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Il desiderio Olimpico di Djokovic: a Parigi l’ultima grande chance

Il numero uno del mondo ha fissato una medaglia a Parigi 2024 come il grande obiettivo della sua stagione, accendendo i riflettori sulla competizione. Non sorprende: “Nole” è sempre stato campione anche di nazionalismo e i Giochi sono il più grande rimpianto della sua carriera, con un solo bronzo in 4 partecipazioni

05 gennaio 2024

Il rapporto fra tennis e Olimpiadi è sempre complicato, perché inserire un grande evento in più nella programmazione dei giocatori può creare delle difficoltà e l’assenza di punti ATP in palio rende tutto ancora più complicato. Ma i Giochi di Parigi 2024, un po’ come successo con quelli di Londra 2012, avranno un fascino particolare. Perché a cavallo fra luglio e agosto si giocherà in una delle cattedrali della racchetta, quel Roland Garros che ospita uno dei quattro tornei del Grande Slam, e anche perché il numero uno del mondo Novak Djokovic ha fissato una medaglia olimpica come il suo principale obiettivo della stagione. Il che basta e avanza per accendere entusiasmo e interesse.

Il desiderio olimpico del campione di Belgrado non sorprende: ha già vinto tutto, ma nella competizione a Cinque Cerchi vanta solamente il bronzo di Pechino 2008, quando perse la semifinale con Nadal prima di superare James Blake nella “finalina”, mentre nelle edizioni successive ha dovuto ingoiare un boccone amaro dopo l’altro, vedendo l’oro finire al collo di Andy Murray (2 volte) e Alexander Zverev. In più, il suo estremo nazionalismo lo spinge – da sempre – a dare grandissima importanza alle competizioni nelle quali indossa la maglia della Serbia.

Aver contribuito al medagliere con un solo bronzo in quattro partecipazioni gli fa male, quindi vuole rimediare e visto che a Los Angeles 2028 non è detto che ci sarà (avrà 41 anni) l’occasione di Parigi potrebbe essere l’ultima per mettersi al collo quella benedetta medaglia d’oro e completare il Career Golden Slam riuscito soltanto ad Andre Agassi e Rafael Nadal (più Steffi Graf e Serena Williams fra le donne).

Le Olimpiadi sono forse il più grande rimpianto della carriera di Djokovic. Nel 2012 perse la semifinale contro Murray e poi la finalina per il bronzo con Del Potro, mentre a Rio 2016 si arrese addirittura al primo turno, arrendendosi di nuovo a “Delpo” e lasciando il campo in lacrime. Ancora più pesante la débacle di Tokyo 2020: nell’estate del 2021, con tre Slam in tasca, si presentò in Giappone da favoritissimo, determinato a vincere il titolo e poi completare uno storico Golden Slam a New York.

Un peccato di presunzione (o troppa fame) che finì per costargli carissimo: crollò nella semifinale contro Zverev, poi perse anche la finale per il bronzo contro Carreno Busta e quindi rinunciò alla finalina del doppio misto insieme alla connazionale Nina Stojanovic, tornando in Europa con zero medaglie, qualche acciacco fisico e soprattutto il morale a terra, in una stagione sin lì impeccabile.

Uno sforzo poi pagato carissimo allo Us Open, con la sconfitta in finale che gli è costata il Grande Slam. Conoscendolo, c’è da scommettere che abbia imparato la lezione e non ripeterà lo stesso errore, anche se il desiderio di diventare il primo nella storia a vincere i quattro Slam e l’Oro Olimpico nella stessa stagione rimane una motivazione troppo grande per essere ignorata, anche da chi ha già stabilito la gran parte dei record.

In ottica Parigi 2024, gli avversari più agguerriti di Djokovic dovrebbero essere Carlos Alcaraz, il nostro Jannik Sinner e Rafael Nadal, un altro che punta forte sui prossimi Giochi, data la possibilità di lottare per una medaglia sui campi dove ha conquistato 14 dei suoi 22 tornei del Grande Slam. Curiosamente, entrambi gli spagnoli non potranno qualificarsi direttamente per l’evento, in quanto la regola ITF impone di aver disputato almeno un incontro di Coppa Davis nell’anno Olimpico o in quello precedente. Né Rafa né il suo giovane erede sono scesi in campo nel 2023, mentre nel 2024 la Spagna (come la nostra Italia, campionessa in carica) partirà direttamente dai gironi di settembre, quindi i due non avranno la possibilità di giocare in Davis prima delle Olimpiadi.

Pertanto, la loro partecipazione dovrà passare da una wild card da parte della Federazione Internazionale, alla quale dovranno chiedere un aiuto giustificando le loro assenze in nazionale. Un dettaglio che tuttavia pare una formalità almeno per Nadal, dato l’infortunio che nel 2023 l’ha tenuto fuori dal circuito e la successiva impossibilità di competere per la Spagna prima dei Giochi 2024.


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