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I Re dell'Atp: Pete Sampras (1993-1998)

Il primo tennista a rimanere numero 1 nelle classifiche di fine anno per sei stagioni di fila è Pete Sampras. Il dominio di Pestol Pete inizia nel 1993 e si chiude con la "Year end" del 1998.

di | 21 ottobre 2024

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Quel successo inaspettato lo colse un po' di sorpresa e gli ci vollero quasi tre stagioni per imporre la propria legge. Soffrì la potenza dell'indemoniato Jim Courier, gli ultimi fuochi di Edberg e Lendl, il mestiere di Becker sul veloce e i colpi da flipper impazzito di Agassi.
Ma a partire dal 1993 Pistol Pete iniziò a disegnare il campo con proiettili imprendibili che scrissero nuovamente la storia di Wimbledon e del tennis tutto. Impiegò appena 8 stagioni per eguagliare il primato ai Championships delle 7 vittorie di William Renshaw. L'erba esaltava al meglio il suo tennis così perforante: chi osava resistergli più del dovuto, finiva poi triturato. Agassi, Becker e Courier gli caddero ai piedi nel 1993, Ivanisevic nella finale del 1994, ancora Ivanisevic e Becker in finale nel 1995, Korda, Becker, Woodbridge e Pioline nel 1997, Philippoussis, Henman e Ivanisevic in cinque set nella finale del 1998, Philippoussis, Henman e Agassi nel 1999. L'unico a batterlo fu Richard Krajicek nei quarti del 1996, un avversario, tra i pochi, che avrebbe chiuso il bilancio dei precedenti con Sampras in netto vantaggio (6 a 4).

L'americano Pete Sampras , n.1 a fine 1995 (Foto Getty Images)

L'americano Pete Sampras , n.1 a fine 1995 (Foto Getty Images)

Sampras ha avuto tutto dal tennis: l'immortalità per le 7 vittorie a Wimbledon, ma anche per i 5 Open degli Stati Uniti, per i 2 Australian Open, per i 64 titoli Atp vinti, i sei anni chiusi da numero 1 (1993-1998), le 286 settimane trascorse al primo posto del ranking, i 5 Masters di fine anno e le 2 Coppa Davis. Eppure due nei lo accompagnano per l'eternità: il primo è il fallimento al Roland Garros, l'impossibilità di dare fondo a tutte le energie possibili su una superficie, la terra rossa, in cui anche con le armi più potenti del mondo, sai quando entri in campo, ma mai quando esci; e in questo molto deve aver pesato l'anemia mediterranea (malattia incurabile che aveva ereditato dai genitori) se il miglior risultato al Roland Garros rimase la semifinale del 1996 persa contro il principe Evgeny Kafelnikov. La seconda è la troppa vicinanza temporale con tre ragazzi europei (Roger, Rafa e Nole) che all'alba del nuovo millennio gli hanno incenerito gran parte dei record.
Non ultimo Sampras è passato alla storia del tennis anche per essere stato un anti divo per eccellenza: taciturno, silenzioso, educato, introverso, mai sopra le righe. E per aver giocato l'ultimo match della carriera nella storica finale del 2002 a Flushing Meadows, vinta in quattro set sulla nemesi Andre Agassi.

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