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Il tennis riabbraccia Brooksby che si ritrova dopo 23 mesi fuorigioco per infortunio e nel torneo di casa si esalta dalle qualificazioni all’impresa in semifinale contro il connazionale Tommy Paul
di Vincenzo Martucci | 06 aprile 2025
Ci sono false vittorie e vittorie anticipate. Quella dei quarti “all american” a Houston è una non-vittoria perché dei 28 giocatrici al via nel torneo sulla terra rossa 13 erano statunitensi come 4 delle prime 8 teste di serie. E quindi il dato statistico resta, perché sull’ATP Tour non si registrava questo dominio dei rappresentanti di casa dal torneo di Orlando del 1991 (Adams, Agassi, Arias, Gilbert, Pate, Rostagno, Sampras, Washington), mentre 4 yankees in semifinale c’erano stati anche a luglio a Newport (Eubanks, Giron, Michelsen, Opelka).
Ancor prima della finale, è vittoria vera e importantissima quella di Frances Tiafoe che riemerge dopo un lungo periodo di appannamento, con un violento calo di motivazioni dovuto probabilmente al sorpasso dell’amico Taylor Fritz nelle gerarchie di casa America, ma si ritrova nel torneo dove ha perso la finale l’anno scorso nel derby contro Ben Shelton e tenta di riscattare il bilancio negativo contro Brooksby (0-2). E’ ancora più importante e umanamente esaltante la vittoria di Jensen Brooksby, a prescindere dal risultato sotto il traguardo dell’insolito appuntamento sulla terra - rossa - nordamericana.
OSTINATO
Il 24enne di Sacramento nel giugno 2022 era salito al numero 33 del mondo per poi essere fermato da più infortuni e ora è appena 507 ATP, dopo essere rientrato alle gare appena a gennaio. La sua crescita è stata costante, ritrovando pian pianino, in un evidente ed esaltante crescendo condizione fisica, occhio sulla palla, colpi e fiducia.
Come raccontano i risultati: ko d’acchito agli Australian Open, raccogliendo una manciata di games contro Fritz, subito ko anche nel Challenger di Cleveland e Dallas, una partita vinta nel Challenger di San Diego contro Wong, due a Indian Wells contro Bonzi e Auger-Aliassime, subito battuto a Miami (da Safiullin) ma in tre set. Quindi, a Houston, può festeggiare orgogliosamente il pieno recupero del suo tennis che parte da una resilienza davvero significativa nel segno anche dei match-point che ha salvato strada facendo. Ha cominciato annullandone uno nel primo turno di qualificazioni a Federico Agustin Gomez, ha continuato cancellandone altri 3 nel secondo confronto del tabellone principale, contro Alejandro Tabilo, rimontando da 3-6 al tie-break decisivo e ha proseguito in semifinale - falcidiata dalla pioggia - contro il favorito per il titolo, Tommy Paul. Che ha piegato con l’eloquente 7-6 3-6 7-6, con i due tie-break strappati a 5 e a 6.
STORIA
Battendo Paul, l’ex rivale di Musetti nei tornei juniores, ha segnato un nuovo record sul Tour: dal 1990 è il sesto finalista classificato oltre il numero 500 mondiale, secondo qualificato ad arrivare così lontano nel torneo che s’è spostato a Houston nel 2001. Nel 2007 c’era riuscito Mariano Zabaleta che s’era poi arreso sotto il traguardo a Ivo Karlovic. Curiosamente, Brooksby aveva salutato il circuito pro, dopo aver eliminato Ruud, proprio perdendo contro Paul agli Australian Open 2023. Dopo di che aveva saltato il resto della stagione e quindi anche tutto l’anno scorso, facendo fortemente temere sulla reale possibilità di un ritorno alle gare.
Si era clamorosamente separato dal coach storico, Joseph Gilbert, che lo seguiva da quando aveva 7 anni, si era operato ad entrambe i polsi cielo facevano soffrire da sempre anche per via della frustata di polso dagli esiti prodigiosi, alla chiusura del colpo, col rovescio a due mani. Ed aveva poi saltato anche tre controlli antidoping nell’arco di 12 mesi, subendo la squalifica di 18 mesi dall’ITIA (International Tennis Integrity Agency), squalifica poi ridotta, con la possibilità - non sfruttata - di rientrare alle gare dal 3 marzo dell’anno scorso. Per tutto questo il ritorno in finale è già un enorme successo per JT , che papà, grande appassionato di Formula 1 e pilota dilettante nelle formule minori, chiamò Jenson come il suo idolo Button. E’ sicuramente in credito col destino. Già s’era fermato 14 mesi nel 2019 per fratture a un braccio e a un alluce ed aveva saltato l’Università per passare direttamente professionista. Lui che è cresciuto sognando di emulare Rafa Nadal ed ha un gioco e un’attitudine aggressivi di cui il tennis ha bisogno. Da indomabile guerriero.
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