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Rafa resta prudente: “Andrò a Parigi solo se avrò una chance di sognare”

Lo spagnolo resta con i piedi per terra perché “una singola partita non può cambiare la prospettiva complessiva”. Ma ammette che quello con De Minaur è stato il miglior test finora

27 aprile 2024

Rafael Nadal esulta (foto Getty Images)

Rafael Nadal esulta (foto Getty Images)

Mantenere un profilo il più basso possibile sembra essere il mantra di Rafa Nadal, che non vuole illudere i fan e molto probabilmente nemmeno sé stesso. Ok, la soddisfazione per la rivincita su De Minaur ma resta solo una partita.

“Ovviamente sono contento, qualche giorno fa mi era difficile perfino pensare di poter arrivare al terzo turno. Per me non cambia molto, ma sono riuscito a competere per più di due ore e questa è una cosa molto importante. E riuscirci in casa, giocando davanti a questa gente è fantastico. Molto emozionante per me. Il futuro? Si va avanti giorno per giorno - ribadisce il mancino di Manacor - è difficile oggi pensare a grandi cose. L’ho detto l’altro giorno, la vita e lo sport cambiano velocemente. Essere qui significa darmi l’opportunità che questo accada. È stata una giornata bellissima, emozionante, non posso ringraziarvi abbastanza per l’affetto che ricevo qui. Questo mi motiva. In questi mesi difficili, sportivamente parlando, hai sempre dentro di te il sogno di vivere giornate così”.

Il rovescio di Rafael Nadal (foto Getty Images)

La consapevolezza sui limiti attuali, però, non cambia: “Non lasciamoci trasportare dall’emozione di una partita, ci sono tante cose da aggiustare. Almeno sono competitivo a questo livello. È stato un match molto positivo, sono riuscito a fare cose che non potevo fare la settimana scorsa. Questi ultimi tre giorni di allenamenti sono stati migliori. Vediamo come mi riprendo dalla partita di oggi. Ci sono cose che non credo di poter ancora fare come vorrei, ci sono momenti in cui ho bisogno di un sostegno più forte che mi manca. E devo stare un po’ attento, la priorità è che non succeda nulla di grave e poi poter capire cosa accadrà nelle prossime settimane. Prima a livello fisico, che è la chiave, poi vedremo come va il tennis. Negli ultimi due anni ho trascorso pochissimo tempo sul circuito, ora ci sono da due settimane e mezzo e questo, a poco a poco, aiuta a leggere meglio il gioco. Ci sono momenti in cui vorrei far girare di più la palla da un lato all'altro, ma ancora non ci riesco, ho dovuto giocare a tennis un po' più lentamente. Devo puntare sulla tattica, in modo che le cose non accadano troppo velocemente per avere più tempo e non fare movimenti accelerati. È fondamentale giocare lungo e alto, oggi sono riuscito a farlo più o meno”.

Madrid è speciale per Nadal: “Quando sai che qualcosa può essere il massimo, chiaramente è emozionante e speciale. Ho avuto la fortuna di vivere momenti molto belli a Madrid, dalla finale del 2005 ad oggi. I finali sono sempre emotivi…. Questa settimana il miglioramento più significativo rispetto a Barcellona è stato il servizio. Non posso allenare 100 servizi al giorno perché i muscoli addominali devono adattarsi ai carichi in modo progressivo. Almeno mi tolgo una cosa dalla testa, e posso concentrarmi su altro”.

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Il sogno dei fan, però, è sempre lo stesso: vedere il loro idolo vincere: “C’è una cosa fantastica nello sport: entusiasma le persone. È la grande caratteristica che ha lo sport, la sua magia. Nel primo set ho effettuato un cross di rovescio che ha toccato il nastro e ho finito per vincere il set. La realtà è che è solo una partita, tra due giorni si riparte. Il mio bicchiere della fiducia si sta riempiendo, ma oggi penso di essere lontano dal poter aspirare a cose che le persone possano pensare spinte dall'emozione. È un passo avanti importante, con piccoli passi si costruiscono grandi cose, ma la realtà è diversa. Ciò non significa che non ho speranza per il futuro, se non l'avessi non sarei qui. Mantengo sempre la speranza che le cose si risolvano e migliorino, e continuo ad essere entusiasta di giocare a tennis”.

Il che fa scivolare inevitabilmente il discorso sul Roland Garros: “Non lo so, gli ultimi giorni hanno migliorato le sensazioni nel mio corpo. Non sono ancora sicuro. Capisco che sia difficile per le persone capire alcune cose. Per me il Roland Garros è il torneo più importante della mia carriera. Tutto quello che ho vissuto lì è nel mio cuore. Non si tratta di vincere o perdere, si tratta di scendere in campo con la sensazione di poter essere competitivo, competere e sognare. Se non posso non ha senso farlo. Preferisco conservare tutti i ricordi. Voglio andare con la possibilità di sognare, se non ho anche una piccola percentuale non scendo in campo”.

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