Chiudi
Il 2024, dopo 14 anni di attività, è stato l'apice della Rafa Nadal Foundation, premiata con il Laureus award per l'attività benefica in favore dei bambini. Al vertice dell'associazione, la moglie di Rafa, Maria Francisca Perellò
11 dicembre 2024
In attesa di mettere in pratica almeno qualcosa delle mille idee di futuro che gli sono state prospettate da più parti – tra cui fare il presidente del Real Madrid – Rafael Nadal non resterà sul divano a guardare il soffitto. Perché in realtà c'è una cosa che lo spagnolo vincitore di 22 Slam fa da tempo e continuerà a fare anche adesso che ha detto addio al mondo della racchetta. Dal 2010, l'iberico si occupa della Fondazione benefica che porta il suo nome, che si occupa di aiutare le persone con meno possibilità – e in modo particolare i bambini – a costruire il loro futuro grazie allo sport e all'educazione.
“Ho sempre creduto – ha detto Rafa – che per lo sviluppo personale e professionale le opportunità siano essenziali. Nel 2010 abbiamo capito che ero nella posizione di poter contribuire a crearle ed è stato allora che abbiamo deciso di lanciare questo progetto. Onestamente non avrei mai immaginato che saremmo stati in grado di creare l'organizzazione che è oggi la Rafa Nadal Foundation”. Ma cosa è oggi la fondazione? È un colosso di beneficenza che mette in pista cinque diversi progetti. Per esempio, il 'Play All', che va a beneficio diretto di bambini e adolescenti socialmente vulnerabili e cerca di fornire accesso al tennis a coloro per i quali è difficile praticare questo sport. ‘Study&Play’ è un altro dei progetti in corso: si propone di offrire ai giovani che praticano con regolarità e dedizione uno sport l'opportunità di unire la pratica e l'agonismo alla propria formazione, accedendo alle borse di studio concesse dalle università statunitensi.
Rafa Nadal Foundation, l'anno del Laureus
Avanti. Uno dei primi progetti messi in pista vede come beneficiari diretti bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 17 anni e le loro famiglie, in situazione di povertà o a rischio di esclusione sociale che presentano difficoltà per la loro integrazione nella società. Rafa e la sua Fondazione lavorano con l’obiettivo di fornire, nel modo più completo possibile, gli strumenti per il corretto sviluppo personale e sociale dei minori e del loro ambiente. I 'Rafa Nadal Foundation Centers' sono collocati in Spagna, precisamente a Palma, Valencia e Madrid.
Con la 'Nets', ossia 'Nadal educational tennis school', la Fondazione si sposta invece in India. Il centro – aperto già nel 2010 – si trova ad Anantapur, una delle zone più vulnerabili del Paese asiatico. Attraverso questo centro vengono raggiunti ragazzi e ragazze provenienti da diverse comunità svantaggiate, con l'obiettivo principale di rafforzare la loro coesione sociale e integrazione, indipendentemente dalla loro condizione. Il progetto prevede sia la pratica e l'allenamento del tennis, sia il potenziamento delle attività accademiche in inglese e informatica, oltre a offrire ai minorenni un supplemento nutrizionale quotidiano e una copertura sanitaria di base. Infine, il quinto e ultimo progetto: 'More than tennis'. Le scuole in questo caso sono distribuite su tutto il territorio nazionale, per promuovere la pratica del tennis tra i giovani con disabilità intellettiva, affiliati a Special Olympics Spagna.
Parliamo di numeri: la Fondazione stima di aver aiutato oltre 10 mila persona, ma probabilmente pecca per difetto. La direttrice è, ormai da tempo, la moglie di Rafa, Maria Francisca Perellò. È lei che sta al timone dell'impresa che Nadal ha sempre messo in cima ai suoi pensieri, tennis a parte. Ma è stata anche la madre del campione, Ana Maria Parera, a volere fortemente restituire qualcosa al mondo, dopo aver realizzato quell'enorme fortuna che la famiglia aveva ricevuto, trovandosi in casa un campione destinato a fare la storia. Una storia che evidentemente è stata fatta sì in campo (pure con quel Roger Federer che non ha fatto mancare il suo sostegno alla Fondazione) ma anche fuori. Fino a ricevere, proprio quest'anno, il 'Laureus sport for good award'. No, decisamente: Rafa non avrà di che distrarsi, nemmeno adesso.