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Sinner rassicura subito sulla sua condizione fisica. “Noi giocatori siamo come macchine di Formula Uno….". E aggiunge: "Non vedo l’ora di tornare in campo sabato”
di Tiziana Tricarico, da Torino | 17 novembre 2023
Olè, olè, olè, olè, Sinner, Sinner. Un coro da stadio accompagna l’intervista in campo di Jannik, primo del “Gruppo verde” con tre vittorie su tre, e soprattutto primo italiano in semifinale un 54 anni di storia del torneo. Era già qualificato, con Rune poteva anche perdere, eliminando Djokovic ed invece è andato per l’en plein ripescando il serbo. “Sono partito molto meglio nel primo set, poi nel secondo sul 6-5 ho sbagliato qualcosa ma, un po’ come era accaduto nel match con Nole, sono ripartito moto bene nel terzo set. Grazie dell’aiuto anche stasera - le parole di Sinner rivolte al pubblico -. E vediamo come andrà sabato. Aver portato a casa questa partita vuol dire tanto perché venivo da una grande vittoria. Oggi forse ero anche un po’ più nervoso”.
Match in due atti. “E’ stata una partita difficile - aggiunge - il mio primo set è stato molto buono ma c’è da dire che lui sbagliava tanto. Nel secondo lui ha servito molto meglio, è diventata una lotta serrata ed è cambiato l’atteggiamento psicologico. Nel terzo set sarei potuto andare avanti prima ma non ho sfruttato le chance che ho avuto e poi ho annullato io una palla-break”.
Un brivido ha gelato il Pala Alpitour quando nel nono gioco del secondo set l’altoatesino ha iniziato a toccarsi insistentemente la parte bassa della schiena: “Ho sentito una piccola fitta ma niente di che - rassicura Jannik - poi nel terzo set non ho avvertito più niente. Siamo come delle macchine di Formula Uno: tutto deve girare al meglio. Oramai ho imparato però a conoscere il mio corpo e nel terzo set non ero affatto preoccupato. Stasera forse riesco ad andare a dormire anche un po’ più presto rispetto al match contro Djokovic. E poi domani c’è un giorno di riposo. Questo pubblico mi regala tanta energia ogni volta che entro in campo: non vedo l’ora che arrivi sabato…”. E non solo lui.
“Come ho detto è un privilegio essere qui. Giocare in Italia mette una pression superiore ma è una pressione positiva. Il pubblico mi regala tanta energia”. E’ un Sinner entusiasta quello che all’una di notte arriva per la conferenza stampa: “Ho la chance di giocare cinque match qui (e quindi di arrivare in finale…). Io come Tomba e Valentino Rossi? Loro, nello sci e nel motociclismo, sono di un altro livello. Il paragone con loro è ancora un po’ troppo precoce: hanno vinto molto di più ed hanno avuto una carriera molto più lunga, io ho solo 22 anni".
Ma attira sempre più appassionati e a provarlo c’è anche lo share in tv: “Il tennis è diverso dagli altri sport per quanto riguarda la durata: una manche di sci dura un minuto, una partita di calcio più o meno novanta. Una di tennis non si sa mai quanto possa durare: mezz’ora se uno dei due giocatori si fa male, tre ore (tipo quella con Nole martedì sera) o più di cinque negli Slam. E difficile tenere la gente inchiodare a seguire per così tanto tempo, a va bene anche se una famiglia guarda tutta insieme anche solo un pezzettino di partita. Va già bene così ed anche questo aiuta la crescita del movimento”.
Solo venerdì Sinner conoscerà il nome del suo avversario, e naturalmente non esprime preferenze: “Su questo tipo di campo il servizio di ‘Sascha’ (Zverev) o Daniil (Medvedev) può essere molto pericoloso: Carlos (Alcaraz) è capace di cambiare qualità e livello da una partita all’altra…. Mi piace molto guardare il tennis, diciamo che seguirò entrambi i match”.
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