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Dopo Ilie Nastase, il secondo numero 1 del mondo nel ranking Atp di fine anno è Jimmy Connors, leader delle classifiche mondiali per cinque stagioni consecutive dal 1974 al 1978.
di Luca Marianantoni | 09 ottobre 2024
Il secondo tennista della storia a chiudere una stagione al primo posto del ranking Atp è stato Jimmy Connors, il leggendario campione mancino protagonista assoluto degli anni 70 e indomito protagonista per tutti gli anni 80. Connors è stato numero 1 del mondo per cinque stagioni consecutive dal 1974 al 1978.
Se c'è stato un campione che invece di fare il tennista, avrebbe dovuto fare il pugile, questo è stato Jimmy Connors, uno dei campioni più indimenticati della storia. Jimbo era scorbutico, spesso antipatico e talvolta scorretto; aveva valanghe di tifosi che desideravano vederlo vincere, ma anche nemici pronti a gioire per le sue sconfitte. Tutti però volevano ammirarlo combattere come un gladiatore nell'arena.
Connors fu il primo prototipo di campione costruito ad arte. A due anni mamma Gloria (ex tennista di livello nazionale) gli mise in mano la prima racchetta e lo avviò al tennis sul campo costruito in giardino, spalleggiata da nonna Bertha, anche lei ex giocatrice di buon livello. Le "Two-Mom" lo spronarono alla lotta, forgiando più il carattere che il gioco. A 16 anni il piccolo Jimmy strappò per la prima volta un set alla madre che vedeva la sua stellina crescere di giorno in giorno. Gloria e Bertha lasciarono l'Illinois per trasferirsi nel sud della California e affidare Jimmy alle cure di Pancho Segura. L'ecuadoriano fu un coach perfetto e fu lui a convincerlo a usare la prima racchetta in alluminio della storia, la Wilson T2000 che la casa americana aveva costruito su una vecchia idea di René Lacoste. Era un attrezzo rigido che permise a Connors di diventare il primo grande attaccante da fondo campo della storia.
Tecnicamente Connors aveva limiti tecnici ben precisi, rappresentati da un servizio decisamente debole (sia con la prima che con la seconda di servizio) e da un dritto d'approccio molto ballerino; solo nelle giornate di grazia riusciva a reggere lo scambio con il dritto, altrimenti era sovente vederlo sotterrare quel dritto mancino dalla grande apertura, ma dalla scarsa efficacia. Fu grazie al meraviglioso rovescio (sia lungolinea che incrociato), a una fenomenale risposta al servizio e a un pazzesco anticipo che Jimmy Connors diventò per tutti Jimbo.
Vinse il primo torneo professionistico a Jacksonville nel gennaio del 1972, torneo organizzato dal suo manager, il controverso e discutibile Bill Riordan che creò un circuito indipendente (esterno sia all'Atp che al Wct) fondamentale all'esplosione del suo talento. Connors esplose nel 1974 vincendo i tre Slam su erba (Open d'Australia, Wimbledon e Forest Hills) senza poter partecipare al Roland Garros che lo escluse dai partecipanti per il contratto firmato con la squadra del Team Tennis dei Baltimore Banners. Il suo fidanzamento con Chris Evert, portò la coppia ai vertici della popolarità in America e nel resto del mondo. E il 29 luglio 1974 fu per la prima volta numero 1 del mondo. Il matrimonio con Chrissie andò in fumo e l'esplosione contemporanea di Borg ridimensionarono le ambizioni di Connors che nel 1975 perse le tre finali Slam vinte l'anno prima. Nel 1976 vinse per la seconda volta l'Open degli Stati Uniti, questa volta sulla terra verde e nel 1978 completò il tris, conquistando lo Slam di casa anche sul cemento (3 vittorie su 3 superfici differenti) nel nuovo impianto di Flushing Meadows. Ma le batoste contro Borg (due finali di fila perse a Wimbledon) e la nuova rivalità contro SuperMac che ne oscurò la popolarità, minarono la leadership mondiale di Jimbo.
Ma fu proprio con uno scenario del genere, che Connors tornò a vincere con ancor più grinta di prima. "Lo seguirò all'inferno - disse un giorno di Borg - pur di riuscire a batterlo". Verso la trentina, Jimmy ebbe una sfolgorante seconda giovinezza, sempre con lo stesso canovaccio, orgoglioso dei suoi gestacci, mimando pugni, aizzando folle, brandendo la racchetta come fosse una mitragliatrice. Nel 1982, a otto anni dalla sua prima vittoria, vince Wimbledon superando in cinque set il defending champion John McEnroe. A fine match, si rivolse alla bellissima moglie, Patti McGuire coniglietta di Playboy, convocandola in campo con l'indice della mano. A settembre vinse per la quarta volta l'Open degli Stati Uniti superando "coniglio bagnato" Ivan Lendl. Successo che bissò 12 mesi dopo per l'ottavo Slam e il centesimo titolo della carriera. Continuò a resistere nei top 10 ininterrottamente dal 1973 (prima edizione pubblicata dall'Atp il 23 agosto 1973) al 1989 (uscì dai top 10 dopo la sconfitta di Monte Carlo con il nostro Paolo Canè), portò il record dei tornei vinti a quota 109 (ultimo successo a Tel Aviv nel 1989) e giocò, a 39 anni, una memorabile edizione dell'Open degli Stati Uniti spingendosi fino alla semifinali; recuperò due set a Patrick McEnroe, battè in 3 set Schapers e Novacek, poi negli ottavi (nel giorno del suo 39° compleanno) recuperò da sotto 5-2 al quinto contro Aaron Krickstein giocando il match della vita. Era così carico di adrenalina che a fine match Connors si mise a fare jogging nel vecchio Grandstand. Due giorni dopo annichilì anche Paul Haarhuis e il punto che lo rese immortale fu il passante di rovescio dopo 4 smash recuperati.
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