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Jannik, il tennis come la cucina: “Il mio piatto (di pasta al pomodoro) ora è perfetto”

Metafore culinarie a parte, Sinner scrive una grande pagina di storia del tennis tricolore, diventando il primo italiano in finale alle Nitto ATP Finals: “L’energia del pubblico la forza in più”

di | 18 novembre 2023

Jannik Sinner (foto Sposito FITP)

Jannik Sinner (foto Sposito FITP)

Come si fa a perdere per sei volte di fila con un giocatore (Medvedev) e poi a batterlo per tre volte di fila? Risposta “Boh!”, firmato Jannik Sinner. Poi si ricorda forse delle lezioni del papà cuoco, e aggiunge: “E’ come quando impari a cucinare la pasta con il pomodoro. Ogni volta fai un tentativo, aggiungi un ingrediente per migliorarlo, sempre stando attenti a non esagerare per non rovinarlo. Fino ad ottenere il piatto perfetto…”. Così l’azzurro in conferenza stampa, rilassato e tranquillo nonostante l’impresa appena compiuta. “Mi sono reso conto che non gioco più solo per me steso ma anche per chi viene a vedermi - aggiunge -. A Torino c’erano calore e aspettative fin dagli allenamenti nella settimana precedente al torneo. Il pubblico mi sta aiutando molto: ogni volta che dal tunnel entro in campo provo una sensazione bellissima. Non è facile al termine di una stagione lunga e molto positiva trovare ancora la forza per esprimere il tuo tennis migliore”.

In conferenza stampa la curiosità è già proiettata al ‘domani’, alla sfida per il titolo: “Dovrò stare attento ad ogni cosa visto che giocherò contro il numero uno o il numero due del mondo - sottolinea -. Chiunque affronterò sarà un match duro. Dovrò dare il 100%. Non conterà molto l’aver vinto tutti i match fin qui visto che la formula del torneo ti permette di conquistare il titolo anche se hai perso una partita. Una finale tra Carlos e me sarebbe una sfida con i protagonisti di una generazione diversa. Contro Carlos sarebbe un gran match, contro Nole affronterei quello che è il giocatore più forte del mondo (già battuto nel round robin; ndr)”.

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Nemmeno la popolarità spaventa Jannik: “Mi fa piacere se la gente mi riconosce - dice - magari non è più così semplice andare a mangiare fuori come una persona qualsiasi ma anche questo fa parte del gioco, e non è poi un grosso problema. Sono un ragazzo assolutamente normale che ora sta diventando un uomo”. E che può vantare un gruppo di fan alquanto pittoresco, i ‘Carota Boys’: “E’ bello avere dei fan. Loro soni un gruppo di ragazzi che sono cresciuti insieme e che sono molto amici. Hanno avuto un bell’impatto sul pubblico: ovunque io giochi la gente li cerca in tribuna!”.

Condividere emozioni, vivere un’atmosfera elettrizzante in connessione con il pubblico, giocare (e battere) tutti i più forti. Tutto sembrerebbe quasi normale per Sinner. Ma in quel “quasi” c’è tutto: “Normale non lo è perché sto facendo dei grandi passi avanti - precisa -. E per riuscirci so i sacrifici che ho fatto di allenamento, di tempo, di vita, anche per l’alimentazione. Giocare contro i migliori del mondo e batterli sta quasi diventando normale e questa cosa mi fa sentire molto più tranquillo. Ho imparato ad essere coraggioso nei punti importanti”.

Ed il piccolo fastidio alla schiena accusato giovedì sera nel match contro Rune pare essere sparito: “Mi sento bene, veramente mi ero sentito già bene nel terzo set contro Holger, altrimenti avrei chiamato il ‘fisio’ - precisa -. Ieri e oggi ho lavorato molto bene con il mio fisioterapista e comunque ora il riposo sarà importante per domani”. Ma Sinner già pensa anche al 2024: Sarà fondamentale la preparazione - dice -. Non tanto tempo fa ho smesso di crescere quindi posso lavorare un po’ di più. Sono consapevole anche di quello che devo ancora migliorare dal punto di vista tennistico. Quest’anno non ho giocato troppo bene negli Slam: vediamo come andrà il prossimo”.

Jannik Sinner esulta (foto Sposito/FITP)

Le emozioni  a caldo dopo il successo su Medvedev

Riavvolgiamo il nastro. L’emozione, sì l’emozione, di un Pala Alpitour sold-out che inneggia al tuo nome, primo italiano ad approdare all’ultimo atto delle Nitto ATP Finals in 54 anni di storia del torneo. Un urlo che sale dalle tribune piene di macchie arancio perché anche i “Carota boys”, storico gruppo di aficionados dell’altoatesino hanno fatto scuola. E che quasi ti impedisce di parlare.

“E’ stata partita molto difficile - racconta a caldo l’azzurro - lui ha iniziato molto meglio di me, ma devo dire che dopo il break mi sono sentito meglio, ed è andato tutto bene. Fin dal primo match qua, ho sentito un calore, un’energia incredibile. Questa energia che mi state dando è pazzesca, grazie mille a tutti. Nel terzo set ho cercato di partire più aggressivo, di servire al massimo: lui oggi giocava in modo diverso, tirava più forte, era difficile perché questo campo è molto veloce e la palla schizza via. Sono davvero contento di questa prestazione e vediamo domani come andrà”.

“Non è affatto scontato quanto sta succedendo - aggiunge - so quanto lavoro ci abbiamo messo, quanto tempo della mia vita ho dedicato e dedico a questo sport. So che con l’impegno ed il lavoro posso raggiungere traguardi importanti. E sento anche che stiamo andando nella direzione giusta. Domani c’è un’altra partita importante, vedremo come andrà”. Poi torna sul match capolavoro contro il russo: “Medvedev ha giocato molto aggressivo - sottolinea - pur avendo vinto il primo set mi sono reso conto che lui stava salendo di livello. Nel terzo set ho cercato di variare molto i servizi perché tenere il primo game era fondamentale. Alla fine è stata un’ottima partita. Paura in campo? No, perché al massimo ti arriva una pallata in faccia! Nella mia testa l’importante è capire come crescere come giocatore: non solo inseguire e colpire una pallina ma soprattutto capire come fare io il punto. Mi sto anche divertendo: è un privilegio essere qua, c’è la pressione ma anche l’energia del pubblico. E domani c’è da dare il massimo”.

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