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I Re dell'Atp: Bjorn Borg (1979-1980)

Dopo Ilie Nastase e Jimmy Connors, il terzo tennista a chiudere una stagione da numero 1 del mondo è Bjorn Borg. Lo svedese è il dominatore assoluto del 1979 e 1980.

di | 11 ottobre 2024

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In breve tempo divenne il simbolo della tenacia, dell'infallibilità da fondocampo, della precisione, ma anche l'idolo delle ragazzine di tutto il mondo, un divo dai lunghi capelli biondi, dalla residenza a Monte Carlo e da contratti milionari che lo resero uno degli sportivi più ricchi del pianeta.
Con quel gioco estenuante, di rimessa infinita e privo di errori, Borg iniziò la lunga dominazione su terra rossa che lo portò a vincere 2 volte gli Internazionali d'Italia (su due partecipazioni) e sei volte il Roland Garros (in otto partecipazioni). Chi giocava a specchio con l'Orso svedese, era destinato a soccombere in breve tempo e gli unici che provarono a tenergli testa furono Guillermo Vilas e Jimmy Connors. Appena due i giocatori d'attacco in grado di mandare fuori giri Borg: Adriano Panatta (unico a batterlo a Parigi) e John McEnroe. I successi a ripetizione al Roland Garros erano pressoché scontati; quello che nessuno al mondo avrebbe potuto immaginare, fu l'adattabilità di Borg all'erba e di conseguenza l'incredibile serie di cinque successi consecutivi a Wimbledon. Per raggiungere questo incredibile traguardo, Borg lavorò molto sul servizio mettendo peso e varietà di rotazione. Arricchì il rovescio con quel curioso colpo d'ascia dall'alto in basso con cui attaccò gli attaccanti, chiudendo volée di pura opposizione.

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Lo svedese non si limitava a vincere, voleva sempre stravincere e dominare. Per tre anni di fila centrò l'accoppiata Parigi-Wimbledon (1978-1980). E la finale di Wimbledon 1980 contro la sua nemesi McEnroe è considerata da molti tra le più belle ed emozionanti partite di sempre. Borg sprecò, con il servizio, 2 match point sul 5-4 del quarto set, poi ne mancò altri 5 nel leggendario tie break che McEnroe vinse 18-16 al settimo set point. All'inizio del quinto set, Borg scivolò sotto 0-30 ("Quello fu il momento più duro della mia carriera, pensai che John avrebbe vinto il match"), ma poi tenne 19 punti di fila al servizio fino al conclusivo 8-6. Si lasciò scivolare in ginocchio sul Centre Court in quella che rimane l'istantanea più famosa nella storia del tennis. Il 1981 sembrava destinato a ricopiare le stagioni precedenti: Bjorn vinse in cinque set la finale di Parigi battendo il giovane Ivan Lendl. Ma quello fu il suo ultimo Slam conquistato: a Wimbledon perse la finale rivincita contro SuperMac ("La cosa che mi colpì fu che non ero poi così deluso. Non ero più io perché ho sempre odiato perdere") e la sua stella iniziò ad abbuiarsi.
Borg non riuscì mai a vincere l'Open degli Stati Uniti: 4 finali perse, le prime due contro Connors e le ultime due contro McEnroe. A fine 1981, quando aveva solo 25 anni, decise che era arrivata l'ora di smettere: "La mia vita era stata solo tennis, tennis e tennis. In quel momento mi resi conto che volevo una vita mia".


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