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Vanni, tra campo e panchina: "In A1 ritrovo l'adrenalina del match"

Il 39enne toscano è fra i protagonisti del Campionato di Serie A1, manifestazione a cui è particolarmente affezionato: con Sinalunga, ha vinto lo scudetto nel 2022, ha raggiunto la finale nel 2023, ha l'obiettivo del tricolore anche nel 2024

di | 29 ottobre 2024

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Va bene la carriera di coach, mettersi al servizio dei giovani e provare a scovare i campioni di domani. Ma l'adrenalina di un match giocato in prima persona, scendendo in campo, magari con il tifo a favore, è qualcosa a cui non si rinuncia a cuor leggero.

Luca Vanni, 39 anni, ex numero 100 Atp, è l'esempio concreto del teorema: da un paio d'anni è parte del team di allenatori del Piatti Tennis Center di Bordighera, ma in queste settimane è fra i protagonisti del Campionato di Serie A1, manifestazione a cui è particolarmente affezionato: con Sinalunga, ha vinto lo scudetto nel 2022, ha raggiunto la finale nel 2023, ha l'obiettivo del tricolore anche nel 2024. Fin qui, Luca ha giocato solo doppi, risultando spesso decisivo. Ma ora potrebbe persino andare oltre.

“In singolo – spiega – non ho proprio mai giocato durante l'anno, non solo match ufficiali ma nemmeno in altre occasioni. Non so se sarei in grado di giocarmela sulla terra all'aperto, ma sul veloce indoor sarebbe già diverso. Dopo aver lavorato come coach negli ultimi mesi, novembre me lo voglio prendere per me stesso, per capire dove posso arrivare”.

Sì perché se 39 anni non sono così tanti, c'è un fisico da testare, che in passato lo ha già messo a dura prova. “Le mie ginocchia sono un po' così, non mi sento vecchio ma fatico se non sono preparato adeguatamente. Del resto, mi reputo una persona che vede la realtà dei fatti: abbiamo due ragazzi come De Michele e De Marchi che sono ottimi giocatori, in crescita, ed è giusto che giochino loro. Ma siccome nelle prossime domeniche non si sa ancora chi sarà presente, mi devo tenere pronto”.

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Intanto sono arrivate delle belle soddisfazioni in doppio, con due successi decisivi contro Crema: il 3-3 dell'andata e la vittoria per 4-2 al ritorno a Sinalunga hanno messo i toscani in ottima posizione, in un raggruppamento molto equilibrato. “A Crema – spiega Vanni – è stata una partita rocambolesca, nella quale abbiamo recuperato da 3-0 sotto, con Gigante che ha annullato un set-point a Vincent Ruggeri prima di vincere. Nel doppio sono state due partite incredibili: in casa loro e in casa nostra abbiamo sempre vinto noi, ma sempre per 11-9 al super tie-break. Peraltro andando vicini a perdere, perché nella seconda occasione eravamo sotto per 8-5 e sul 9-8 hanno pure avuto un match-point, sul quale Vincent Ruggeri ci ha fatto un regalo. Anche dopo 3 anni dalla fine della carriera, sono soddisfazioni importanti, a maggior ragione in una competizione a squadre. Con Matteo (Gigante, ndr) ci troviamo alla perfezione, lo conosco da tanti anni, l'ho visto crescere e mi fa piacere vedere i suoi progressi. Io poi difficilmente mi trovo male con qualcuno...”.

Luca Vanni in azione nella finale scudetto della Serie A1 BMW (Foto Sposito/FITP)

Luca Vanni in azione nella finale scudetto della Serie A1 BMW (Foto Sposito/FITP)

Questa Serie A1, come sempre, sta raccontando storie ricche di fascino, a prescindere dal valore dei giocatori coinvolti. “Il valore aggiunto per me – prosegue il toscano – è che la gioco nel circolo dove sono nato, dove ho iniziato a prendere lezioni a 9 anni. Può essere una situazione positiva e negativa, perché alla fine è tutto amplificato, sconfitte incluse. Lì mi conoscono tutti da 30 anni e per tutti sono ancora 'Luchino': a volte il dispiacere di non riuscire a portare a casa una partita abbordabile è pesante, ma do sempre il massimo e questo mi ripaga. Quando scendo in campo, ho rispetto dei miei compagni, e prima ancora di tutte le persone che si attivano e lavorano per trovare sponsor per la squadra”.

Nel 2023 la finale per Sinalunga fu un epilogo amaro di un campionato straordinario: un bis mancato per un soffio, al doppio di spareggio: “Mi è rimasta tanta delusione. L'anno prima l'avevamo vinta e io avevo perso il singolare, non riuscendo a esprimermi al meglio. Nel 2023, dal mio punto di vista, non ho grossi rimpianti per come sono stato in campo, ma alla fine ciò che conta è il risultato della squadra”.

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Serie A1 a parte, per Vanni, c'è il lavoro al servizio dei giovani, al Piatti Tennis Center di Bordighera. “Quest'anno, in 10 mesi, ho passato 150 giorni fuori. Dopo due anni, la comunicazione con gli altri maestri è migliorata, mi aggiorno sempre sugli altri ragazzi, su cosa fanno e come stanno andando. Oggi abbiamo 20-25 progetti interessanti, anche italiani, tutti giovani con meno di 20 anni. Infatti abbiamo anche allargato lo staff per poterli seguire tutti in modo adeguato. Le qualità di un buon coach? Bisogna essere intelligenti e cercare di prendere qualcosa da tutti. E sfruttare l'opportunità di stare in campo con Riccardo Piatti e Andrea Volpini, due che mettono sempre la massima professionalità in ogni cosa che fanno. Un campione si costruisce a partire dai 12 ai 13 anni, con l'esempio e con il lavoro quotidiano”.


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