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In cinque edizioni (con in mezzo l'annullamento del 2020 per la pandemia) abbiamo visto in trionfo Hyeon Chung, Stefanos Tsitsipas, Jannik Sinner, Carlos Alcaraz e Brandon Nakashima. Ma anche diversi giocatori meno fortunati
28 novembre 2023
Il mondo Next Gen? Si divide in due, chi ha mantenuto (o migliorato) le promesse e chi invece non ce l'ha fatta. Con qualcuno che potremmo addirittura dare per disperso, nell'ambiente tennis. Sono passati sei anni dalla prima edizione, Milano (Fiera di Rho) 2017, e in cinque edizioni (con in mezzo l'annullamento del 2020 per la pandemia) abbiamo visto in trionfo Hyeon Chung, Stefanos Tsitsipas, Jannik Sinner, Carlos Alcaraz e Brandon Nakashima. Tre attuali top 10, tra cui un numero 1 al mondo e un recente vincitore di Davis (che gioia...), un attuale 133 Atp (con best ranking nei top 50) e un desaparecido, lo sfortunato Chung, oggi fuori dai 1000.
Anche solo dall'elenco di chi ha alzato il trofeo si intuisce questa distanza enorme, nelle carriere di giocatori che invece a un certo punto parevano far parte dello stesso gruppo, parevano avere un destino grosso modo comune. Invece di comune, i protagonisti delle varie edizioni del Next Gen, hanno davvero poco, e questo è un monito a chiunque commenti, un modo per dire di attendere nel dare giudizi, visto che tra i 18 e i 21 anni sono davvero in pochi a essere maturi, mentalmente e fisicamente.
Addentrandosi nelle varie edizioni, le distanze risaltano ancora di più. Nel 2017, accanto a Chung, c'erano i russi Medvedev, Rublev e Khachanov, il canadese Shapovalov, poi Coric, Donaldson e Quinzi. Se nel gruppo ci sono addirittura 4 che poi sarebbero diventati top 10, ci sono anche due che hanno già appeso la racchetta al chiodo. Di Gianluigi Quinzi sappiamo (quasi) tutto, mentre qualcuno potrebbe essersi perso la strada di Donaldson, americano del Rhode Island che oggi ha 27 anni e che l'ultimo incontro lo ha giocato nel 2019 a Miami. Nel 2020 ha provato a rimettersi in sesto, ma alla fine gli infortuni lo hanno convinto a lasciar perdere, malgrado un best ranking di numero 48 Atp. Oggi lavora nella finanza, anche se il tennis – almeno se parliamo di hobby – fa ancora parte della sua vita.
Molto più equilibrio nel 2018, sempre in fiera a Rho, con un gruppo omogeneo che ha saputo emergere quasi in blocco a ottimo livello. Solo la wild card di allora, l'italo-americano Liam Caruana, ha deciso di mollare l'agonismo: per lui, ultimo incontro nel marzo 2020, poi la pandemia è stata la chiave per cambiare vita e abbandonare la racchetta. Oltre al confermato Rublev, che come sappiamo con l'Italia ha un legame speciale, c'erano anche Tsitsipas, De Minaur, Tiafoe, Fritz, Munar e Hurkacz. Il peggiore, fin qui, è l'iberico Munar, comunque numero 87 con un primato personale a quota 52.
Il 2019 è l'anno di Sinner, e così pure del passaggio all'Allianz Cloud e delle promesse mantenute. Con un asterisco: è quello accanto al nome dello svedese Mikael Ymer, che dopo essere stato squalificato per aver saltato dei test antidoping, ha deciso di dire basta a soli 24 anni. Una decisione che peraltro molti, nell'ambiente, ritengono 'revocabile', vista la giovane età dello scandinavo. Per il resto, l'anno di Jannik è stato un trionfo di ottimi giocatori: De Minaur, Tiafoe, Humbert, Ruud, Kecmanovic e Davidovich Fokina. Come un'ottima annata è anche quella del 2021, (sempre all'Allianz Cloud) con Carlos Alcaraz come vincitore annunciato. Insieme a lui, ci sono Korda, Musetti, Nakashima, Juan Manuel Cerundolo, Baez, Rune e Gaston. Fra stelle del presente e stelle del futuro, il meno brillante fin qui è stato il minore dei fratelli Cerundolo, comunque capace di arpionare i top 100.
Nel 2022, infine, Musetti e Draper sono le stelle, ma in finale ci arrivano Nakashima e Lehecka. Presenti inoltre Tseng, Passaro, Stricker e Matteo Arnaldi. Se quest'ultimo, da poche ore, si è preso una Davis da protagonista, gli altri tre stanno ancora aspettando gli exploit della vita, anche se Stricker ha già al suo attivo diversi successi su top player e la sensazione è che – fisico permettendo – ce lo ritroveremo molto in alto fra un po'. Uno Stricker che peraltro rappresenta il trait d'union con l'edizione di quest'anno a Jeddah, insieme ad altri sette colleghi al loro esordio.