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Un esempio per il mondo: l'elogio di Roddick al fenomeno Italia

Andy Roddick, ex numero Atp, nell'ultima puntata del suo podcast 'Served' prende lo Stivale come esempio da seguire per chi, oggi, voglia avere successo con la racchetta. Ecco le sue considerazioni, da Sinner a tutti gli altri

01 dicembre 2024

La nazionale italiana campione del mondo 2024 (foto Sposito/FITP)

La nazionale italiana campione del mondo 2024 (foto Sposito/FITP)

Chi vuole trovare l'America, oggi, deve andare (o restare) in Italia. Il mondo del tennis ha ormai chiaro il concetto, e a dirlo senza nascondersi sono proprio gli stessi americani. In particolare, un ex numero 1 del mondo che si sta facendo notare per le sue analisi lucide e per la sua autorevolezza nei commenti: Andy Roddick. Nell'ultima puntata del suo podcast 'Served', A-Rod prende proprio lo Stivale come esempio da seguire per chi, oggi, voglia avere successo con la racchetta. Una serie di considerazioni forse banali per chi il tennis italiano lo vive da dentro, ma certamente utili a tutti gli altri per farsi un'idea dei motivi del boom tricolore. 

Lo statunitense Andy Roddick, n.1 a fine 2003 (Foto Getty Images)

Lo statunitense Andy Roddick, n.1 a fine 2003 (Foto Getty Images)

“L'Italia – spiega Roddick – è oggi il Paese di riferimento nel mondo del tennis. Per una serie di ragioni. E, giusto per essere chiari, i risultati di questo 2024 non sono una coincidenza. Ormai sono passati tanti anni da quando l'Italia ha cambiato il suo approccio alla formazione, ponendosi il problema di come sviluppare dei giocatori di valore. E cosa hanno fatto? Hanno detto: prima di tutto cerchiamo di dare maggiori opportunità a coloro che vogliono diventare professionisti, facendogli spendere meno. Così è nata, in un Paese tutto sommato piccolo, una rete straordinaria di tornei Itf e Challenger, che ha permesso a tanti aspiranti pro di fare esperienze e punti senza dover spendere una fortuna per girare il mondo”.

Quindi, in definitiva: decisioni corrette, investimenti corretti e via, il gioco è fatto. “Così all'improvviso l'Italia si ritrova a essere il centro del mondo, da Jannik Sinner in giù”. Il tutto – viene aggiunto giustamente – senza poter attingere alle risorse delle federazioni che possono contare sugli enormi incassi dei tornei del Grande Slam. Per questo l'Italia è un modello particolarmente rilevante da seguire per tutti gli altri Paesi. “Negli Stati Uniti – prosegue Roddick parlando della sua esperienza – abbiamo puntato in passato su pochi giocatori. Io stesso a 16 anni non ero tra quelli considerati dalla Usta, e uno come Mardy (Fish, ndr) nemmeno. Immaginate, ai tempi di Bollettieri sapevamo già, quando erano bambini, chi sarebbe diventato più forte tra Courier e Wheaton? Certo che no, non era possibile. Ma se si fa gruppo ci si spinge a vicenda, si migliora insieme”.

Per Matteo Berrettini un

Per Matteo Berrettini un "selfie" con la Coppa Davis (foto Getty Images)

Il numero 1 del mondo attira ovviamente l'attenzione ed è indicato come un potenziale motore del movimento di oggi e di domani. “Sinner adesso è il punto di riferimento e in Italia ci sono tanti bambini che provano a imitarlo. Dunque si andrà a instaurare un circolo virtuoso nei prossimi anni: più ragazzini sceglieranno il tennis, più ragazzi forti arriveranno in alto, più ci sarà la possibilità di trovare altri Sinner. È un vantaggio che si perpetua nel tempo”. Ma attenzione, perché l'Italia è tanto altro. “Dietro a Sinner c'è un gruppo eccezionale. Prendete Matteo Berrettini: ha vinto fior di tornei come il Queen's, è arrivato in finale a Wimbledon ed è stato top 10. E seguitelo perché Berrettini è un tennista di altissimo livello che può ancora tornare a fare quei risultati”. 

Vogliamo andare a dare un'occhiata alle ragazze, prendendo spunto dal trionfo in Billie Jean King Cup? Arrivano lodi anche in quel caso, e non solo citando Jasmine Paolini. “Volete sapere il nome di un personaggio che può dire di aver ricavato il massimo dalle sue possibilità, sfruttando al meglio il proprio potenziale in rapporto ai difetti? Sara Errani. Una mente finissima: guardatela giocare in doppio e capirete: fa sempre, sempre la cosa giusta, al cento per cento. Mentre le altre – chiude Roddick – a volte non sanno che colpo giocare, lei prende sempre la decisione più corretta. Un fenomeno”.

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