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I Re dell'Atp: Roger Federer (2004-2007 e 2009)

A dominare il primo decennio del nuovo millennio è Roger Federer, cinque volte numero 1 di fine anno tra il 2004 e il 2009. Federer è il quattordicesimo numero 1 della storia.

di | 31 ottobre 2024

Roger Federer in azione alle Nitto ATP Finals 2006 (Getty Images)

Roger Federer in azione alle Nitto ATP Finals 2006 (Getty Images)

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Roger nacque a Basilea da papà svizzero e mamma sudafricana. Il suo primo grande amore fu la palla in tutte le sue forme possibili. I primi amori furono Michael Jordan e Boris Becker, ma anche il calcio. I giochi di squadra però non facevano per lui e a 12 anni decise che per vincere nello sport doveva dipendere solo da se stesso. I miglioramente furono lenti, ma graduali e costanti, sempre con un solo traguardo davanti agli occhi, quello di diventare numero 1 del mondo. Ci riuscì facilmente da junior, poi al debutto tra i pro tutti si accorsero che il ragazzino aveva un potenziale enorme, un tennis completo, ma ancora grezzo e soprattutto troppo incostante con match già vinti che gli sfuggivano di mano, caratteristica questa che non hai mai completamente perso.
Pochi mesi prima di compiere vent'anni, lo svizzero vinse a Milano il primo titolo Atp della carriera e a luglio Roger diventò Federer battendo sul Centre Court, per 7-5 al quinto set, il mito di Pete Sampras nel Tempio di Wimbledon. Fu un successo clamoroso pagato a caro prezzo dell'immediata sconfitta ai quarti contro Tim Henman o di quella subita all'esordio dell'anno dopo contro Mario Ancic. A ripagarlo di tutti i sacrifici fu il Wimbledon del 2003 che Federer vinse, quasi a mani basse, demolendo, sempre in tre set, il favorito Roddick in semifinale e l'australiano Mark Philippoussis in finale. Il dio del tennis aveva scelto facendo vivere al suo eletto la prima annata indimenticabile di una carriera destinata a durare quasi in eterno.

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Dal 2004 al 2007 Federer visse la sua personalissima età dell'oro. Iniziò a macinare tutti gli avversari possibili, a scalare tutte le classifiche immaginabili con un tennis elegante, potente e di classe. Vinse tre slam su quattro nel 2004, 2006 e 2007, si accontentò di due titoli nel 2005 perché gli venne in mente la malaugurata idea di fare un tweener contro il colosso di Safin nella semifinale dell'Open d'Australia che poi perse. L'unico, oltre al russo, che riuscì a impensierirlo fu l'astro nascente Rafael Nadal che gli diede cinque scoppole difficili da digerire di cui una semifinale a Parigi, tre finali consecutive sempre al Roland Garros e la famosa finale di Roma del 2006 in cui Federer commise due errori di dritto sui due match point del quinto set.
Le sconfitte dello svizzero si contavano sul palmo di una mano: 4 nel 2005 e 5 nel 2006; nel 2007 centrò la stessa impresa di Bjorn Borg e cioè vincere per 5 volte consecutive Wimbledon, e due mesi dopo piazzò il poker a Flushing Meadows salendo in un baleno a quota 13 Slam, uno solo in meno di Pete Sampras.

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Il 2008 però fu una stagione per gran parte da dimenticare: dopo 10 finali Slam consecutive, perse in semifinale all'Open d'Australia da Djokovic, poi subì da Nadal un durissimo trattamento che ne minarono l'orgoglio e la fiducia. Il maiorchino lo conciò nuovamente per le feste triturandolo come sempre sul rosso di Parigi e poi ripetendosi a Wimbledon con una finale capolavoro che richiamò alla memoria di tutti l'epica sfida Borg-McEnroe del 1980. Il suo regno pareva finito quando in agosto lasciò il piedistallo più alto dopo 237 settimane di dominio incontrastato. Ma a settembre firmò il quinto sigillo all'Open degli Stati Uniti e nel 2009 visse la seconda annata indimenticabile della sua carriera.
Dopo l'ennesima batosta subita da Nadal nella finale dell'Open d'Australia, Federer visse l'emozioni più intense tra Parigi e Wimbledon. Dopo l'eliminazione del maiorchino patita contro Soderling, lo svizzerò rischiò di uscire agli ottavi contro Tommy Haas che ebbe la palla per andare a servire per il match avanti 5-2 al quarto; ma si salvò con un dritto a sventaglio finito sulla riga del corridoio e proseguì la corsa verso la finale demolendo poi Del Potro in semifinale e Soderling in finale. Sampras e Federer rimasero per un mese esatto in cima alla classifica dei plurivincitori Slam con 14 titoli a testa. L'americano volò a Wimbledon per il giorno della finale e fu testimone oculare del sorpasso che Federer mise a segno battendo Andy Roddick 16-14 al quinto con 50 ace e un solo break messo a segno nell'ultimo game del match. 

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Nel gennaio del 2010 vinse per la quarta volta l'Open d'Australia, poi Nadal e Djokovic non gli lasciarono più scampo, infliggendogli sconfitte mortali. Nelle successive 7 stagioni Federer vinse un solo Slam, l'ottava corona a Wimbledon nel 2012 battendo Andy Murray. A 34 anni sembrava avviato alla conclusione della carriera quando ginocchio e schiena lo costrinsero a chiudere la stagione 2016 dopo la sconfitta in cinque set contro Raonic nella semifinale di Wimbledon. Ma nel 2017 Federer compì le due imprese più grandi di tutta la sua carriera. A 35 anni suonati, dopo essere rimasto 6 mesi fuori dal circuito, vinse a sorpresa l'Open d'Australia battendo in cinque set prima Nishikori, poi Wawrinka e infine Nadal in finale dopo essere stato sotto 3-1 al quinto. E in luglio rivinse per l'ottava volta Wimbledon senza perdere set. Il 20° Slam nel gennaio del 2018, ancora contro Cilic, all'Open d'Australia, poi il ritorno alla prima posizione mondiale celebrato il 19 febbraio 2018 dopo il successo a Rotterdam. Infine il 2019, la sua ultima grande annata con il centesimo titolo conquistato a Dubai e la leggendaria finale persa contro Djokovic a Wimbledon, nel primo tie break giocato al quinto set, dopo i due match point mancati sull'8-7, 40-15 del quinto. Il "Più Grande" di tutti, sia nella vittoria che nella sconfitta.
Dopo la madre di tutte le sconfitte, la carriera di Federer si è incanalata verso l'inevitabile traguardo. All'Open degli Stati Uniti del 2019 ha perso ai quarti contro Grigor Dimitrov in cinque set, ha vinto nella sua Basilea l'ultimo titolo Atp della carriera battendo in finale Alex De Minaur e si è congedato con le semifinali delle Atp Finals di Londra cedendo a Tsitsipas.
Nel 2020 ha giocato nuovamente una grande edizione dell'Open d'Australia perdendo in semifinale contro Djokovic dopo un primo set magistrale. Infine nel 2021 si è ritirato prima di scendere in campo contro Berrettini agli ottavi del Roland Garros e a un mese dal suo 40esimo compleanno è stato capace di raggiungere i quarti a Wimbledon cedendo di schianto a Hubert Hurkacz. Le lacrime alla Rod Laver Cup di settembre, congiunte a quelle di Rafa, sono state le ultime versate su di un campo da tennis dal grande maestro svizzero.

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