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C’è lo zampino di Ivan Ljubicic nell’approdo a tempo pieno al Piatti Tennis Center di Gabriel Debru, fra le più grandi speranze del tennis francese. Il rapporto umano fra “Ljubo” e il suo storico coach riapre la collaborazione professionale, oggi che il croato lavora allo sviluppo del settore giovanile per la FFT
17 febbraio 2024
Più che un rapporto fra coach e giocatore, quello fra Riccardo Piatti e Ivan Ljubicic è stato una sorta di legame padre-figlio, durato praticamente per l’intera carriera del giocatore croato, preso dal tecnico comasco quando aveva 18 anni e portato fino al numero 3 del mondo. Un percorso che ha cambiato la dimensione di entrambi: Ljubicic è diventato prima un giocatore di punta e poi un apprezzatissimo coach, mentre con lui Piatti ha dimostrato al mondo di essere uno dei tecnici più validi in circolazione.
Le loro strade professionali si sono divise quando nel 2012 “Ljubo” ha appeso la racchetta al chiodo, ma il rapporto umano non è mai cambiato e a distanza di anni ha riattivato una sorta di collaborazione fra i due, oggi che l’ex coach di Roger Federer sta guidando – da inizio 2023 – il rilancio del tennis francese grazie al ruolo di direttore del progetto federale “Ambition 2024”, legato ai Giochi Olimpici di Parigi. C’è il suo zampino, infatti, dietro all’approdo al Piatti Tennis Center di Gabriel Debru, classe 2005, ex n.1 del ranking mondiale juniores con un titolo al Roland Garros under 18, nel 2002. Numero 327 ATP, il talento di Grenoble è oggi una delle principali speranze del tennis francese e si è avvicinato a Bordighera per la preparazione invernale proprio su consiglio della FFT, fino a decidere di trasferirsi a casa Piatti a tempo pieno.
Una decisione, come ha spiegato il giocatore sui social, presa di comune accordo proprio con la federazione francese, con Ljubicic che continuerà a lavorare come suo consulente confrontandosi costantemente con lui e il suo allenatore. Rimane da scoprire se sarà proprio lo stesso Piatti ad accompagnarlo stabilmente nei tornei, con l’obiettivo di traghettarlo verso il tennis di vertice come il tecnico comasco ha già saputo fare con tanti altri. L’idea di rivederlo presto nel Tour è indubbiamente affascinante.
Non è la prima volta che Piatti si lega a un giocatore di punta del tennis francese: in passato aveva già seguito per tre stagioni (dal 2011 al 2013) niente meno che Richard Gasquet, capace sotto la sua guida di arrivare in semifinale allo Us Open e tornare fra i primi 10 del mondo dopo un periodo di flessione. Traguardi che oltralpe hanno dato credito alla sua figura, tornata in auge quando il suo storico allievo Ivan Ljubicic ha assunto un ruolo determinante nello sviluppo del settore tecnico. Ma dalla Francia osservavano con interesse il suo lavoro anche prima, tanto che nel 2021 uscì sulla versione digitale del quotidiano l’Equipe un reportage da Bordighera dal titolo “Riccardo Piatti, un modello da seguire per la FFT?”.
Una domanda che ha trovato risposta – affermativa – negli episodi recenti. E non c’è solo quello del “sì” all’approdo al Piatti Tennis Center di Debru, visto che il mese scorso la FFT ha spedito a Bordighera per una settimana di preparazione anche l’altra sua stellina classe 2005, Arthur Gea, a sua volta ex top-100 da juniores e già lanciato con ottimi risultati nei circuito dei professionisti (è numero 454 ATP). Un passaggio che ribadisce la considerazione di cui il Piatti Tennis Center gode in seno alla federtennis francese.
“Grazie al Piatti Tennis Center per una fantastica settimana di preparazione”, ha scritto Gea sui social al momento dei saluti, ringraziando una per una le figure che l’hanno aiutato nei giorni di lavoro. Segno che ha trovato un team di persone pronte ad accoglierlo e coccolarlo come se fosse sempre stato uno di loro, ma anche, in vista di una stagione importantissima per il suo futuro, tutti i servizi necessari per prepararsi a dovere. In Italia lo sappiamo da un po’ e anche all’estero se ne stanno rendendo conto tutti. Francia compresa, con Ljubicic come testimonial.
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