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La prima nazione a toccare tre numero 1 di fine anno è la Svezia: dopo Bjorn Borg e Mats Wilander, è la volta di Stefan Edberg, settimo re dell'Atp. Il dominio di Edberg concentrato nel biennio 1990-1991.
di Luca Marianantoni | 18 ottobre 2024
La Svezia è la prima nazione al mondo a produrre tre tennisti numero 1 del mondo nel ranking di fine anno. Dopo Bjorn Borg e Mats Wilander, il terzo svedese è Stefan Edberg, numero 1 nel 1990 e 1991.
Un ragazzo semplice, come le sue origini, un uomo dalla classe infinita, come lo può essere un lord, un vero gentleman a 360 gradi, come lo era dentro e come lo è ancora oggi fuori dal campo, con amici e nemici. Elegante ma aggressivo, Stefan Edberg è stato l'ultimo tennista nato con il Dna impregnato di serve and volley. Lo svedese è stato un Superman che scendeva a rete con la grazia di un ballerino, un ballerino del net, talmente bello - il più bello di tutti fino a Federer - da sembrare alcune volte finto o freddo.
Era un campione di tempismo e di agilità e con queste doti straordinarie ha domato i bombardieri dell'epoca, qualunque sia stato il loro nome: Lendl, Becker, Agassi, Courier e perfino Sampras.
La grande bellezza di Edberg iniziava dal servizio, eseguito con movimenti molto ampi, fluidi, sicuri, che imprimevano alla palla rotazioni maligne e rimbalzi perfidi. Si concretizzava con un rovescio a una mano tecnicamente e stilisticamente perfetto, armonico, sublime, per concludersi con il marchio di fabbrica rappresentato dalla volée di rovescio, giocata con infiniti tagli e con una grazia e un timing non inferiore ai delicati tocchi di SuperMac.
Il piccolo Stefan, figlio di un poliziotto e di una casalinga, inizia a giocare a 7 anni per volere della mamma ed è forgiato da Percy Rosberg, lo stesso che aveva scoperto venti anni prima Bjorn Borg. Ma è l'inglese Tony Pickard a farlo diventare un campione vero; lo svedese passa professionista non prima di aver realizzato nel 1983 il primo e unico Grande Slam junior della storia. Con queste credenziali si affaccia al tennis che conta e il 1984 gli regala già grandissime soddisfazioni. Vince al Palasport di Milano il primo titolo Atp superando in finale l'amico Mats Wilander, più anziano di due anni e già faro indiscusso del tennis svedese. A fine anno debutta in Coppa Davis brillando come spalla di Anders Jarryd nella finale di Goteborg: i loro avversari sono gli imbattibili Peter Fleming e John McEnroe che questa volta si piegano in quattro set (è la prima sconfitta dopo 14 vittorie consecutive in Davis) consegnando l'insalatiera alla frizzante Svezia che apre un irripetibile ciclo d'oro.
I progressi di Edberg sono costanti nel gioco, un po' meno nella personalità: ma all'Open d'Australia del 1985, che si gioca ancora sull'erba, ancora a dicembre e ancora nel vecchio impianto di Kooyong, Edberg prende coraggio dimostrando finalmente tenuta fisica e mentale. Salva due match point contro Wally Masur negli ottavi di finale, piega Ivan Lendl 9-7 al quinto in semifinale e poi completa l'opera battendo in tre set Mats Wilander nella prima e unica finale Slam tutta svedese. Il torneo australiano diventa il suo torneo preferito e nel 1987, nell'ultima edizione su erba prima di passare al cemento di Melbourne Park, Stefanello concede il bis superando in finale Pat Cash 6-3 al quinto. I giorni felici con l'Open d'Australia però finiscono qui. Nel 1989 si infortuna alla schiena negli ultimi game del massacro compiuto ai danni di Pat Cash negli ottavi (6-4 6-0 6-2) e non puo' scendere in campo nei quarti contro Muster. L'anno dopo in finale serve per andare avanti 2 set a zero contro Ivan Lendl ma uno stiramento muscolare all'addome lo mette fuori gioco. Nel 1992 e 1993 perde due finali fotocopia contro Jim Courier.
Ma dopo la doppietta australiana, arriva quella assai più prestigiosa di Wimbledon. Nel 1988 recupera due set a uno scatenato Miloslav Mecir in semifinale e poi lunedì, dopo la sospensione per pioggia di domenica con Becker avanti 5-4, trionfa ai Championships stritolando il tedesco in quattro set. Becker si vendicherà l'anno seguente, ma Edberg tornerà sul trono di Wimbledon battendo il tedesco 6-4 al quinto nel 1990. Nel 1991 invece perde in semifinale contro Michael Stich senza mai perdere la battuta e totalizzando sei punti in più del tedesco.
Parigi gli nega un successo quasi afferrato nella maledetta finale del 1989 contro Chang. Lo svedese disegna il campo, ma il cino americano è indistruttibile. Nel quarto set Edberg manca 10 palle break e finisce per cedere al quinto dopo essere stato avanti un break. Flushing Meadows infine lo porta per due volte in trionfo. Nel 1991 batte negli ultimi quattro turni Michael Chang, Javier Sanchez, Ivan Lendl e Jim Courier senza perdere set; l'anno dopo invece è sotto un break al quinto in tre match di fila: negli ottavi contro Richard Krajicek, nei quarti contro Ivan Lendl e in semifinale contro Michael Chang. Ma esce alla distanza e poi stritola Sampras in finale in una delle più grandi prove di forza della storia. Nel suo palmares anche 72 settimane trascorse da numero 1 del mondo, il Masters del 1989 e quattro coppe Davis.
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