Chiudi
Il giovane brasiliano, uno degli otto protagonisti delle Next Gen ATP Finals di Jeddah, avrebbe voluto essere al posto di Federer e tirare un ace sul match-point contro Djokovic. Per cambiare la storia
di Tiziana Tricarico | 17 dicembre 2024
Il 2024 lo aveva iniziato al n.730 ATP. Dodici mesi dopo eccolo al n.145, posizione che coincide con il “best ranking” siglato il 18 novembre. Un miglioramento di 585 posti che gli ha permesso di strappare l’ultimo posto utile per le Nex Gen ATP Finals, in programma a Jeddah da mercoledì a domenica. Stiamo parlando di Joao Fonseca, uno dei prospetti più interessanti tra le giovani promesse del tour.
Il 18enne di Rio de Janeiro ha già mostrato sprazzi del giocatore che vuole diventare: un attaccante da fondo, con un rovescio solido, un dritto devastante e un servizio che viene costantemente utilizzato con effetti e variazioni diverse. Proprio con la battuta il brasiliano ha ancora ampi margini di miglioramento, ma se c'è una cosa che si nota subito in Joao è il coraggio nel giocare i punti importanti. E lo ha dimostrato anche alle Davis Cup Finals a Bologna dove all’esordio con la maglia della nazionale ha battuto il belga Collignon e l’olandese van de Zandschulp perdendo solo contro Matteo Berrettini.
Da bambino ha provato tutti i tipi di sport, fino all’età di 11 o 12 anni: “Vivo vicino alla spiaggia, quindi ho praticato il surf, il ciclismo, ho provato anche l’arrampicata - racconta -. Mia madre era una giocatrice di pallavolo, quindi ho provato pure questo sport e mi è piaciuto molto. Nel tempo libero mi piace praticare discipline diverse dal tennis”.
Next Gen ATP Finals Jeddah 2024: da sinistra Joao Fonseca (Brasile), Luca Van Assche (Francia), Arthur Fils (Francia), Alex Michelsen (Stati Uniti), Jakub Mensik (Rep. Ceca), Nishesh Basavareddy (Stati Uniti), Learner Tien (Stati Uniti) e Shang Juncheng (Cina) al Royal Overlook Building (foto Corinne Dubreuil/ATP Tour)
Fonseca è il primo tennista del suo Paese a partecipare alle Next Gen ATP Finals: è stato sorteggiato nel Blue Group insieme al francese Arthur Fils, al ceco Jacub Mensik ed allo statunitense Learner Tien. “È un sogno poter giocare contro i migliori giocatori Under 20 in un torneo come questo. Il mio allenatore mi dice sempre che con il talento e il duro lavoro, il cielo è l’unico limite”, ha detto il sudamericano, che è stato l'ultimo a qualificarsi nonostante la sua magnifica stagione.
Nei suoi discorsi Joao cita sempre il suo grande idolo, Roger Federer e all’inizio di quest’anno, in un’intervista ad ATPTour.com, aveva rivelato quale match Slam del passato gli fosse rimasto più impresso e perché. “La partita che ho visto in tv e che avrei voluto giocare è la finale di Wimbledon 2019 quando Federer ha avuto match-point contro Djokovic. Diciamo che avrei voluto essere Roger per poter fare un ace proprio sul 40-15. E cambiare la storia!”.
E interrogato su tre nomi di persone con i quali uscire a cena Fonseca non ha dubbi: “Sceglierei Federer, che è stato il mio idolo tennistico, Kobe Bryant, per il tipo di gioco incredibile che aveva, e mio padre, che mi aiuterebbe ad esprimere tutto quello che provo e a chiedere tutto quello che vorrei: alcune domande infatti sarebbero difficili da fare in inglese’.
Giocando a tennis si viaggia molto ma se potesse scegliere un Paese da visitare Joao risponde sicuro: “Direi il Giappone o forse la Grecia. Anzi sicuramente la Grecia, che è davvero bella”. Infine il teen-ager “carioca” ricorda una delle esperienze che gli è rimasta maggiormente impressa: “All’Open di Rio ho visitato un programma che lavora con le persone delle favelas. Sono persone umili, che non hanno molti soldi, e a loro viene insegnato a giocare a tennis. Sono ragazzi della mia età. È stata un’esperienza molto bella, una giornata speciale in cui ho aiutato molti bambini e spero di averli ispirati a giocare a tennis”.
Non ci sono commenti