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Jacob Fearnley, salto-record: 528 posti in classifica in 8 mesi!

I Murray e la Scozia esultano. Il 23enne che da junior batteva Alcaraz e Sinner, dopo il college Usa, esplode via Challenger, passando per l’esperienza Djokovic e il mito di Andy

di | 30 settembre 2024

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Jacob Fearnley esulta (foto Getty Images)

Spesso, qualche aspirante tennista professionista chiede: ma quanto ci vuole per diventare top 100? La risposta, ovviamente è soggettiva, ognuno ha i suoi tempi, come si nota anche dalle carriere più fulgide che magari partono a razzo mentre altre si consolidano con gli anni. La storia di Jacob Fearnley, 23 anni compiuti il 15 luglio, scozzese di Edimburgo, porta una nuova risposta: partendo dal 646 del 1° gennaio, per vedere la luce dei primi 100 della classifica si possono impiegare anche appena 9 mesi. Sorpresa? Meraviglia? Record?

Certamente non per Carlos Alcaraz e Jannik Sinner che da juniores hanno perso contro il ragazzo ricco, cresciuto a pane e tennis nel giardino dei nonni, emigrato poi per 5 anni alla Texas Christian University dov’è stato 4 volte All-American e in 2 occasioni s’è qualificato alle ATP Next Gen Accelerator, sfruttando la via più veloce per il Challenger Tour, a dispetto di più infortuni: frattura da stress alle costole, strappo al tibiale posteriore, lesione alla cuffia dei rotatori destra, osteite pubica, lesione alla parte bassa della schiena dovuta a un nervo intrappolato e più strappi agli addominali.

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ESPLOSIONE
Fino al 17 luglio dell’anno scorso, l’erede dei fratelli Murry non aveva punti ATP, una settimana dopo, grazie al successo su Ingildsne (837 della classifica), diventava il numero 1783 dei pro. Fino ad ottobre ha navigato in quelle acque, disputando i tornei ITF. Poi ha segnato il primo, imperioso strappo, col successo di Edgbaston, superando in finale l’ex ragazzo prodigio di casa, Kyle Edmund, è andato in finale a Glasgow, ha firmato il titolo a Columbus Ohio, chiudendo in modo confortante ma non scintillante la prima stagione tennistica fuori dal college ma acquisendo la spinta decisiva per il 2024. 

Dove s’è subito imposta nel torneo ITF ad Esc Sur Alzette in Lussemburgo e, partendo dalle qualificazioni, da 525 del mondo, ha conquistato il primo Challenger, sull’erba di Nottingham, infilando una serie di giocatori che si stanno facendo un nome in questi giorni anche sull’ATP Tour, da Bu a Shang, a Bellucci. Come premio, la LTA gli ha regalato la wild card nel primo Slam, a Wimbledon, e un allenamento al centro tecnico federale insieme ai connazionali Jack Draper e Cameron Norrie: “Ho capito che potevo giocare al loro livello”, dice.

Jacob Fearnley colpisce di diritto (foto Getty Images)

Jacob Fearnley colpisce di diritto (foto Getty Images)

ESPERIENZA NOLE
Anche ai Championships l’allievo di Toby Smith e Juan Martin, destro, rovescio a due mani, non altissimo (1.83), ha capito qualcosa di importante: dopo aver vinto il primo turno contro Moro Canas, ha strappato il terzo set a Djokovic arrendendosi poi con l’onorevole 7-5 al quarto. “E’ il GOAT del nostro sport e ho potuto affrontarlo sul campo centrale di Wimbledon davanti a masse di fan, davanti alla mia famiglia, ai miei migliori amici. E’ stato un giorno davvero speciale. Essere in grado di rendere la partita equilibrata e sentire di aver giocato un buon tennis è stato molto importante, come sentire il suo modo di giocare, sentire il peso della sua palla: è stata un’esperienza estremamente preziosa.Torno ancora indietro e riguardo alcuni punti, parlo ancora con il mio allenatore delle cose che stava facendo così bene, del modo in cui risolve i problemi, della sua profondità.Tutta quella roba che posso mettere nel mio gioco. Se non prendi un’esperienza del genere e non la usi a tuo vantaggio, è uno spreco”.

RILANCIO
Dopo di che, per far classifica, è tornato nei Challenger e, partendo ancora dalle qualificazioni, ha vinto Chicago, ha doppiato l’impresa a Lincoln, superando strada facendo anche Eubanks, e poi anche Rennes, sconfiggendo 4 francesi ben più strutturati di lui, come Paire, Mannarino, Mayot ed Halys.

Forte di 4 titoli Challenger e del balzo-record in classifica fino all’attuale 126 (live 98) del mondo,  Fearnley racconta anche di un bottino di premi che tocca i 257mila dollari, di cui 214mila guadagnati solo negli ultimi 8 mesi. Questa settimana è ancora in gara nei Challenger, all’Open de Vendée Mouilleron, in Francia, ma è ormai sulla soglia degli ATP.

“Essere in questa situazione, subito dopo aver lasciato il college, è davvero spettacolare. Ci sono così tanti incentivi per essere tra i primi 100. La differenza è enorme: entri nel tabellone principale degli Australian Open... sei nel tabellone principale di uno Slam, incentivi finanziari, tutto è più grande. Fissare questi obiettivi poteva essere un po' una trappola perché, se ciò non fosse accaduto, avrei potuto percepire quest’anno come un fallimento quando in realtà è stato l’esatto contrario”.

SOGNO MURRAY
Farnley non ha avuto molta interazione col tennista britannico e scozzese più importante, Andy Murray che, ovviamente, è il suo idolo: ”Andy è speciale. Non ci sarà mai un altro Andy Murray. E’ un modello per tutti, me compreso. Avere un giocatore del genere a cui ispirarsi fin da quando ero bambino è stato di per sé estremamente prezioso. Avere quel legame scozzese lo rende ancora più speciale. Non ho intenzione di contattarlo ma ovviamente se Andy volesse avere a che fare con il mio tennis, coglierei questa opportunità”.

Orgogliosissimo della sua terra: “Il tennis scozzese è fantastico. Hanno nominato nuovi allenatori e stanno davvero cercando di dare una spinta verso il tennis performante e di far crescere nuovi specialisti in tutti i campi. Il clima, da noi, è piuttosto rigido. Abbiamo bisogno di campi indoor se vogliamo produrre giocatori”.
E questa forse è la vittoria che inorgoglisce di più i Murray, a partire da mamma Judy.

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