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Il segreto di Mensik: "Un'ora prima dell'esordio, volevo ritirarmi dal torneo"

"Voglio ringraziare il mio team - ha detto il vincitore - per tutto quello che ogni giorno fa per me, perché diventi un giocatore migliore. Sono sicuro che questo sarà il primo di una lunga serie"

31 marzo 2025

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"Se sono qui e sono un giocatore di tennis è grazie a te. Sono cresciuto guardandoti in televisione e ritrovarmi adesso a poterti battere è qualcosa di incredibile". Scappa persino un sorriso, a Jakub Mensik, mentre pronuncia queste parole, rivolto a Novak Djokovic, il grande sconfitto della finale di Miami. Il serbo cercava il titolo numero 100 della carriera, il ceco ha trovato il primo della serie. E, a 19 anni, è oggi il più giovane fra i top 30 Atp.

"Voglio ringraziare il mio team - ha proseguito il vincitore - per tutto quello che ogni giorno fa per me, perché diventi un giocatore migliore. Sono sicuro che questo sarà il primo di una lunga serie". La fiducia non manca, al ceco, che in precedenza aveva vinto solo un Challenger (2023 a Praga) oltre a 5 titoli del circuito Itf.

Ma il bello arriva in seguito: "Dovete sapere - spiega - che un'ora prima del mio esordio a Miami avevo già in mano il documento per dichiarare forfait, visto che il mio ginocchio mi dava problemi, c'era una forte infiammazione e avevo preso antidolorifici. Sono stato fortunato perché il referee era a pranzo, ho aspettato e mi sono concesso un ultimo trattamento col fisioterapista del torneo: ha funzionato ed eccomi qui".

"Le emozioni ho cercato di lasciarle nello spogliatoio, ci sono riuscito. E anche ora ho bisogno di tempo per realizzare quanto è accaduto. La chiave? Stare calmo, anche durante l'attesa. Non ci sono riuscito del tutto, ma è stato abbastanza per gestire la vicenda".

"Era più umido, le condizioni erano diverse, facevo fatica ma vedevo che anche Novak non stava benissimo. E più passava il tempo più io crescevo, anche fisicamente".

L'unico precedente, in Cina lo scorso anno, era finito in altro modo: "A Shanghai stavo cercando di godermi il match contro il mio idolo, ma non ero preparato mentalmente per vincere la partita. Stavolta sono entrato in campo con un'altra idea, un altro approccio".

"I tie-break? Non so come li ho vinti. Alcuni dei miei momenti migliori sono arrivati proprio quando serviva fare qualcosa in più. Mi sono aiutato col servizio e ho risposto bene, ho cercato di non sbagliare".

Mensik vola, Djokovic fermato sul più bello

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Oggi Mensik è nei top 30, numero 24 al mondo, ma non si vuole certo fermare. "Ho raggiunto già il mio obiettivo di quest'anno, in termini di ranking, ma adesso dovrò aggiornarlo. Anche perché non ho molto da difendere su terra e su erba. Devo prendere settimana dopo settimana, tornando al lavoro in fretta e pensando al futuro".

La chiusura è ancora per il suo idolo: "Nole è stato in un certo senso il mio maestro. Penso non sia solamente il più grande tennista della storia, ma anche il più grande sportivo di sempre, in ogni disciplina. Mi ha insegnato tanto ed è stato straordinario anche dopo la sconfitta, regalandomi parole importanti. Lui sa come vincere ma sa anche come perdere".

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NOVAK DJOKOVIC

"Non sono mai felice di perdere. Ma se c'è un giocatore contro cui posso essere sereno anche dopo una sconfitta, quello è proprio Mensik. Sono felice per lui e per il suo team. Già quando aveva 15-16 anni lo avevo invitato ad allenarsi con me e questo ha fatto sì che potessi conoscerlo bene. Sapevo che potenziale aveva e per me non è una sorpresa trovarlo qui col trofeo in mano. Il servizio e il rovescio sono straordinari, scuola ceca, ma anche il diritto è migliorato molto".

"Per quanto mi riguarda, è stato un match strano. Con il ritardo per pioggia e condizioni diverse dai giorni precedenti. Non mi sentivo al meglio ma questo non toglie nulla al valore della sua vittoria".

"La differenza, nei tie-break, l'ha fatta il servizio. Quando hai di fronte uno che serve così bene e hai poco margine per recuperare, è difficile uscirne. Rispetto al nostro match di Shanghai credo sia stato proprio questo che ha fatto la differenza".


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