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Russe che cambiano bandiera: chi sono e perché lo fanno

Da pochi giorni, Daria Kasatkina ha abbandonato la nazionalità russa in favore di quella australiana. Una decisione condivisa, prima di lei, da altre giocatrici che hanno scelto di cambiare bandiera, come Elena Rybakina, Elina Avanesyan o Varvara Gracheva

03 aprile 2025

Daria Kasatkina esulta ad Abu Dhabi (getty Images)

Daria Kasatkina esulta ad Abu Dhabi (getty Images)

Scriveva H.G. Wells che “la nostra vera nazionalità è l’umanità”. Una frase che oggi, alla luce di quello a cui stiamo assistendo nel mondo, è pura fantascienza. Non a caso il celebre scrittore britannico è considerato, con Jules Verne, il padre di questo genere letterario.

Lo sa bene Daria Kasatkina, che da qualche giorno non è più una giocatrice russa: “Non avevo davvero scelta”, ha dichiarato la 27enne tennista nativa di Togliatti, ufficializzando la sua scelta: “Rappresenterò l'Australia e non più la Russia”. Un cambiamento dovuto principalmente alla sua omosessualità, orientamento apertamente contrastato in Russia. Ma non solo: Kasatkina è anche una delle poche giocatrici russe a essersi pubblicamente opposta all'invasione dell'Ucraina.

Attualmente al n.12 del ranking Wta, Daria diventa così la prima giocatrice aussie in classifica: “L'Australia è il posto dove sento di poter essere me stessa e sono davvero felice di avere il privilegio di far parte di questo bellissimo Paese. È molto accogliente e aperto mentalmente. Qui tutti sono benvenuti. E anche la Federazione australiana ha fatto un passo verso di me. Insieme, abbiamo affrontato tutto questo processo. Senza il loro supporto e la loro iniziativa, non credo che questo sarebbe stato possibile. Quindi li ringrazio, tutto è successo abbastanza in fretta”. Daria, ormai assente dalla ex madre patria da quasi tre anni, farà base a Melbourne, trasferendosi da Dubai dove ha vissuto fino a oggi. 

I cambi di bandiera nel circuito Wta

I cambi di bandiera nel circuito Wta

Ma Kasatkina non è certo l’unica tennista ad aver deciso di abbandonare la Federazione Russa. Prima di lei, guardando all’Olimpo del circuito Wta, c’è stato il caso della 25enne di Mosca Elena Rybakina, che nel giugno 2018 decise di abbandonare la Russia per diventare kazaka. "Senza il Kazakistan non sarei mai diventata una professionista", ha raccontato la campionessa di Wimbledon 2022. La motivazione che l’ha portata a prendere questa decisione, però, è molto diversa da quella della collega, come ha spiegato lei stessa: “La mia famiglia non ha molte risorse economiche. Mio padre preferiva che andassi al college a studiare, ma io ho spinto per diventare una professionista. A venirmi incontro è stata proprio la Federazione kazaka. Mi ha fatto una buona offerta economica dicendo di credere in me quando ancora non ero così forte (all’epoca era n.202 Wta, ndr). Mi ha aiutato a trovare un coach e ha dato una svolta alla mia carriera”.

Lasciando la top 10 della classifica, le ultime giocatrici russe, in ordine di tempo, a cambiare nazionalità sono state Elina Avanesyan e Varvara Gracheva. Quest’ultima, cresciuta tennisticamente in Francia (si allena all’Élite Tennis Center da quando aveva sedici anni) dove ormai risiede da quasi dieci anni, ha completato la procedura di naturalizzazione nel 2023. Anche per lei, la non condivisione dell’invasione dell’Ucraina è stata fondamentale per prendere questa decisione. Unica francese nella top 100 del ranking Wta - attualmente è n.66 ma vanta un best ranking a inizio anno di n.39 - la classe 2000 nativa di Mosca ha da pochi giorni superato la 31enne Caroline Garcia, scivolata alla posizione numero 101 dopo la pubblicazione delle classifiche del 31 marzo scorso.

Un primo piano di Yulia Putintseva (foto Getty Images)

Un primo piano di Yulia Putintseva (foto Getty Images)

Ancora più recente la scelta di Èlina Avanesyan che, dall’agosto 2024, è diventata una giocatrice armena, Paese d’origine della famiglia. I genitori della 22enne, infatti, sono stati costretti ad emigrare dal Nagorno Karabakh alla Russia nel 1992, durante la prima guerra del Nagorno Karabakh (situato nel sud-ovest dell’Azerbaigian). “Sono onorata di gareggiare sotto la bandiera armena - ha annunciato con un post -. Sono emozionata per questo nuovo capitolo della mia vita e spero di portare successo alla mia patria di origine". La 22enne nativa di Pyatigorsk, n.37 del ranking Wta, recente semifinalista a Mérida in Messico, risiede a Valencia da circa tre anni.

Restando nei quartieri alti del circuito femminile, ma tornando indietro di parecchi anni, il Kazakistan - che da sempre ha cercato di ingaggiare tennisti russi (in campo maschile, ricordiamo giocatori del calibro di Bublik, Shevchenko e Kukushkin) - ha naturalizzato anche Yulia Putintseva. La 30enne nativa di Mosca, oggi n.23 del ranking Wta, cresciuta tennisticamente nel celebre Spartak Club di Mosca (gestito dal padre di Marat Safin e Dinara Safina, non a caso entrambi n.1 del mondo), ha associato la sua scelta - avvenuta ormai nel lontano 2012 - a ragioni legate alla necessità di sostegno finanziario.

Ci fermiamo qui ma la lunga lista potrebbe continuare con i nomi di Amanda Anisimova (n.16 del ranking) e Sofia Kenin (n.39), entrambe nate negli Stati Uniti ma con profonde radici russe. Oppure Daria Saville (n.108), ex Gavrilova poi sposata con l’australiano Luke Saville, o la veterana Arina Rodionova (n.171), nata a Tambov, non lontano dalla regione del Kursk, di cui oggi leggiamo spesso nei notiziari di guerra, anche lei divenuta australiana nel 2014.


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