wimbledon e US Open e in tutte queste tre finali battè sempre Bjorn Borg. Nel 1982 subì due cocenti sconfitte dai suoi nemici più odiati: perse da Connors la finale di Wimbledon e da Lendl la semifinale all'Open degli Stati Uniti, ma nel 1983 si riprese la corona di Wimbledon distruggendo in finale il neozelandese Chris Lewis. L'anno che nel bene e nel male segnò tutta la carriera di McEnroe fu il 1984. Vinse 13 tornei, chiuse la stagione con un bilancio di 82 vittorie e sole 3 sconfitte, rivinse Wimbledon e Flushing Meadows a mani basse, ma il 10 giugno perse la finale a Parigi contro Ivan Lendl dopo aver condotto due set a uno e aver sprecato un break di vantaggio nel quarto (4-2 e poi palla del 5-3). Quella finale persa segnò l'inizio della fine di McEnroe. Lendl imparò a memoria il suo stile di gioco neutralizzandone gli effetti, Becker ed Edberg sarebbero esplosi di lì a poco. Giocò a grandi livelli fino al 1992, ma in cuor suo sapeva di non poter graffiare più. In Australia, dove nel 1990 rimediò una clamorosa squalifica per aver mandato a quel paese il supervisor, collezionò altri 3 quarti di finale, a Parigi una semifinale, a Wimbledon due semifinali (l'ultima addirittura nel 1992 persa contro Agassi) e a New York una finale (nel 1985 persa contro Lendl) e una semifinale (nel 1990 persa contro Sampras).
Quel fuoco sacro che gli bruciò bruciato dentro da Wimbledon 1977 a Wimbledon 1992, non si è ancora spento, neppure ora che è sessantenne e che delizia ancora le platee di tutto il mondo animando i tornei delle leggende. Lui, che leggenda, lo è stato per davvero.

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