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Le regole Next Gen che allenano alla pressione: quale piace e quale proprio non va bene?

Le partite di Gedda ripropongono norme discutibili e discusse. La più odiata forse è il no let al servizio. Ma anche il no-ad ha il suo fronte dichiaratamente negativo. Per non parlare delle libertà al pubblico

di | 19 dicembre 2024

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Next Gen ATP Final 2024 a Jeddah (foto Getty Images)

Vi piace la formula delle Next Gen? Bisognerebbe proporre il formulario ai circoli, ai giocatori, agli utenti, insomma. Che, in astinenza di partite ufficiali e comunque curiosi del futuro, stanno guardando questa settimana il Super8 di Gedda coi migliori under 20 del mondo e sicuramente stanno dibattendo le regole specifiche del torneo in Arabia Saudita, confrontando quelle situazioni con quelle vissute sulla propria pelle. L’abolizione dei giudici di linea, sostituiti da “hawk-eye” (occhio di falco), è transitata proprio per questa gara ed è ora legge sul circuito maggiore ATP e WTA.

CINQUE SET MA…
La distanza tradizionale dei 5 set - che ormai nel tennis classico permane solo negli Slam - viene ripristinata, ma i games sono accorciati: vince il set chi arriva a quattro con un margine di due game e un tie-break in caso di 3-3. Questa formula costringe il giocatore a una concentrazione massima sin dal via, anzi, di più: chi infatti sia avvantaggia nei primi due set, acquisisce teoricamente una posizione decisiva nel match. Anche se questa generale concezione viene ribaltata spesso e volentieri proprio alle Finals di quest’anno dove la soluzione è spesso al quinto parziale e spesso al tie-break. La motivazione è duplice: da una parte i progressi alla risposta sono stati e sono sempre più importanti, riducendo almeno in parte l’incidenza del servizio, dall’altra la giovane età dei protagonisti e quindi l’immaturità ancora a livello alto - che si sposa ad evidenti alti e bassi - consente comunque i recuperi.   

Next Gen ATP Finals Jeddah 2024: da sinistra Joao Fonseca (Brasile), Luca Van Assche (Francia), Arthur Fils (Francia), Alex Michelsen (Stati Uniti), Jakub Mensik (Rep. Ceca), Nishesh Basavareddy (Stati Uniti), Learner Tien (Stati Uniti) e Shang Juncheng (Cina) al Royal Overlook Building (foto Corinne Dubreuil/ATP Tour)

Next Gen ATP Finals Jeddah 2024: da sinistra Joao Fonseca (Brasile), Luca Van Assche (Francia), Arthur Fils (Francia), Alex Michelsen (Stati Uniti), Jakub Mensik (Rep. Ceca), Nishesh Basavareddy (Stati Uniti), Learner Tien (Stati Uniti) e Shang Juncheng (Cina) al Royal Overlook Building (foto Corinne Dubreuil/ATP Tour)

NO LET
Di sicuro il rifiuto più totale e generale alle regole speciali di questa gara istituita dall’ATP nel 2017 sia per dare lustro e soldi ai giovani rampanti che proprio per sperimentare nuove norme, sarebbe sul no let. Cioé sull’abolizione del net sul servizio e quindi sulla possibilità di ace anche quando una battuta, sbagliata, che comunque ricada lemme lemme ed imprendibile nel campo avverso, dopo aver toccato il net, diventi ace, come un servizio invece perfetto come timing, potenza e precisione.

Un punto facile così deprime chi lo subisce ma non fa felice nemmeno chi lo ottiene, perché immancabilmente ti chiedi: “E se succedesse a me in un momento più importante che magari vale il game?”.

NO AD
Quando i due giocatori vincono tre punti a testa (40-40), si gioca un “deciding point“. Ai più questa regola non piace anche se in realtà concede al battitore una possibilità in più di aggiudicarsi il game, favorendo ulteriormente chi è al servizio. Il cosiddetto “punto secco” è vissuto con enorme preoccupazione:  sul vantaggio pari, è sempre meglio giocare un altro punto e poi semmai fronteggiare la classica palla-break. Così da alleviare la pressione mentale sugli attori che, in generale, con le regole accorciate delle Next Gen, viene comunque considerata già troppo spinta. 

PRESSURE
Nessun giocatore è particolarmente felice della scolarizzazione alle Next Gen al tie-break, il momento più delicato del match classico. Ma, al di là delle motivazioni televisive e quindi di match più brevi e di show più compresso, le regole di Gedda della manifestazione giovanile che si disputa dal 2017 puntano proprio a preparare i giocatori a un ritmo più frenetico. Con gli appena 5 minuti di tempo pre-match dall’ingresso in campo del secondo giocatore, lo Shot Clock di 15 secondi appena dopo uno scambio che dura meno di 3 colpi prima di riprendere il gioco (pena ammonizione), l’utilizzo di un unico medical-time out nel match per ciascun protagonista, niente cambio campo dopo il primo game, solo 90 secondi di riposo a fine di ogni set. Anche il movimento libero degli spettatori durante il gioco dev’essere valutato in quest’ottica. Anche se difficilmente i primi della classifica acconsentiranno alla sua trasposizione sul circuito maggiore. Quella dell’asciugamani che devono prendersi loro, senza l’aiuto del raccattapalle, dopo lo scambio, l’hanno subita, provata ma anche già bypassata…


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