-
Atp

Nadal vs Borg: prima, durante, dopo

Borg contro Nadal. Quello che ha inventato il tennis di pressione da fondo contro la sua evoluzione. Ma il viaggio dell'immaginazione dura il tempo dell'entrata in campo di Rafa e Leo, figlio di Bjorn. Che gli somiglia nel viso, meno nel tennis

di | 16 luglio 2024

Nadal contro Borg, anche leggendo i nomi di battesimo di entrambi, non può essere una sfida come le altre. Ma per lo spettatore il match di primo turno di Bastad ha vissuto tre momenti precisi con tre sensazioni distinte. Prima, durante, dopo.

PRIMA

Immagina, magari con l'intelligenza artificiale che dà una mano: Borg contro Nadal. Quello che ha inventato il tennis di pressione da fondo e che ha vinto Wimbledon (ripetutamente) senza troppa voglia di frequentare la rete, contro colui che quel tennis lo ha fatto evolvere nel nuovo millennio, arrivando a vette estreme. In termini di risultati, di longevità, di sviluppo dell'argomento.

Che poi, Borg a quota 11 Slam e Nadal a quota 22, per qualcuno è quasi una stortura. Borg che non ha mai vinto in Australia o a New York, Borg che ha smesso a un'età in cui Nadal non era nemmeno a metà strada. Il fatto è che le carriere – meglio, le vite – non vengono scritte secondo il talento o i mezzi a disposizione. Almeno, non soltanto secondo questi aspetti.

Immagina come sarebbe andata, una partita così. Con l'accortezza di dotare i due contendenti di racchette fatte dello stesso materiale, ché altrimenti non sarebbe nemmeno stato il caso di provare l'avventura. Avrebbe vinto il glaciale Borg o il caliente Rafa? Avrebbe vinto il primo modello di tennista moderno o la sua evoluzione? Giusto il tempo di immaginare qualche scambio che non esiste, e Borg e Nadal sono già in campo per il palleggio.

DURANTE

Il clima è quello di Bastad, Sud della Svezia ma estremo Nord dell'Europa: non è che ci si possa lamentare. Pioviggina, ma si gioca. L'ovazione all'entrata è per Rafa, ma l'ovazione vera se la prende Leo (sì, ecco, perché gioca Leo, 21 anni, figlio di Bjorn), numero 461 Atp, quando si prende il primo 15 al servizio dopo aver steccato le prime risposte in modo ben peggiore rispetto a quanto farebbe pensare il suo (comunque dignitoso) ranking.

Il fatto è che giocare contro il proprio idolo non è affare semplice per nessuno. In casa, poi. Il primo break, al quarto game, arriva con un drop shot. Poi Rafa se ne va e gli basta quel break per prendersi il parziale: 6-3 in tre quarti d'ora. Tutto sommato è quello che ci si aspettava: una prestazione dignitosa del giocatore di casa, una vittoria agevole del campione che sta cercando (faticosamente) di ritrovare la condizione. Il copione non cambierà, fino al termine.

Rafa non vuole - è evidente - premere troppo sull'acceleratore. Forse non tanto per attenzione nei confronti del giovane dall'altra parte della rete, quanto per attenzione al proprio fisico, ancora (parecchio) da testare. Qualche colpo vola via troppo lontano dalle righe di fondo, qualche altro sembra vicino al Nadal che fu. Alla fine stavolta per vincere (6-3 6-4 in un'ora e 25) basta poco, ma non è questo il test che serve, all'ex numero 1, per capire se sarà da corsa fra una decina di giorni.

DOPO

La sensazione dopo il match? Che forse Nadal resterà a quota 22 Slam, ma pure che la famiglia Borg dovrebbe restare a 11. Con tutto il bene che si può volere a un ragazzo di 21 anni che ha certamente una dose di talento e tanto tempo davanti a sé per coltivarlo. Solo che, francamente, papà era un'altra cosa. E allora conviene chiudere gli occhi e ritornare all'inizio. All'immaginazione di quel Nadal-Borg che non è mai esistito.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti