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Il sesto re dell'Atp è Mats Wilander che ha chiuso da numero 1 del mondo la leggendaria annata del 1988 grazie alle vittorie di Melbourne, Parigi e New York. L'unico Slam a sfuggirgli fu Wimbledon.
di Luca Marianantoni | 16 ottobre 2024
Il sesto tennista a chiudere una stagione da numero 1 del mondo è lo svedese Mats Wilander, autore di un 1988 da incorniciare grazie ai successi all'Open d'Austalia, al Roland Garros e all'Open degli Stati Uniti. Con la finale capolavoro di Flushing Meadows vinta in cinque set su Ivan Lendl, lo svedese si assicurò il sorpasso in vetta al ranking mantenendo la leadership fino a fine stagione.
A evitare che gli svedesi provassero nostalgia nel ricordo dei successi di Bjorn Borg, ci pensò un ragazzo riccioluto di appena 17 anni di nome Mats Wilander. Di Borg, il giovane Mats era una sorta di clone, soprattutto per la regolarità e la resistenza, ma anche per la grande capacità di concentrazione, per la grande compostezza e la freddezza nel giocare con estrema lucidità i punti importanti, quelli che da soli valgono interi match.
Eppure Bjorn e Mats giocavano in modo abbastanza diverso, soprattutto nell'esecuzione del dritto: stile ping pong e in top spin quello di Borg, più ortodosso e con la faccia della racchetta più aperta quello di Wilander; ma anche il rovescio, con Borg che si limitava a rimettere e Mats invece che spingeva con più forza, rischiando di più.
Il torneo che pose Wilander all'attenzione del mondo intero fu il Roland Garros del 1982 in cui si prese il lusso di battere, uno dopo l'altro Ivan Lendl, Vitas Gerulaitis, Josè Luis Clerc e Guillermo Vilas; in semifinale dette una straordinaria dimostrazione del significato di sportività, consentendo a Josè Luis Clerc di rigiocare il match point dopo che Jacques Dorfmann aveva già pronuncia il rituale di fine match. E due giorni dopo, attese con pazienza che Vilas esaurisse le energie divenendo il più giovane vincitore Slam della storia.
Quel giorno nacque una stella, che diede del filo da torcere a Ivan Lendl, John McEnroe e Jimmy Connors, migliorando costantemente il suo tennis incontro dopo incontro. Non gli riuscì il bis nel 1983, battuto da tutta la Francia unita a tifare Yannick Noah, ma, come Borg, ebbe la capacità di adattarsi all'erba migliorando il servizio e rispondendo sempre meglio. A fine anno si laureò campione a Melbourne battendo SuperMac in semifinale e Ivan il Terribile in finale. L'erba lo stava gratificando ancor di più dell'amata terra, soprattutto dopo la seconda vittoria in Australia nel dicembre del 1984, sancita dall'affermazione sul bombardiere Kevin Curren.
Parigi non l'aveva dimenticato e nel 1985, con pazienza certosina, si dimostrò ancora una volta il più forte giocatore al mondo su terra battendo niente meno che Ivan Lendl in quattro set e per giunta in rimonta.
Fu in quel preciso momento che nella testa dello svedese scattò il famoso clic che avrebbe fatto onore all'intelligenza, al coraggio e alla determinazione di Mats nel volere a tutti i costi diventare più bravo e più forte di Ivan Lendl. Mats aveva capito che la resistenza e la regolarità, da sole, non sarebbero bastate a colmare il gap. Iniziò dal rovescio, staccando la presa bimane per giocare eccellenti rovesci in back che gli consentivano di prendere la rete con maggior frequenza - come aveva fatto Borg sull'erba con quel taglio sotto la palla, ma sempre a due mani - e mischiare le carte ai rivali.
Da dopo Parigi 1985 perse tre finali Slam; a fine anno in Australia contro Stefan Edberg, poi contro Lendl sia a Parigi che a Flushing Meadows 1987. Ma quanto scoccò il 1988, Mats Wilander diventò praticamente imbattibile. Nella prima edizione giocata sul cemento di Melbourne Park (allora nominato Flinders Park), Mats superò in semifinale Stefan Edberg in 5 set e in finale Pat Cash 8-6 al quinto al termine di un match da standing ovation.
A Parigi vide le streghe al terzo turno contro lo slavo Slobodan Zivojinovic che arrivò a servire per il match sul 5-3 del quinto set prima di cedere 7-5. In finale servì il 97% di prime per demolire l'idolo locale Henri Leconte, fischiato a fine match dai parigini per la sonora lezione rimediata (7-5 6-2 6-1). A Wimbledon perse in tre set nei quarti dal miglior Miloslav Mecir di sempre, ma a Flushing Meadows mise a segno il capolavoro tattico dell'intera carriera nell'arginare e battere per 6-4 al quinto Ivan Lendl che non perdeva all'US Open da 27 partite di fila. Wilander sorprese Lendl con discese a rete in controtempo, risposte che misero a nudo la fine del regno del ceco divenuto ormai americano. Quel successo gli permise di scavalcare Lendl al vertice del ranking mondiale e di chiudere la fantastica annata al primo posto della classifica mondiale. Finiti gli stimoli, Mats ha continuato a giocare ancora fino al 1996 (dopo un primo accenno di ritiro), senza più avere le motivazioni che da zero lo avevano portato in cima al mondo.